4. Best friends?

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Osservo Remi in posa, studia la traiettoria giusta per centrare la palla nel canestro. La fa rimbalzare contro il tabellone; il broncio che assume appena le sue aspettative sono state stroncate lo rende un cucciolo indifeso. Finalmente ci alleniamo insieme, ha deciso di mettersi alla prova con dei tiri liberi così da vedere se è portato per il basket. Fa pena, ma lo guardo come fosse un giocatore professionista.

Una singola persona impedisce che tu possa sprofondare nel nulla irreversibile.

C'è lui e non mi importa che il mondo si stia sgretolando tra le mie mani. Che Theo e Nikki negano di evitarmi appena glielo faccio notare. Mi godo questo momento, assaporo ogni sua parola, ogni sguardo fugace, ogni suo muscolo contratto.

In questa palestra esistiamo solo noi, su una soffice nuvola di zucchero filato.

Remi è sensibile, soppesa bene le parole, non si sperde in discorsi superficiali. Ascolta. Coglie perfino il dettaglio più invisibile di quello che dici, che mostri. Come l' espressione stranita che non sono riuscito a nascondere dopo quello che ho visto, nemmeno quando lui mi ha raggiunto dopo la partita.

Mi racconta che la sua squadra di pallavolo è nota per una condotta discutibile, è d'obbligo difendere la propria reputazione con risse, rappresaglie, sottomissioni.

Quel povero ragazzo era nuovo a tutto questo. Ian lo ha sbranato senza pietà, lui è il leader che potrebbe prevaricare anche il capitano della squadra. È un anno più grande di me, diciannove come Remi. Stavano nella stessa classe poi lui ha perso un anno, troppe assenze e voti calati.

Strano, perché a detta di Remi lui è brillante, viene pregato da qualsiasi professore a far parte di corsi extracurricolari e concorsi, la sua risposta è sempre un no. Potrebbe progettare una bomba nucleare in cinque minuti e rimanere comunque impassibile alla sua bravura.

Ha bisogno di me per i compiti, però.

Non fa parte del gruppo di bulli della scuola, non è il più popolare eppure è conosciuto, le ragazze sognano di andarci a letto, i ragazzi vogliono essere come lui.

Onnipotente e intoccabile. Pretende il rispetto da chiunque, sia in campo sia nella vita di tutti i giorni.

Remi, però, lo definisce "sfumato". Quello che ti dà Ian, quello che stabilisce con te, non è mai certezza, non ha contorni precisi perché si confondono e si dissolvono man mano per poi sparire nel nulla.

Questa confidenza mi innervosisce. Significa che non posso fidarmi, non posso sottostare al suo ricatto e nel mentre non fare nulla.

Sempre Remi la scorsa volta mi ha dato un'idea. Se tutti hanno dei segreti, allora anche Ian "stronzo" "babbuino" Essler li ha. E se scoprissi qualcosa di suo potrei barattare la mia libertà e avere una garanzia finché non finirò il liceo. Devo farlo, anche se significa fraternizzare col nemico. E poi ho una sete insaziabile, una vendetta che covo silenziosamente. Gli servirà da lezione, proverà quello che provo io.

Umiliazione, disagio, tanta rabbia.

Capirà cosa significa andare a scuola con la paura che tutti gli occhi possono puntarsi su di te, come ci si sente a essere già sopraffatto da mille pensieri e ne tieni un altro da gestire.

Ed è cosi che ho deciso di mettere in pratica questo assurdo piano, nel giorno in cui dobbiamo consegnare la prima ricerca assegnata dal corso. Me lo ritrovo in mensa, seduto da solo. È proprio il destino che me lo sta servendo su un piatto d'oro, di solito è sempre circondato da gente.

Proclamo la mia presenza. Il vassoio traballa sul tavolo, la bottiglietta d'acqua si abbatte sul mio pranzo, catapulta le posate in aria.

«Ciao!» esplodo nel mentre che strascico la sedia sul pavimento.

This could be nothingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora