Disattivo la mia sveglia, Ian dorme sereno al mio fianco.
Nessuna preoccupazione visibile sul suo viso.
Nessun tormento inquina la sua anima stanca.
Avrà tolto la sua sveglia di proposito e sarà un problema per lui andarsene via con mamma, Erik e Belle in ogni angolo della casa.
Sprofondo con la guancia sul cuscino. Resto qui, ancora per qualche minuto, a godermelo nella quiete degli sprazzi di sole che si intrufolano tra le pieghe della tenda.Allungo le dita tra i suoi capelli, la morbidezza delle sue onde scioglie delle note di ciliegia e mandorla, lo shampoo che non manca mai nella sua doccia, ne va pazzo. Il braccio col mio braccialetto stretto al polso è piegato verso di me. Perline arancioni si alternano a quelle verdi, rosa e alle stelline bianche.
Non gli si addice proprio eppure lo difende coi denti. Un pomeriggio, prima di iniziare l'allenamento, l'ha riposto nello zaino, qualche ora dopo è entrato nel panico più totale dimenticandosi dove lo aveva lasciato. Da allora non se ne separa più.
Accarezzo il polso col pollice fino sfiorare il suo palmo aperto, chiudo con delicatezza la mia mano nella sua.
Le ciglia lunghe e scure contornano le palpebre rilassate, provo a contarle ma già mi perdo. Non so come faccia con me. Delle volte ho beccato i suoi occhi dolci studiarmi il viso, ogni scatto di ciglia mi fa innamorare ancora di più.
È passato al conteggio delle lentiggini sulle mie guance.Le labbra sono leggermente schiuse, il fianco è scoperto dall'orlo della mia maglietta di Spongebob avvolta verso l'alto.
Diamine, come fa ad essere così bello?
Dannatamente perfetto, eccitante perfino quando dorme.Si mostra invincibile, freddo e distaccato verso il mondo solo per non mostrare i suoi lati più profondi, quelli che sfuggono al suo controllo la notte e che riposano nel mio letto, fragili e delicati abbracciati da un instabile paura.
Di cosa gli aspetta dopo, della speranza.
Di vivere.
A volte mi sussurra che ha paura di perdermi. E lo capisco dalle braccia che mi stringono, silenziose richieste di affetto che urlano nel buio.
Nella rabbia che trattiene.
Quando il suo mignolo sfiora il mio e ricerca la mia mano, il riflesso dei miei occhi è nei suoi e le nostre anime entrano in collisione.Un angelo dalle ali nere.
Quanti lividi mi hai nascosto?
Quante volte ti sei ritrovato sulla soglia delle porte della disperazione e hai finto che andasse tutto bene con me?Il pensiero che mette al secondo posto sé stesso per esserci sempre per me si riversa in lacrime rancorose.
Strofino il dorso della mano per asciugarle.Non devo piangere.
Quante volte non ti ho capito...
Chaz tra pochi giorni uscirà dall'ospedale e si ripeterà ancora tutto. Insisto a farlo rimanere da me, o da Alfie che ha un posto a sua completa disposizione ma si innervosisce appena si rasenta l'argomento e si rinchiude nel suo mondo.
Mi sento così impotente. È una cosa più grande di me e di lui e sembra solo che siamo fermi, consapevoli dell'inevitabile pioggia di vetri che cadrà.
Lascio un bacio sulla sua guancia. Due. Cinque. Mille.
Magari quel livido sotto l'occhio va via. Lo sento mugolare, un brivido che contrae il mio addome e mi infiamma.Mi scosto per alzarmi dal letto, ma mi ritrovo incastrato tra le sue braccia, la mia schiena contro il suo petto e un respiro forte si fa strada tra i miei capelli.
«Resta qui» dice con la voce arrochita dal sonno.
«C'è scuola e so che hai staccato la tua sveglia» Provo inutilmente a liberarmi dalla sua presa e nel mentre piego la testa di lato per permettere alle sue labbra di posarsi sul mio collo. I miei pensieri e le mie azioni non sanno cosa vuol dire essere coerenti.
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This could be nothing
Romance"Si volta verso di me. Incessanti lampi illuminano il suo viso, ma è lo sguardo che mi rapisce. La luce ha abbandonato i suoi occhi ormai oscurati da rabbia, tormento e follia. Emozioni talmente intense da non poter essere trattenute, scivolano via...