10. Stella ingannatrice

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Come cambia in fretta la vita. Un giorno sbavavo su Remi da lontano, ora invece mi aspetta fuori scuola, con un cappuccino e la voglia di vedermi, anche se pochi secondi prima delle lezioni.

Non ci credo ancora. Non ci avrei scommesso neanche i pochi centesimi che mi restano sulla carta.

È dolce, tenero. Non gli pesano i miei tempi. In fondo è ancora tutto nuovo per lui, mostrarsi in pubblico mentre mi bacia o mi tiene per mano...È il nostro segreto per ora.

Le ragazze della scuola ci resteranno malissimo quando arriverà quel giorno. Tranquille, da stalker esasperato che lo spiava sui social come voi, posso dire che tutti hanno una speranza.

Mi saluta e corre in classe sua, gli aspetta una verifica.

Volo in un cielo terso, infinito. Il cuore leggero e la voglia di gustare ogni bellezza della vita.  Incluso Ian che sta minacciando il capitano della mia squadra di basket, bloccato contro gli armadietti.

«Dillo! Mi dai una spallata apposta e mi fai pure un sorrisetto! Dillo chiaro: scusami Ian!»

Il capitano lo spinge via, i palmi contro il suo petto. «Stai esagerando, Essler!»

«Giuro, le teste di cazzo come te che osano toccarmi non le sopporto!»

Alfie tira l'amico verso di sé, convincendolo ad andare via. Ma lui, irremovibile, ha deciso la sentenza.

Mi faccio spazio tra la folla accerchiata attorno a loro, mi basta trarre Ian dalla mia parte, si arrende al mio comando.

«Bravo! Vai col tuo fidanzatino, è per questo che se ne è andato via dalla nostra squadra!»

Ian sfugge alla mia presa, incespico a ritroso sotto la sua spinta, mi lascia interdetto col cappuccino rovesciato sul mio petto.

Il suo destro in pieno volto al capitano, altri accorrono per separarli.

«Non lo toccare!» Remi sbuca dietro di me e se la prende con Ian, non col loro nemico in comune.

Non ci capisco più nulla. Remi che ce l'ha con Ian per un cappuccino rovesciato, Chase che si intromette in sua difesa, il capitano che riparte assieme a un rinforzo. Si interrompe tutto all'arrivo di un professore, la folla si dilegua.

Cerco Ian tra il trambusto, una bionda è stretto attorno a lui, gli prende il volto tra le mani e lo bacia finchè lui non si lascia trasportare e si ammorbidisce.

«Bagno dismesso, a fumare.» Alfie mi prende a braccetto e lo seguo.

Mi confessa che quando i genitori chiamano Ian, lui sta sempre così. Non scorre buon sangue tra di loro. E quando Ian sta così sta male anche Alfie, assorbe il suo tormento.

Mi ha portato qui, per stare con me. Aveva bisogno di condividere la sua tristezza con me.

Non ho parlato più con Ian, in realtà è lui che non parla con nessuno, con Remi è guerra aperta. Al corso o agli allenamenti sta sempre sulle sue. In mensa manca.

Un fantasma.

○○○

Il sabato non è iniziato proprio alla grande. A volte, Erik ha bisogno di imporre la sua supremazia, ferendomi con parole studiate a tavolino. È finita con io che lo invitavo gentilmente fuori da camera mia e lui che mi ha scaraventato a terra.

Mia madre, attirata dal casino, si è precipitata da noi. Ha creduto al suo amore, alle sue spiegazioni.

Secondo lui io non so scherzare.

Me lo aspettavo da mia madre. Mi ha completamento ignorato, come fa sempre.

Il campanello suona senza sosta. Mi alzo ancora frastornato e mi avvio con cautela al piano di sotto.

This could be nothingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora