36.Messaggio "non a sorpresa"

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«Io non vado proprio da nessuna parte con te» proferisco, non smuovo il mio corpo nemmeno di un millimetro.

Simon non si scompone, assume un'espressione divertita, non demorde con tanta facilità.

«Tranquillo non lo dirò a Ian, se è questo che ti preoccupa. Li so mantenere i segreti» ribatte con un detestabile occhiolino.

Scrollo le spalle. «Io no, che peccato...Posso riavere il mio cellulare?» mi impunto.

«Facciamo un patto. Stiamo insieme, parliamo un po' e poi te lo ridò.» Ritira il cellulare dall'interno del suo casco e inizia a picchiettare lo schermo col pollice. «Dimmi come sbloccarlo così ti salvo il mio numero.»

Se Alfie è riuscito a scoprire il mio stupido codice, può arrivarci anche lui. Potevo inventarmi una sequenza numerica migliore, diamine!

Provo ad alleggerire la tensione alle spalle con un respiro profondo.

«Non ti salvi nessun numero, non parleremo, non usciremo, nulla di nulla. Simon non mi interessi in quel senso» dichiaro deciso, scontrandomi coi suoi occhi.

«A me sì e se mi dai un'occasione, cambierai idea anche tu.»

Non so cosa ci trova da sorridere, mi manda sui nervi, non fa altro che ostentare la sicurezza di chi è convinto che con i suoi modi allusivi possa ingannare chiunque. Magari ha giocato questi speciali assi nella manica con altri avendo sempre la vittoria in pugno, con me non attacca.

Tenta di diminuire ancora la distanza tra noi, servendomi su un piatto d'argento l'opportunità di rompergli il naso. La mia mano già si stringe in un pugno.

«Ridammi il cellulare» Il mio tono trema di nervosismo.

Scuote appena la testa, accompagnando la movenza con lo schiocco della lingua contro il palato.

«Ok, va bene» cedo e uno scintillìo attraversa i suoi occhi, il sorriso diventa più ampio.

Mi avvicino alla sua moto, scavo nel mio zaino le chiavi, le faccio ciondolare dalle dita. Il leggero clangore metallico, ampliato dalla quiete della sera, si infila tra le pieghe della sua bocca, sfumando il suo sorriso vittorioso appena realizza la mia vera intenzione.

«Però prima facciamo un altro patto, tu continua pure a fare il coglione e io ti graffio la tua bella moto, che ne dici?»

«Mi piaci sempre di più» confessa con scherno ma strozza un no quando la punta della chiave si avvicina alla superficie nera cromata.

«Un'altra parola sbagliata e ti rigo tutta la fiancata» sostengo ferreo.

Alza una mano in segno di arresa. «Ammetto che sei più carino quando ti arrabbi ma ok, la smetto, ci tengo alla mia moto» si arrende, tende il cellulare verso di me. Lo ritrae all'indietro nell'istante in cui le mie dita arrivano a sfiorarlo. «La prossima volta scommettiamo che cambi idea e ti ritrovi a uscire con me?»

Afferro l'estremità del cellulare con uno scatto. «Non ci sarà nessuna prossima volta!»

Non insiste, sale in sella alla sua moto e mi fa un cenno della testa in segno di saluto prima di rimettersi il casco.

Tiro un sospiro di sollievo, va via e spero per sempre.

○○○
Finalmente è l'ultimo giorno che Ian starà lontano da me, in mattinata saranno comunicati i vincitori. Dovrebbe fare ritorno in serata.

Non ci siamo sentiti dagli ultimi messaggi di ieri. È il solito!

Ma al diavolo il suo e il mio orgoglio, gli mando lo stesso un messaggio di incoraggiamento e lo avviso di dirmi subito l'esito.

This could be nothingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora