35. Non stavamo flirtando

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Tiro su le coperte e accetto la videochiamata di Ian. È disteso nel letto dell'hotel, gli occhi stanchi, i capelli scompigliati e un sorriso accecante appena mi vede.

Riprendo a respirare dopo essere stato tutto il santo giorno in apnea senza di lui.

Non so per quanto tempo resisterò e la giornata non si è nemmeno conclusa. Mi manca da morire.

Così come i suoi messaggi fastidiosi, i suoi complotti per incendiare la scuola pur di saltare le prime ore, i soprannomi inventati. E il peggio è che nessuno salterà dalla mia finestra stanotte e si intrufolerà nel mio letto. Se accarezzo con le dita la stellina della mia collana, lo sento più vicino. Le stelle non abbandonano mai chi hanno sulla terra.

«Abbiamo da poco finito di cenare, non ci siamo fermati un attimo tra incontri e spiegazioni del programma» racconta annoiato, stropicciandosi gli occhi.

«Ti hanno messo in camera con quel ragazzo che voleva vedere Netflix con te?»

«No, per fortuna! Sto con un altro e c'erano due possibilità, o andavamo d'accordo o lo facevo dormire nella vasca da bagno. Ha preferito la prima opzione.»

Dai, è un buon inizio.

Vuole sapere della mia giornata, ovvero ore di lezioni infinite, la nostra squadra libera dalla sua tirannia e appena gli dico che sono andato al Mc con Alfie, gli si illuminano gli occhi. Sa che è una grande vittoria.

Faccio un grosso sbadiglio, fatico a tenere le palpebre aperte.

«Prima che crolli me la dai la buonanotte?» stuzzica con voce calda.

Intrufola la mano sotto la sua maglia, striscia le dita lungo la v definita che mi fa impazzire.

«Ian...ti ricordo che non sei da solo.»

«Ma è in doccia» persevera, abbozzando un broncio.

Non cambio idea.

«Mi dici come faccio per altri quattro giorni?»

«Beh, ti avevo detto al tuo ritorno» gli ricordo con aria insolente.

Assottiglia lo sguardo in atto di sfida. «Vediamo quanto tempo ci metti a cedere...»

Cazzo...

Le sue dita scompaiono oltre l'elastico della tuta, libera un sospiro di piacere.

Sento lo scatto di una maniglia, lui che si ricompone in fretta. Una voce si fa più vivida, lo invoglia a vestirsi e darsi una mossa.

L'inquadratura della videochiamata si gira su un ragazzo col torso nudo in bella vista e un asciugamano in vita, intento a scartare dei vestiti dalla sua valigia.

Ah...

«Lex, saluta!» lo incita Ian.

Lex si volta di tre quarti esibendomi un largo sorriso, agita una mano verso la fotocamera.

«Uscite?» domando con una nota di ostilità, pensando a un ragazzo carino accanto a Ian per quattro lunghi giorni. «La prof non dice nulla a quest'ora?»

«Infatti lo faremo di nascosto. Da domani ci aspettano solo prove.» Ian rigira di nuovo l'obiettivo verso di lui.

«Lo tengo d'occhio io!» esplode Lex, metà viso appare all'estremità dell' inquadratura, i riccioli umidi ondeggiano sul display.

Assisto a Ian mentre si prepara in bagno, cosparge il suo corpo di profumo, riordina i capelli all'indietro usando le dita come i denti di un pettine.
È così sexy quando si sistema i capelli in questo modo.

This could be nothingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora