28.This could be...us?

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È arrivato. È il brivido lungo la schiena, la piacevole agitazione che tempesta il mio stomaco a dirmelo. I suoi passi si fanno più vicini, i miei battiti più rapidi. La sua figura emerge dalla penombra e i suoi contorni si disegnano man mano che avanza lungo il bordo piscina.

Sprofondo in acqua, il mento rasenta le lievi creste azzurre. Non riesco a staccarmi dal suo sorriso insidioso, dalle sue mani che scivolano indolenti lungo l'estremità dei suoi indumenti. L'inizio del suo gioco, provocarmi fino a farmi perdere il controllo.

Mi basta scorgere un ritaglio del suo addome per sentirmi già perso. Seguo i movimenti delle sue dita mentre abbassa la lampo dei pantaloni.

Guardo altrove, lui ridacchia.

Come se non lo avessi ancora visto poi...

Sento le crespe dell'acqua infrangersi contro il suo corpo. Sollevo lo sguardo, sta per raggiungermi.

I bagliori blu e rosa delle luci seguono ogni linea dei suoi muscoli, creano strani giochi sui lineamenti del suo viso e luccicano nelle goccioline impigliate nei suoi capelli.

Il mio gioco è diventato il suo. Una trappola. E ci sono caduto senza accorgermene, sicuro di avere tutte le carte dalla mia parte.

E così follemente vicino che potrei contare ogni sua ciglia. Lo voglio così tanto che mi spaventa.

Delle gocce filano lungo le venature del collo e si adagiano sulle clavicole, vorrei leccarle una a una solo per rinnovare il ricordo del sapore della sua pelle, imprimerlo sulle labbra e non lasciarlo andare più via.

Ho gli occhi incollati sulla sua bocca, indietreggio e finisco col culo contro la parete della piscina.

«Non scappi da nessuna parte.» Si avvicina, il corpo sfiora il mio. Carezza la mia guancia con le dita,  lascia una scia bagnata. «Sei mio.»

Rabbrividisco.

Incatenati a me, esplodiamo insieme e dissolviamoci nella nube inesauribile di una supernova. Diventiamo una delle costellazioni più luminose dell'intera galassia, visibile a occhio nudo.

China la testa a pochi millimetri dalle mie labbra, ci stampa un lungo bacio. Le sue mani percorrono i miei fianchi, stringono le cosce, mi solleva appena.

Mi sostengo alle sue spalle per alleggerire il mio peso. Sì, mi pongo questo problema anche se siamo in acqua.

«Sono pesante» mormoro.

«Sì, sì, sei proprio perfetto» soffia assorto tra le mie labbra.

La mia mano accarezza i suoi capelli, scivola sulla nuca per spingerlo più verso di me. Mi specchio nei suoi occhi, scorgo la stessa perfezione che nomina sempre, sono scintille incastrate nelle sfumature scure delle sue iridi. Spero che le veda anche nelle mie, perché nascono solo quando ce l'ho davanti.

Mi solleva del tutto con uno slancio, i nostri corpi uniti. Lego le braccia dietro la sua nuca, aggancio le gambe attorno ai suoi fianchi.

Il suo cuore che batte impazzito, il mio che si è polverizzato dai troppi colpi.

Muove i fianchi, la sua erezione che preme contro di me. «Non sai da quanto tempo ci sto fantasticando» sussurra tra un bacio e l'altro sul collo. «Non immagini da quanto sogno di scoparti in questo modo.»

Cazzo.

Ho perso. Sono morto. Già sono suo.

Mi tira fuori mugolii sempre più forti a ogni bacio e morso sulla mia pelle.

Continuo a strofinarmi contro di lui. Lo voglio da morire e lui ci gode nel vedermi implorante. Sa come risponde il mio corpo quando è incollato al suo, ai gemiti strozzati, al respiro che diventa più pesante. Sa anche che ce l'ho così duro da non capire proprio nulla.

This could be nothingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora