CAPITOLO 1
Jasmine
La paura è la peggior nemica dell'uomo, influisce sulle nostre decisione senza lasciarci libera scelta.
Io ci vivo in continuazione e dopo un po' ci fai l'abitudine, anche se in fondo spero sempre che mi lasci scegliere per una volta e non mi tenga chiusa in gabbia.
Ma oggi non si parla di me, oggi devo essere felice.
Potrebbe esserci una giornata migliore di quella di oggi?
Oggi domenica 20 ottobre mi sto preparando per passare la giornata " anti-autocommiserarsi " con la mia migliore amica.
In effetti se lei non si fosse appena lasciata e di conseguenza non sembrasse un orso appena uscito dal letargo, sarebbe una giornata perfetta.
Però guardando le cose che dobbiamo fare direi che solo un terremoto potrebbe rovinare tutto.
Prima cosa. Prepararsi e andare a svegliare quella scansa fatiche della mia migliore amica.
Vado in bagno per farmi una doccia veloce. Nel mentre canto nella doccia "favorite crime" di Olivia Rodrigo. Dopo essermi lavata i denti do un'asciugata veloce ai capelli, che iniziano ad essere troppo lunghi, e vado a scegliere un outfit che potrà essere abbinato con quello di Leila (la mia migliore amica.)
<MAMMA, PANTALONI BIANCHI O NERI,> Spero mi senta anche se c'è una rampa di scale a dividerci.
<BIANCHI.>
Prendo i pantaloni bianchi e li guardo. Li ripiego e prendo quelli neri. Mi metto una maglietta lunga, assicurandomi che mi copra bene la pancia, soprattutto lo stomaco. Prendo un maglione azzurro e una giacca. Prima di uscire dalla camera però decido di truccarmi leggermente. Mi metto un mascara leggero e un gloss di essence pagato cinque dollari. Sarà costato poco ma l'effetto che ha sulle mie labbra è spettacolare. Prendo la giacca e ricontrollo di aver staccato tutto dalle prese della corrente, arrivata dalle scale ritorno indietro per esserne sicura.
<Io vado da Leila. Ci vediamo domani.>
Mia madre smette di cucinare e si gira.
<Domani?> Mi guarda con il suo solito sguardo " Non sto capendo"
<Si dormo da lei e-si la roba è già da lei. Ci vediamo salutami papà.>
Esco di casa e mi metto le mie amate cuffiette. Credo che se non ci fosse la musica io sarei già sprofondata in un pozzo senza scala, quando indosso le cuffie è come se mi teletrasportassi su un altro pianeta.
Cerco in 26 modi di farle connettere e nel mentre mi siedo alla fermata del bus. Perchè deve essere sempre così difficile?
Guardo l'ora e noto che è già in ritardo di 5 minuti, non che sia sempre in ritardo ma molto spesso succede e per lo più in giorni in cui devo fare in fretta. Dopo altri 5 lo vedo arrivare e fermarsi davanti a me. Salgo salutando e mi siedo nel MIO posto vicino a Robert, l'autista.
<Ei Rob, come va?> Lui si gira e mi manda un bacio.
<Io bene te?> Mi conosce da quando sono piccola, è un amico di mio padre. Io chi sono per non approfittare dei passaggi gratis?
<Sto andando dalla mia migliore amica per non farla autocommiserare. >
Nel mentre si ferma a un'altra fermata e aspetta che una signora si levi dalla sua prospettiva per parlarmi.
<Uhh, Leila sta bene?> Ormai anche lei è di famiglia quindi la conosce.
<In realtà no ma-> Realizzo che stavo dicendo troppo e mi interrompo.
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Ho paura ma tu non mi spaventi
Teen FictionLei una ragazza che ha paura di amare ma che non aspetta altro, con un mondo che la divora da dentro ma che non riesce a buttare fuori. Lui un ragazzo che vuole aiutare gli altri ed è disposto a mettere la felicità degli altri prima della sua. Cosa...