IDEE CONFUSE

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CAPITOLO 18

Jasmine

Come ogni mattina sono andata a correre con Leila, lei a volte doveva rallentare il passo per permettermi di raggiungerla. Finito il nostro giro torniamo verso casa, solo che questa volta al posto che fare colazione insieme ci siamo divise. E' iniziata la settimana numero uno delle sospensioni. Se posso dire la verità, ne sono già stufa.

Tornata a casa non sono riuscita ad addormentarmi dopo la doccia.

Sto pensando alle cose successe ieri, è stata una giornata davvero strana. Non ho ancora raccontato a Harry e gli altri che mi sono lasciata, credo che gli invierò un messaggio dopo.

Però dirlo agli altri, vorrebbe dire rendere ufficiale il mio fallimento. Un altro.

Scrollo la testa per non pensarci.

Stamattina a Leila volevo raccontare cosa è successo ieri sera, ma avrei dovuto dirgli dell'attacco di panico di Benj e non volevo rischiare di dire qualcosa che lui voleva tenersi per se. Non è mio compito raccontare quelle cose private. Solo ora penso che potevo dirgli che l'ho incontrato senza andare nei dettagli, ma forse meglio così almeno non rischio di dire cose sbagliate.

Vedo ancora la cartella intatta attaccata alla scrivania, mi avvicino e inizio a tirare fuori tutti i libri, non dovrò riempirla per due settimane, levati tutti i libri, mi rimane sotto gli occhi, un'ultima cosa.

La busta. Ieri mi è passata di mente, o forse volvevo accantonare questo problema, per non pensarci.

La tengo in mano e vado a sedermi sul letto.

Non credo di avere il coraggio, ma la curiosità è più alta rispetto all'ansia.

Rigiro la busta qualche volta e poi prendo la parte in alto per aprirla.

All'inizio non vedo nulla, guardo all'interno e vedo un foglietto.

Prendendolo sento un materiale diverso. Come se fosse plastificato.

Lo tiro fuori, in mano mi ritrovo una cosa inaspettata.

Ho un ecografia in mano.

15\10\2004

C'è scritta questa data sulla foto, ci sono due bambini. Sono gemelli immagino.

Ma non capisco cosa centri con me questa ecografia.

Vado dal cassetto del mistero e tiro fuori tutto.

Per ora ho una fede, dei biglietti, e un ecografia. Non saprei come unire queste cose.

Una persona si è sposata e ha avuto due figli? Ma se ho io la fede, vuol dire che questo matrimonio non è andato a buon fine.

Ma continuo a non capire.

<Ja, colazione insieme?> Mia madre mi chiama dal piano di sotto.

Rimetto tutto nel cassetto e scendo.

<Ok, che devo stare a casa per due settimane. Ma non voglio stare male.> Mia madre mi fa il dito medio e mi mette davanti il latte.

<Io devo correre in ospedale, te cosa pensi di fare oggi?>

<Credo che starò a casa, intanto danno pioggia.> Lei annuisce e si avvicina per baciarmi la testa. Io come scatto naturale mi allontano leggermente e mi irrigidisco.

<Dai un bacino.> Sto ferma immobile guardando davanti a me.

Vedendo che non si sposta mi giro e appoggio le mie labbra sulla sua guancia.

Ho paura ma tu non mi spaventiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora