TUTTI MENTONO, ANCHE NOI A NOI STESSI

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CAPITOLO 27

Jasmine

Sono seduta in cucina e sto sperando che mi cada un meteorite in testa vedendo come è partita la giornata. Appena mi sono svegliata ho tirato un calcio al comodino con il mignolino del piede, come se non bastasse mi si è incastrata la manica nella maniglia della porta con la quale ci ho litigato.

Si, ho litigato con una porta...

Adesso ho davanti la Eleonor incazzata, mia madre mi sta urlando contro perchè non ho ancora inviato richieste di ammissione a nessun college.

<Mi puoi spiegare il motivo? Se fosse troppo tardi e non ti accettassero? Se rimanessi fuori da tutti i college?>

<Non posso rimanere fuori dato che non voglio fare una delle scuole richieste.> Mia madre apre la bocca e le sue braccia le cadono sui fianchi.

<Non fare quella faccia mamma, sapevi benissimo che non erano quelle le scuole che puntavo, se la scuola che ho scelto non ti rende abbastanza fiera non so che farci. Io inseguirò i miei sogni.> Si siede vicino a me e il suo sguardo si addolcisce per qualche secondo.

<Jasmine, sono orgogliosa di te per tutto quello che fai, non puoi capire quanto io sia felice a vedere come tu insegua i tuoi sogni, volevo solo farti capire che hai tutte le possibilità per entrare in quelle scuole prestigiose che potrebbero aiutarti in futuro.> Sospiro e dopo aver bevuto inizio a parlare.

<Ma non è quello che voglio, io voglio essere una biologa marina, una veterinaria marina o come cavolo vuoi chiamarlo. E' il lavoro che amo.> Lei annuisce e sorride.

<Scusami amore, è solo che voglio solo il meglio per te.>

<Lo so mamma, ma quello per me non è il meglio, in quei posti sarei sprecata dato che perderei me stessa.>

<Certo.> Si alza e dopo avermi baciato la testa mette a posto le tazze che abbiamo usato.

Mi preparo ed esco per salire in macchina di mia madre approfittando del passaggio.

<Ti ricordi quando ti sei rifiutata di andare a giocare al parco giochi perchè volevi aiutare un cagnolino randagio?> Annuisco e la guardo mentre guida concentrata sulla strada; <Si.> Le rispondo.

<E quando ti sei chiusa in camera rovinandoti una giornata al parco acquatico piuttosto che ammettere chi dei tuoi amici aveva rotto il vaso?>

<Si, ma a cosa vuoi arrivare?>

<Voglio solo dirti di non perdere questa testa di cazzo che hai, perchè anche se a volte mi fa penare e molto spesso innervosire ti rende unica e speciale. Non smettere mai di combattere per le cose che ami e per le persone a cui tieni. >

<Lo farò sempre, perchè dovrei smettere?>

<Perchè a volte la vita può colpirti così forte da farti perdere te stessa.>

<E come faccio in quei casi a ritrovarmi?> Chiedo guardando fuori dal finestrino.

<Non potrai mai essere quella di prima, ogni volta che ti succede qualcosa cambi, se ti succede una cosa brutta l'unica cosa che puoi fare è trarre la parte positiva e un insegnamento fuori da quella situazione. >

<Ma come?>

<Devi creare una nuova te che rispecchia la persona che vuoi essere anche se ti sono successe cose brutte. Sono le nostre scelte a dire chi siamo e non il nostro passato.>

<Ma il passato ci segna.> Siamo arrivate davanti a scuola, mia madre si ferma e si gira verso di me.

<Hai ragione, ma tu puoi decidere se assorbire quello che ti è successo per essere una persona migliore o subirlo per avere una scusa per le brutte azioni che commetti e sulla spregevole persona che sei.> Guardo mia madre senza sapere cosa dire, non riesco a dire nulla.

Ho paura ma tu non mi spaventiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora