LA PARTITA

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CAPITOLO 10

Jasmine

La fortuna per una volta è dalla nostra parte, ieri sera hanno dato allerta rossa, di conseguenza le scuole sono chiuse. Io e Leila ci siamo svegliate prima del previsto, alle 8:30 avevamo già finito colazione. Non siamo persone che dormirebbero fino alle due di pomeriggio, ma non pensavamo di svegliarci alle 7 come se dovessimo andare a scuola. Siamo state un oretta sul telefono, poi il mio stomaco a brontolato e ho chiesto a Leila se avesse fame, non sto a dire che mi ha detto di sì. Durante la colazione non facevo altro che pensare ai bigliettini di ieri. Saliamo in camera, ci sediamo sul letto per guardare un film, ma il mio sguardo finisce sempre sulla scrivania, dato che la mia curiosità è più forte  di  me e non riesco a resistere più di un giorno, mi alzo e prendo i 2 biglietti e il bisturi e mi metto sul letto con Leila.

<Potrebbe essere un inizio di un film horror, tempo da paura, noi che dobbiamo capire chi ti invia messaggi strani.>

<Speriamo di no Le, altrimenti saremmo già morte, conoscendoci io cadrei da qualche parte e mi appoggerei a te portandoti con me.> In un film horror probabilmente, saremmo le due migliori amiche all'inizio che vengono ammazzate per prima oppure, le protagoniste che sopravvivono senza senza sapere come abbiano fatto, ma sicuramente non saremmo quelle che salgono le scale andando al piano superiore. Sinceramente se so che c'è qualcuno in casa la prima cosa che faccio è stare vicino alla porta o aspettare che qualcuno salga al mio posto, io lo seguirei perchè mi piace l'adrenalina che mi mette la paura, ma da sola no, è la prima regola.

Controllo dentro gli armadi e dietro il letto prima di dormire, figuriamoci se mi metto a fare Dora l'esploratrice, se so che c'è qualcuno in casa.  

<Ovviamente io me la prendo in quel posto per colpa tua.> Le faccio il dito medio e guardo i due biglietti.

<Da quale iniziamo Sherlock? Biglietto 1 o 2?>

Mi fa il gesto 1 e prendo il biglietto con il bisturi.

<Allora io direi di scriverci le domande a cui rispondere.> Avere le cose sotto d'occhio, mi tranquilla un po', posso vedere le cose in modo più schematico e organizzarmi meglio.

<Ja, non è un gioco.>

<Sono io quella minacciata, direi di prenderla sul ridere è meglio.>

Apro il bigliettino, stessa scrittura dell'altra volta. Non è un buon inizio.

Una volta è uno scherzo, due uno scherzo che sta prendendo una brutta piega. Leggendo la scritta mi sembra tutt'altro che uno scherzo, mi sa che qua non rispettano i punti, sono già andati alla minaccia.

E' un' assassina.

<Di chi parla?> Leila mi guarda aspettando una risposta. Prendo in mano il bisturi e lo rigiro tra le mani. Troppe coincidenze tra loro, non può essere.

Noto la punta del bisturi leggermente piegata. Guardo la parte in basso e la trovo.

Io so di chi parla, e di chi è questo bisturi.

<E' suo.> Non alzo gli occhi dal bisturi.

<Di chi parli Ja.> Non so come dirlo.

Mi prende una mano e io di riflesso la levo. Vedo il suo sguardo un po' deluso, non sa quanto mi dispiaccia, ma il contatto fisico quando sono in ansia è l'ultima cosa che voglio.

<Sai che mia madre è un medico? Ecco questo bisturi è suo. >  Prendo un lungo respiro. <Vedi questa "E", gliel'aveva intagliata mio padre quando l'hanno resa primario. >

Ho paura ma tu non mi spaventiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora