CAPITOLO 21
Jasmine
Sono a scuola ma non riesco a concentrarmi sulle lezioni. In testa ho ancora il video di mia zia, ho provato a chiedere a mia madre la chiavetta ma lei ogni volta cambia discorso. E' da quattro giorni che cerco il video ma sembra svanito, come se non fosse mai dovuto esistere. Non se ne parla in casa e quando tiro fuori il discorso iniziano a dire altre mille cose piuttosto che rispondermi. Ho capito che dovrò indagare da sola, quando torno a casa provo a unire le lettere vecchie con quella nuova, con gli altri mi sono messa d'accordo che domani avremmo fatto i detective, è da troppo tempo che rimando questa cosa, c'è qualcuno che mi sta minacciando e io voglio capire chi sia il codardo a farlo in anonimo.
Ho anche iniziato gli allenamenti seriamente e sono sfinita, Sonya ci sta andando pesante con le vasche, torno a casa e vado subito a dormire senza mangiare da quanto sonno ho.
<Bennet, sta seguendo la lezioni.> Guardo il prof e gli sorrido.
<Certo.>
<Allora che ne dici di-> Quanto amo la campanella, mi ha salvato più volte lei che il mio cervello.
<Ti è andata bene Bennet.> Gli sorrido e seguo gli altri in mensa. Oggi c'è un'altra partita di Hockey, quindi gli animi sono un po' agitati.
Mi siedo in un tavolo e tiro fuori il mio pranzo, dato che quello della mensa ho paura mi faccia stare male, me lo porto da casa spesso. Prima di iniziare a mangiare aspetto gli altri.
<Pronti ragazzi per un'altra partita?> Harry è il più gasato.
<Io sono pronta per il riscaldamento.> Ci giriamo tutti verso Leila con la bocca aperta, alzo la mano per batterle il cinque.
<Speriamo non sia noiosa come la precedente, altrimenti potrei addormentarmi.> La scorsa partita hanno giocato con una squadra talmente scarsa che si sono messi a pattinare su una gamba, cadendo innumerevoli volte.
<Ja, dici così solo perchè non c'era il tuo amore.> Faccio il dito medio a Conrad e mi porto alla bocca una forchettata di pasta fatta da papà.
<Vero, oggi torna. Devi stare attenta a non distrarti troppo dalla partita, alla fine ti farò delle domande per vedere se sei stata attenta.> Faccio il dito medio a Leila e dopo aver ingerito il cibo inizio a parlare.
<Non era noiosa perchè non c'era lui, se l'avessi saputo sarei andata a vedere il Basket.> Mi rendo conto troppo tardi della cazzata che ho detto, gli anni scorsi andavo a vedere le loro partite sia per mio cugino ma anche per Jack, ma dall'ultima litigata ho cercato di stare distante da ogni luogo in cui avrei potuto trovarlo per rispettare la sua scelta. Quando lo vedo per i corridoi provo a salutarlo ma lui come risposta mi fa solo un cenno di testa.
<Dai mangiate che altrimenti ci rubano i posti.> Il resto del pranzo lo passiamo in silenzio, si sentono solo i nostri denti sbattere.
Appena finiamo di mangiare ci dirigiamo verso la pista. Le persone che ci passano affianco spingendo, sono talmente tante che non riesco nemmeno a contarle.
Mi stanno sul cazzo, cosa ti costa dire permesso?
<Vuoi vedere che adesso mi metto in mezzo per non farle passare?> Leila mi prende dal braccio e mi porta a dei posti liberi. Appena entriamo la vastità di questo posto mi cattura. Il mega schermo che scende dal soffitto, le mille gradinate e il campo, dove ci sono già le squadre a riscaldarsi, prendo il telefono e invio una foto a Evie, dato che mi ha detto che gli piace il riscaldamento. Ci sediamo prendendo i posti che secondo noi sono i migliori. Qualche minuto dopo Evie mi risponde con una faccetta che si scioglie. Metto via il telefono con il sorriso, in mezzo alle lettere, che non ho ancora finito di leggere, ho trovato anche una sua lettera.
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Ho paura ma tu non mi spaventi
Teen FictionLei una ragazza che ha paura di amare ma che non aspetta altro, con un mondo che la divora da dentro ma che non riesce a buttare fuori. Lui un ragazzo che vuole aiutare gli altri ed è disposto a mettere la felicità degli altri prima della sua. Cosa...