IT'S MY BIRTHDAY

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CAPITOLO 20

Jasmine

E' lunedì, oggi a scuola succederanno molte cose.

Apparte il mio ritorno a scuola in generale, ci sarà il mio ritorno in squadra. Se devo essere onesta sono un po' in ansia, ma l'adrenalina abbatte l'altra emozione.

Oggi dovrò trovare anche Jack per parlargli, ho aspettato di vederlo a scuola, cosicché non possa avere scuse per evitarmi. In più, gli ho dato delle settimane di tranquillità, per tranquillizzarsi.

Devo capire seriamente come è la situazione, devo parlarci e chiarire, almeno provarci, non posso stare ferma a guardare un'amicizia frantumarsi.

L'unica cosa che non mi va ancora bene è la mia espulsione, che anche se ho dei bei voti finirà nel mio curriculum e il college ne terrà presente. Tra poco dovremo avere gli incontri per parlare del college che abbiamo in mente. A volte mi dimentico che questo è il mio ultimo anno e il prossimo, se tutto va bene, sarò in un'altra scuola e probabilmente stato.

Per mia fortuna stamattina c'è il diluvio, quindi la corsa mattutina è annullata. Non ce l'avrei fatta oggi, con tutte le cose che mi girano in testa. Però da quando abbiamo iniziato vedo degli sprizzi di luce negli occhi di Leila, quindi se la corsa ha questo effetto posso fare un eccezione alle occhiaie che ho sotto gli occhi.

E' da tutto il weekend che penso al comportamento di Benjamin, per due settimane ha insistito per il mio aiuto, ma poi si ritira.

Dopo avermi fatto una domanda su Foster, non capisco cosa centrava lui in quel discorso, dato che mi detesta.

Solo ora ho collegato che era lui il bambino della mensa, ai tempi non mi aveva mai detto il suo nome. Io sapevo solo che a ogni ricreazione era da solo. Per aiutarlo gli ho chiesto di unirsi a noi. Poi quel bambino è scomparso e nessuno ne sapeva più nulla. Foster c'è dal primo anno di superiori e gli anni coincidono bene.

Ma io non ho fatto nulla di male.

Ho portato Benjamin nel mio posto, e gli ho svelato le scale per raggiungere la mia tranquillità.

Quel posto sembra un paradiso terrestre. Appena scendi le scale, che sono coperte dalle piante, ti ritrovi su una spiaggetta isolata, c'è solo la sabbia e alberi in giro. Molto spesso puoi vedere diverse specie di animali, in acqua o fuori.

Gli ho mostrato un qualcosa di importante per me, gli ho mostrato una parte di me, un qualcosa che è davvero speciale.

Non lo conosceva nessuno prima di ieri, non so perchè ma il mio segreto è uscito da solo per dirlo a lui. Mi ero trovata quel posto per stare sola e non aver nessun rischio che qualcuno venga a intromettersi. Ma ora lui lo sa.

Sono stata una cogliona, dovevo tenerlo per me e basta.

Sto aspettando mio padre in macchina, dato che si è offerto gentilmente, di portarmi a scuola.

Non mi sono messa a supplicarlo, ma va.

La portiera sbatte.

<Maledette te e i tuoi modi di convincere la gente.> Bhe, forse ho un po' buttato il discorso a tavola, ma niente di che. Gli ho solo chiesto, almeno 10 volte, se andasse verso la scuola, cercando di mettergli in testa mille buone idee per portarmi.

Cominciamo a cantare le canzoni che danno alla radio come due disperati, se non si rompono i vetri adesso, non so quando potrebbero farlo.

Quando troviamo un semaforo rossi si gira verso di me e iniziamo a cantare come due pazzi.

Dopo mezz'ora arrivo davanti alla scuola.

La gente si sarà dimenticata la mia scenata? Non ho bisogno di altri soprannomi ne ho abbastanza, inoltre vedere le loro occhiatacce e non potergli rispondere altrimenti sembro troppo rude, o come direbbe Leila "Irritabile e poco loquace", aumenta il mio nervoso.

Ho paura ma tu non mi spaventiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora