College.

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Oggi è il gran giorno.

Andrò al college. Da sola. Senza le mie migliori amiche.

Porca miseria.

Metto il mio solito jeans e una felpa con lo stemma della scuola.

Preparo la borsa con dentro computer e tablet e apro la porta della mia stanza, pronta per scendere e affrontare tutto ciò.

Ma mi trovo qualcuno davanti.

«Cazzo, avevo intenzione di bussare.» Alexander è davanti a me.

In tutto il suo cazzo di splendore.

«Che ci fai qua?.» gli chiedo, lui in risposta mi spinge delicatamente dentro la mia stanza e chiude la porta a chiave.

«Volevo augurarti buona fortuna per il tuo primo giorno di college.» noto che ha qualcosa dietro la schiena ancora nuda.

«Alexander.»

«Si...?.» mi avvicino piano piano e provo a prendere ciò che ha dietro la schiena ma non ci riesco.

«Devo dartela io, smettila.» alle sue parole rimango ferma e lui mi sorride.

«Non voglio risultare sdolcinato, ma...» quando vedo la piccola margherita che ha tra le mani sorrido.

«Alex...è un gesto così carino.»

Lo abbraccio mettendo le braccia attorno al suo collo, mentre lui le poggia attorno ai miei fianchi.

Mi bacia, e anche stavolta non è un semplice bacio a stampo, ma molto più approfondito.

E a differenza del primo che ci siamo dati, questo è dolce e allo stesso tempo pieno di passione.

«Alexander...» sussurro nuovamente il suo nome.

«Kyla, ti prego, mi uccidi così.» sorrido sulle sue labbra.

«Kyla! dobbiamo andare.» sento Noah chiamarmi e subito dopo il suono del clacson mi risveglia dal mio stato di trance.

«Questo clacson non appartiene ad una nostra macchina.» Alexander delicatamente, si stacca da me e apre la porta.

«Tornado devi scendere.» annuisco e provo a riprendermi.

«Di chi cazzo è la macchina qua fuori?.» Alexander con sguardo corrugato prova a capire e io ci arrivo solo dopo.

Leonardo.

«Ehm...Alex.» lo chiamo e lui mi guarda.

«Si tratta di Leonardo.» lui è non poco sorpreso.

«Non ti seguo.»

«Mi aveva detto che mi avrebbe accompagnata lui a scuola...» con l'indice e il pollice si massaggia gli occhi.

«Alex?.» lui sospira.

«Hai ragione, non siamo niente quindi non dovrebbe darmi fastidio.» questa frase un po' ha fatto male, giusto un po'.

«Ma purtroppo sento un cazzo di bruciore dentro al pensiero che starai accanto a quel coglione in macchina come se fossi la sua ragazza.» aspetto che finisca il discorso, fortunatamente Noah e Leo stanno parlando e non si stanno curando del tempo che stiamo sprecando.

«Ma non posso farci nulla. Quindi ti dico solo che se osa avvicinarsi un po' troppo gli stacco le palle e ci gioco a calcio.» scoppio a ridere e lo abbraccio.

Mi assicuro che non ci stia guardando nessuno e che nessuno potrebbe guardarci e lo bacio.

Lui poi sorride sulle mia labbra e mi lascia un bacio sulla fronte.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora