The Wood.

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Aiden.

Ma chi me l'ha fatto fare di lavorare.

Anche se oggi lavoro da casa, devo ugualmente svegliarmi presto, troppo.

Mando il buongiorno alla mia ragazza.

Anzi, mi correggo: a mia moglie.

I miei fratelli mi prendono per coglione perché mi sono innamorato di Emma e quindi, a detta loro, mi sono "rincoglionito".

Io questa differenza non la vedo, ma va bene così.

Che navighino nella loro ignoranza.

So che si sveglia sempre dopo un'ora dal mio messaggio perché la scuola le inizia dopo.

Mi preparo e scendo, con il computer sottobraccio, in cucina, dove l'odore dei pancake mi arriva dritto nelle narici.

Si nota che è tornata Marisa.

«Buongiorno a tutti.» vedo già Kyla, Noah e James con gli zaini addosso.

«Buongiorno.» Kyla mi saluta con un bacio sulla guancia, e nello stesso istante, Alexander fa il suo ingresso nella stanza.

Si scambiano un rapido sguardo e già da qui si capisce quanto si vogliano l'uno con l'altro.

Abbiamo sempre fatto leva su questa loro "situazione" perché come qualcuno disse: gli occhi non mentono mai.

E i loro non parlavano e basta, urlavano.

Tutt'ora succede.

Menomale che noi Wood siamo testardi fino al midollo, altrimenti questi due ci avrebbero messo una vita a cedere.

Mi piazzo davanti ad Alexander per fare colazione, e senza farlo apposta, ascolto la loro conversazione.

Mi chiedo perché si ostinino a tenere segreta questa situazione.

Anche se non stanno proprio insieme, possono ugualmente dirlo.

Ma in fin dei conti, decidono loro.

«Stai meglio?.» gli chiede Kyla, prendendo poi lo sciroppo d'acero accanto al braccio di Alexander.

Mio fratello si limita ad annuire, non la guarda neppure.

Che cazzone, mamma mia.

«Non sembra proprio.» lei continua a sussurrare.

«Credi a ciò che vuoi, me ne farò una ragione.»

«Oddio Alex, quando fai così ti odio.» continua a non darle una risposta.

Perciò Kyla si alza e dopo aver salutato, esce, dicendo ai miei due fratelli minori che li avrebbe aspettati in macchina.

«E' nervosa stamattina.» Noah si lascia scappare questo pensiero e io sbuffo.

«Non si è svegliata nervosa, stava bene.» ribatte James.

L'unico che ragiona.

«Le parlo poi io.» continua sempre quest'ultimo.

«Certo, perché James è quello che le sta accanto nei momenti bui, no? è il migliore qui dentro.» inutile dire da chi provengono queste parole.

Iniziamo bene la giornata.

«Che cazzo di problemi hai, si può sapere? o vuoi tenerti tutto dentro e atteggiarti come il duro della situazione? tanto sei bravo in questo.» oh no.

«James...» lo richiamiamo sia io che Noah.

«Nono, fatelo continuare.» nel frattempo nella cucina entra anche Marisa.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora