Go away.

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«Ma come devo dirvelo che non mi interessa?.» sono nel bel mezzo di una litigata tra Eva e tutti i suoi figli.

«Si ma perché se non lo vediamo da quando aveva cinque anni, dobbiamo presentarci ai suoi diciotto anni?.» Noah protesta.

Eva li ha informati che stasera ci sarà il diciottesimo di un loro cugino, ma loro si rifiutano di andare.

Almeno, solo Aiden e Noah, perché avevano impegni con le loro ragazze.

Karol è dai nonni per due giorni, quindi a James non cambia molto.

«Ci hanno invitato. Facciamo ugualmente parte della famiglia, è giusto così.» Eva sta finendo di sistemare i suoi nuovi acquisti in giro per casa, ma ne Noah ne Aiden sembrano intenzionati a chiudere il discorso.

«Non possiamo fare che voi andate e noi diciamo di avere qualche virus?.» Eva guarda male suo figlio minore, che subito capisce di aver detto una bella cazzata.

«Non morite mica se per una serata non state con le vostre ragazze. Non fate le sanguisughe altrimenti scapperanno.»

«Ragazzi, lasciate perdere.» James prova a farli ragionare, e forse solo così riescono a smetterla di parlare.

Sono visibilmente contrariati.

«E a che ora partiamo?.» chiede Alexander, sedendosi accanto a me, nel divano.

«i festeggiamenti iniziano alle otto e mezza, quindi considerata la strada, dovremmo metterci in macchina per le sette.» lui annuisce.

Non ho avuto molto preavviso, adesso come faccio?!

Sono già le tre, io non riuscirò mai ad essere pronta in orario.

Decido quindi di correre nella mia stanza e iniziare con i preparativi.

Deco scegliere cosa indossare, che trucco fare, quali accessori abbinare a queste due cose

Troppo.

Perciò opto per fare prima una doccia ristoratrice, con tanto di scrub corpo e tante, ma tante, creme.

Esco dalla doccia con l'accappatoio, fortunatamente i miei capelli si sono asciugati subito.

E mi prendo un colpo quando vedo Alexander seduto sulla sedia della mia scrivania.

«Oddio! ma che ci fai qua?.» stringo l'accappatoio, senza un apparente motivo.

«Ti copri, tornado? dopo che ho visto e toccato ogni parte del tuo corpo?.» alzo gli occhi al cielo e sbuffo.

«Esci, mi devo preparare.»

«Manca ancora un'ora e mezza.» dice, e sembra scioccato dalle mie parole.

«Appunto. Ho già perso troppo tempo, non posso sprecarne altro standoti dietro.» stavolta è lui ad alzare gli occhi al cielo.

«Che avevi in mente come vestito?.» alzo le spalle alla sua domanda e mi sdraio sul letto.

«Scegli tu, ti prego.» lui non se lo fa ripetere due volte e apre l'armadio di scatto.

Inizia a rovistare, come se fosse in cerca dell'oro, e dopo parecchie ricerche, crede di aver trovato il vestito adatto.

Avevo completamente rimosso l'esistenza di quest'ultimo.

E' uno dei tanti che Eva mi ha gentilmente comprato quando è scoppiato l'incendio che ha distrutto tutto ciò che avevo.

E' rosa cipria, con tanti micro brillantini nella parte inferiore, è abbastanza lungo e presenta solo una lieve scollatura sul petto, creando il solito, bellissimo, effetto vedo-non vedo.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora