You saved me.

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TW: in questo capitolo si parlerà di violenza domestica, sia fisica che psicologica. Si useranno parole abbastanza forti.

Vi prego di non leggere ciò che segue se pensate di non riuscire a "reggere" tali tematiche.

Grazie.

«Hai da fare oggi pomeriggio?.» Eva mi stupisce con questa domanda proprio quando sto per addentare il mio pancake.

«No, credo di no. Perché me lo chiedi?.» lei sospira.

«Io e tua madre ci terremmo a parlare con te, è importante.» annuisco e cerco di capire come mai Eva sembri preoccupata.

«Va tutto bene?.» lei annuisce e mi lascia un bacio sulla testa, uscendo poi.

«E' stato strano.» constata Noah, e non posso che essere d'accordo con lui.

«Buongiorno.» quando vedo Aiden, tutto passa in secondo piano.

Mi avvicino a lui, senza lasciargli quasi spazio.

«Hai sentito Alexander?.» lui mi guarda storto.

«Buongiorno anche a te principessa, si.» quando sento quella parola di due sole lettere, sento le gambe cedere.

«Cosa ti ha detto?.» lui guarda da un'altra parte, evitando il mio sguardo.

«Aiden.» lo richiamo, ma lui non si gira.

«Non posso guardarti, non riesco a mentirti, è come se fossi mia sorella e io non mento ai miei fratelli.» gli prendo il viso e lo giro verso la mia direzione.

Lui chiude gli occhi e stringe le labbra.

«Aiden, porca puttana ne va della mia salute mentale.» impreco e lui sbuffa.

«Sta bene, mi ha detto che sta iniziando a capire molte cose...non ci vorrà molto, secondo lui, ad avere una totale conferma a ciò che suppone.»

«E cosa suppone?.» chiedo all'istante.

«Questo purtroppo non me l'ha detto. Mi ha detto solo che ti pensa costantemente.»

Anche io.

«Mi dispiace per tutta questa situazione, ma stare lontani può solo farvi del bene. Alexander non sta affrontando un ottimo periodo e sarebbe nocivo per il vostro rapporto vivere sotto lo stesso tetto.» guardo a terra ma so benissimo che ha ragione.

Annuisco, comprensiva.

Prendo il succo dal frigo e glielo porgo, mentre gli preparo un piatto di pancake con lo sciroppo d'acero tutto sopra la pila.

«E questo perché?.» mi chiede quando gli passo il piatto.

«Perché ci stai aiutando, e devo iniziare a sdebitarmi, in qualche modo.» lui mi abbraccia.

«Pur di vedervi felici farei qualsiasi cosa, davvero.»

«In questa casa nessuno mi abbraccia mai, come mai?.» Noah si lamenta e io scoppio a ridere.

«Sei un bambinone, lo sai?.» lo ribecca suo fratello, ma quando abbraccio il minore tra i due, quest'ultimo gli mostra la lingua, facendo una buffa espressione.

«Di buongiorno oggi non c'è un beato cazzo.» James annuncia così il suo ingresso nella cucina, e non potrebbe farmi ridere più di così.

«Mi migliorate sempre le mattinate.»

***

«Cosa dovevate dirmi?.» trovo mia madre ed Eva nel salotto, quindi colgo l'occasione.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora