16. Le Origini

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Ammaliata, non si rese conto che Karim non la teneva più e non era nei paraggi. Una mano agguantò la sua facendola destare dal suo stato. «Andiamo» disse Saleem che nel frattempo si era avvicinato. Il soldato portò aveva lo sguardo fisso su suo cugino. Ciò che lesse sul viso del soldato rimaneva una sensazione che non credeva potesse mai provare... aveva paura di Icaro.
Si voltò verso il resto dei suoi amici, Wave e Ronald erano stati più astuti di lei, si erano già liberati.
Dall'altro lato, piegato sulle ginocchia, vi era colui che aveva cercato di imprigionare la sua dama. Skye guardò il collo rigido dell'uomo spezzarsi con uno schiocco raccapricciante e cadere con la faccia a terra. Si sollevò un piccolo sbuffo di terreno che non aiutò a cancellarle dagli occhi quella scena.
Osservò le mani insanguinate del suo aguzzino e realizzò solo in quel momento che intorno a loro non restava più nessun nemico. In breve tempo, la belva che dominava il suo Re, aveva ucciso tutti con una facilità che ancora stentava a credere.
Tutti tranne...
Maicol cadde a terra e con occhi sgranati guardò il fratellastro che lo teneva stretto per il colletto, Icaro alzò una mano chiusa a pugno a mezz'aria e negli occhi verdi di Yuri lampeggiò tutto l'odio che aveva covato per anni.
Il pugno scattò in avanti pronto per colpirlo ma si arrestò ad un centimetro dalla punta del suo naso, non l'aveva neanche scalfito. Riluttante, lasciò il lembo della giacca che stringeva con l'altra mano. Emise un sonoro grugnito.
«No!» protestò lei, quella era l'opportunità perfetta per ucciderlo.
Fece per raggiungerlo. Se Icaro non era in grado di uccidere suo fratello, l'avrebbe fatto lei al suo posto. Come era successo con Edwin. La sua vendetta reclamava di essere assecondata una volta per tutte. Fu bloccata a metà strada dal braccio di Saleem.
«Dobbiamo andare, stanno arrivando altri soldati e lo sai meglio di me che non ce la faremo a sconfiggere tutti» le spiegò. Wave si fermò sulla soglia della porta che aveva precedentemente sfondato, attendendo che tutti gli altri lo raggiungessero.
Indecisa, portò ancora una volta il suo sguardo in quello di Yuri.
«Uccidilo» lo implorò anche se lui non accennò a farlo. Con ancora le mani sporche di tutto il sangue che aveva appena versato, si asciugò il sudore da una fronte, lasciando una scia scarlatta fra le tempie, e ignorò completamente Maicol ai suoi piedi.
«Fallo o lo farò io» lo minacciò a denti stretti. Come avrebbe potuto lasciarlo andare dopo tutto quello che gli aveva fatto?
Yuri si premurò di non guardarla prima di scuotere il capo in disapprovazione e alzare maldestramente il fratellastro, tenendolo per il lembo della giacca ormai sgualcita.
Una volta in piedi, spinse Maicol verso tutti loro.
«Nessuno lo farà fuori. Lui verrà con noi» ordinò, sollecitando l'uomo a camminare.
Incurante Skye riprovò a scagliarsi sul suo nemico, ma Saleem fu di nuovo pronto a bloccarla.
«Non ora. Non qui. Dobbiamo andarcene» le rammentò. Saettando lo sguardo su tutti percepì chiaramente la loro l'urgenza. Stavano aspettando solo lei.

Maicol avrebbe dovuto aspettare.
Sospirò rassegnata e si costrinse a ritirare lo sguardo dagli occhi azzurro ghiaccio del suo rivale.
Saleem la rilasciò cauto e lei si voltò spedita verso l'uscita.

Accelerò il passo prima di poter ritornare sui suoi passi e provare di nuovo ad uccidere Maicol. Camminò celere verso i corridoi che sembravano fatti tutti unicamente da cunicoli troppo angusti e colmi dei cadaveri che avevano intralciato il loro percorso. Il loro sangue colava ancora lungo le pareti.
«Dov'è l'uscita?» domandò Ronald dopo aver percorso l'ennesimo corridoio, che si era rivelato uguale a quello precedente. Le mani del suo amico avvolgevano salde quelle minuscole di Koraline. La sua dama aveva perlomeno smesso di tremare e guardava con disgusto Maicol. Come se anche lei si stesse ponendo le sue stesse domande. Nessuna delle sue aveva la minima idea del perché lui fosse lì con loro.
Quest'ultimo azzardò una risposta «Dobbiamo girare a sinistra» accompagnò le sue parole con un cenno del capo verso quella direzione. Gli occhi di tutti i presenti si puntarono furiosi sull'uomo. «Ti aspetti davvero che ora ci mettiamo a seguire le tue direttive?!» sbottò Ronald, arricciando il naso in disgusto. «Ci porteresti diritto dal tuo esercito per poi farci fuori» concordò Wave. «Sia chiaro» sbottò, puntando di nuovo i suoi occhi in quelli azzurro ghiaccio di lui. «Tu sei un prigioniero. E noi non accettiamo consigli dai prigionieri» ringhiò. Saleem restò come un'ombra dietro di lei, vigile. Il nuovo galeotto le regalò l'ennesimo sorriso di sfida «Io non perdo in nessuno dei due casi. Né se vengo con voi, né se mi liberano. Quindi la decisione sta a voi» rispose disinvolto, come se in tavola non si stesse decidendo anche del suo stesso destino. Fu Icaro a prendere parola «Andiamo a sinistra» tutti spostarono lo sguardo da Maicol a lui. Tutti si chiesero se avesse battuto il capo da qualche parte durante la sua reclusione. «Stai davvero prendendo in considerazione il suggerimento di quello lì?!» proruppe con voce stizzita Koraline. Icaro annuì e avanzò, costringendo ancora una volta a Maicol di fare lo stesso. Oltrepassò tutti tenendo fermo per un braccio il fratellastro e quando vide che nessuno lo seguì, si fermò. «Volete uscire da qui o no?!» scattò infastidito. Dopo un rapido scambio di sguardi fra i presenti, Ronald mugugnò e iniziò a seguirlo, seppur immusonito. Lo stesso fecero poco dopo gli altri. Anche se controvoglia, non avrebbe mai creduto che una volta ritornata nel deserto, avrebbe seguito le indicazioni che Maicol le forniva. Ma fu cosi. La cosa che le parve più strana fu quando si ritrovarono tutti all'esterno. Appena i suoi stivaletti uscirono dalla fortezza e affondarono nella sabbia arida, vide come prima cosa il camper.

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