45. La Rovina del Palazzo

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Skye lanciò uno sguardo rapido alla sua destra, dove Ginevra, Pierre, Dan e i tre della stalla avanzavano decisi verso l'orizzonte. La luce del giorno gettava ombre lunghe sui loro corpi, mentre si allontanavano sempre di più dalla sicurezza della Trincea. Il loro obiettivo era chiaro: attirare la squadra nemica lontano, depistarli e guadagnare altro tempo. Il piano consisteva nell'utilizzare l'ultimo lancia-razzi blu rimasto, conservando gli altri che avevano distribuito alle squadre per situazioni di emergenza.
Erano loro a portare avanti la missione, essendo il gruppo più numeroso e meglio equipaggiato. Ma non erano soli: Saleem e i suoi uomini si muovevano paralleli, pronti ad accerchiarli in una manovra strategica di protezione.

Lei, invece, insieme alla sua squadra, avrebbe attaccato provenendo da Sud, completando la manovra di accerchiamento. L'obiettivo era chiaro: creare una trappola mortale che avrebbe chiuso ogni via di fuga. Tutto doveva andare secondo i piani, senza alcun margine di errore.

Accanto a lei, Ronald eseguì un saluto militare verso i suoi amici. Pierre e Dan infatti risposero con un sorriso incoraggiante accanto a Ginevra. Erano equipaggiati alla perfezione grazie all'arsenale della tenuta, con uniformi adatte allo scontro ed armi di ogni genere. Eppure non poteva fare a meno di provare un senso di inquietudine per i suoi compagni. Un nodo di ansia le serrava lo stomaco da quella mattina, mentre la consapevolezza del pericolo si insinuava nella sua mente come una serpe velenosa.

Distolse lo sguardo da Ronald e dalle figure che si allontanavano, focalizzandosi invece sul suo cammino e sulle dune che si stagliavano davanti a loro. Oltre quelle colline sabbiose, il paesaggio sarebbe cambiato. Là, non ci sarebbe più stata la protezione delle torrette di avvistamento, né la sicurezza della Trincea che i suoi amici avevano costruito meticolosamente. Si sarebbero ritrovati completamente esposti, in pieno territorio di guerra dove ogni passo era sempre più vicino al pericolo.

Non era così ingenua da ignorare il fatto che Gerald le stesse dando la caccia. Ormai li cercava da tempo. Non si trattava solo dei messaggi radio che arrivavano incessantemente, trasmessi quasi ogni ora; Skye sapeva che la questione era diventata personale. Lei era diventata la sua preda, e Icaro rappresentava il suo premio, il trofeo che avrebbe consolidato il suo dominio su quel regno devastato.

Il ricordo di quella fuga rocambolesca le brulicava ancora nella mente. Lei e Saleem erano riusciti a scappare via per un soffio, proprio quando la sua vittoria sembrava ormai alla sua portata. Doveva essere stato un colpo devastante per un sovrano abituato a piegare gli eventi al proprio volere. La loro fuga aveva incrinato il suo piano di conquista, un piano che non ammetteva errori o imprevisti. E ora, Gerald era accecato dalla furia, deciso a eliminare chiunque ostacolasse la sua ascesa al potere o collaborasse insieme a lei.

In fondo, Skye era consapevole di non essere mai stata veramente al sicuro, nemmeno dietro le spesse mura della Trincea. Eppure, c'erano stati momenti in cui si era permessa di credere il contrario, specialmente quando si chiudeva nella sua stanza con Yuri. Ma la verità era lì, sempre pronta a far breccia in ogni sua difesa, ricordandole che nessuno poteva sfuggire alla morsa di quella guerra.

Affrettò il passo per accorciare la distanza con Lama e Wave, che procedevano davanti a lei. Il suono della sabbia sotto i loro piedi riempiva l'aria, un fruscio che si fondeva con il vento caldo, come se il deserto stesso respirasse intorno a loro.
Soltanto due ore prima, aveva salutato il suo Re. Il ricordo di quel momento le fece stringere le labbra. I quattro si erano diretti verso Nord, seguendo la scia di Pierre, in una corsa contro il tempo per mettere in atto il piano. Non c'erano cavalli a sufficienza per tutti, e i pochi rimasti erano stati riservati alla squadra di Yuri, l'unico gruppo ad avere l'esperienza adatta per cavalcare in qualsiasi circostanza.

«My Lady, non ti ricordavo così lenta» scherzò Wave. Ma lei non reagì. Era troppo immersa nei propri pensieri, troppo lontana da quella realtà per rispondere. La ragione le diceva che separarsi da Yuri era stata la scelta più giusta, una decisione strategica e necessaria, ma il cuore...il cuore non voleva saperne. Continuava a ripercorrere ogni momento passato insieme, come se potesse ritrovare conforto in quei ricordi.

REVENGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora