25. Spietate promesse

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«Yuri!» esclamarono in coro le sue dame appena li videro entrare dalla piccola porticina.
Il sospiro di sollievo che fuoriuscì dalle loro labbra era carico di preoccupazione che stava lentamente scemando via.
Pierre, che era accanto ad un Joseph assonnato, sorrise appena li vide insieme.
All'interno della botola, c'erano tutti.
Perfino Ronald che se ne restava immusonito in un angolo e, come immaginava, guardava torvo Saleem rimasto seduto dalla parte opposta, come se stessero delineando delle linee di confine tra loro.
«Ora mi spiegate cosa diamine sta succedendo?» ripeté spazientito Yuri, abbassò il tono solo nell'ultima vocale quando intravide Maicol mezzo steso a terra, legato con una corda ad un tavolino su cui era seduto il suo amico Cal.
Lo spazio già piccolo di suo, sembrava minacciare di lasciarli senza aria.
In mezzo a tutto quel caos, il suo superiore non si degnò di guardare neanche George e Icaro, ma appena entrati si era focalizzato esclusivamente su di lei.
Lo sguardo avaro e insistente che le dedicava avrebbe messo a disagio chiunque, e se non fosse stata ancora furiosa con lui per aver stupidamente combattuto contro suo cugino, sarebbe sicuramente arrossita o corsa al riparo da qualche parte ben lontano.

Fu George che si accinse a rispondere
«Ci stanno bombardando» lo disse come se in passato avesse vissuto quell'esperienza un'infinità di volte. Indisturbato finse di non notare lo sguardo accigliato di Yuri, gli sfuggì scrollandosi da una manica della polvere grigia rimasta attaccata al tessuto.
«Chi?» chiese comunque ma appena il Re studiò i visi pallidi di Maicol e Pierre intuì la risposta come se d'un tratto fosse chiara e lampante.
«Dannazione, è Gerald» borbottò, facendo annuire Pierre in approvazione.
«Come facciamo ad essere sicuri che questo posto non ci crollerà addosso?» alzò la voce Ronald, e in quel momento era indubbiamente la domanda più intelligente da porre.
Ginevra sussultò di fronte a quelle parole, come se fino a quel momento non avesse mai preso in considerazione quell'eventualità. Perfino Koraline al suo fianco si guardò con circospezione attorno con uno sguardo del tutto nuovo.
Furono Wave e Joseph a rassicurarle.
«Questo posto per ora regge. È passato sotto molti bombardamenti» sottolineò anche Lama, lanciando uno sguardo severo a Ronald che a sua volta si voltò verso il suo Re che già fissava il fratellastro a terra.
Solo in quel momento Skye realizzò che durante i tempi in cui aveva vissuto al Villaggio, qualcuno di loro due aveva bombardato più volte la città sotto alla Torre.
Ma chi di loro due era stato? Icaro o Maicol?

«Non abbiamo la certezza che non crollerà» smentì repentino Saleem, scocciato di dare false speranze.
A volte però, le false speranze servivano.
«Ed è proprio per questo che dobbiamo uscire da qui!» dal tono esasperato con cui lo disse Ronald, capì che non era la prima volta che ripeteva quelle parole.
«Fuori discussione, soprattutto in queste condizioni» replicò Saleem senza troppi giri di parole, come se avesse appena chiuso il discorso con o senza il consenso del soldato.
«No invece! La scelta più giusta da fare è quella di uscire allo scoperto e provare a sottrargli qualche cacciabombardiere nemico!» insistette ancora il soldato.
«Si e poi?! Credi davvero che ti lascerà volare indisturbato? Neanche il tempo di salire a bordo e già ti faranno precipitare giù» spiegò Maicol con tono saccente. Osservava tutta la scena con una calma inquietante, che suo malgrado gli invidiò, specie mentre i bombardamenti continuavano a devastare la città sovrastante.
«Non è detto, forse riusciremo a volare. Dopotutto noi ci siamo riusciti per un bel pezzo prima che qualcuno ci attaccasse» valutò attentamente George, prendendo in considerazione la proposta. Entrambi stavano ricordando l'elicottero che li aveva portati fino a Nuova Capitale.
Anche Cal annuì in conferma.
Guardando meglio il profilo piatto dell'amico, constatò che non si era mai alzato dal piccolo tavolino solo per accertassi che il suo peso riuscisse a tenere ferma la corda che avvolgeva i polsi di Maicol.
Quest'ultimo si lasciò sfuggire un risolino melodioso che la innervosì strizzandola come legna sul fuoco.
«Ci siete riusciti soltanto perché a volerlo ero io. Quella settimana ero il responsabile della zona in cui eravate entrati. Sul serio credevate davvero di esserci riusciti da soli?» domandò retorico, non nascondendo la punta di stupore e ironia nella voce.
George serrò le labbra palesemente offeso e incapace di ribattere.
«Non possiamo restare qui» intervenne Pierre quando l'ennesimo boato esplose su di loro facendo tremare tutta la terra.
Una pioggia di detriti si insinuò fra le fughe della botola, creando una lieve nuvola di polvere nella piccola stanza.
«E dove pensi di andare ora?! Non sappiamo neanche se stanno bombardando tutta la zona oppure hanno capito il punto esatto in cui ci stiamo nascondendo! C'è la possibilità che appena metterai piede al di fuori di qui, ti prenderanno e riporteranno diritto nella Fortezza. O peggio! Non so te, ma non ci tengo a ritornare in quel posto» abbaiò Lama, come se stesse ripetendo quella frase fino allo stremo.
«Ma qui tutto crollerà a breve!» squittì Koraline, indicando tutte le direzioni con entrambe le mani per mostrare a loro le crepe.
Sembrava terrorizzata di accettare di rimanere anche solo un istante in più lì sotto.
«Come dargli torto» borbottò Ronald, passandosi una grossa mano sulla guancia.
«Appena tutto questo finirà e il peggio sarà passato, usciremo. Ma fino a quel momento resteremo qui» dettò inflessibilmente Saleem.
«Ma tutto questo è ridicolo» commentò aspramente Pierre.
«E...precisamente quando finirà tutto questo?» chiese timidamente Ginevra, nonostante avesse alzato la voce per farsi sentire da tutti, risultava ancora bassa e simile ad una corda di violino troppo tesa e pronta a spezzarsi.
«Non lo sappiamo con precisione. Non ci resta far altro che attendere» fu Skye a risponderle, lasciando definitivamente la mano di Yuri che aveva istintivamente tenuto stretta. Si avviò a passi incerti verso le sue amiche.
«Credo che saranno delle lunghe ore» espirò a fondo Lama, scuotendo con il capo i capelli corti che avevano assunto una tonalità grigia a causa della polvere che fluttuava ancora nell'aria.
«Sono curioso di sapere qual'è il piano che hai studiato per dopo» Maicol si rivolse direttamente a Saleem.
«Vi prego ricordatemi perché lui è qui» ringhiò Pierre.
«Ci serve un modo per spostarci oltre il camper» rispose il soldato.
George si accigliò «Perché scartiamo a prescindere l'unico mezzo che abbiamo a disposizione?» dubitava che durante la sua convalescenza ne avessero trovati, nonostante Icaro ne avesse disseminati molti in giro quando sperava che la sua squadra potesse raggiungerli alla tenuta.
«È troppo ingombrante. Dovremmo attaccare un loro accampamento e sottrargli, oltre ad armi e munizioni, dei carri armati o dei cavalli cosi da poter proseguire. Daremo poi il via libera a chi ci aspetterà qui e ci raggiungerà con il camper»illustrò.
«Per poi dirigerci?» chiese a flebile voce Cal che nel frattempo era attento a non toccare neanche con uno stivale Maicol.
«Da Gerard ma prima» fece una pausa, non dovette verificare di avere l'attenzione di tutti per continuare.
«Dovremmo trovare degli alleati. Siamo troppo pochi per poter anche solo sperare di sconfiggere l'esercito di Gerald, figuriamoci arrivare a lui» appena finì di pronunciare quelle parole, Ronald ridacchiò beffardo.
«Proprio tu vuoi trovare degli alleati?! Ma se a malapena riesci a collaborare con noi!» accusò e Saleem ebbe la decenza di non rispondere.
«E dove spero di trovarli?» chiese Joseph grattandosi la testa rasata.
«I membri del Villaggio» si illuminò Wave, seguendo il ragionamento del suo amico.
«Se non sono stati catturati, ci sono loro! Dopotutto non sono stati rinchiusi nelle celle della Fortezza quindi c'è l'eventualità che siano anche loro nascosti da qualche parte!» ragionò l'americano ad alta voce, complimentandosi con Saleem.
Ripensò a Patrick, Muna e a tutti gli altri.
Finì involontariamente a pensare anche a Karim, li aveva traditi e sapeva l'esatta posizione del Villaggio, chi li rassicurava che non li stesse attaccando proprio lui?
Non sapeva perché Maicol era stato tanto sicuro della lealtà di Karim ma lei non poteva farci ulteriore affidamento.
«Sono d'accordo. Dobbiamo andarcene da qui» sussurrò in accordo anche lei, infondo non sarebbero potuti rimanere lì per sempre, tanto valeva strapparsi il prima possibile quel cerotto.
«C'è anche l'esercito della tenuta. Se riuscissimo a trovare anche loro, sono certo che potrebbero aiutarci» si offrì Yuri.
Dan, Giun, Raya, Tariq, Zaid, Greg, Victor... che fine avevano fatto tutti?!
Rabbrividì.
«Chiunque voglia contrastare Gerald ci sarà utile» affermò Wave.
«Credetemi al momento non avete speranze contro di lui» sottolineò Maicol.
Cal, che per tutto il tempo era stato ad ascoltarli, si spazientì e gli calpestò una mano con uno stivale.
«Per una buona volta resta zitto!» borbottò schiacciandogli le dita.
«Stronzo» farfugliò sottovoce il fratellastro.
Era strano realizzare che anche Cal odiava Maicol. Insomma, un conto erano vedere Ginevra e gli altri farlo, ma lui...aveva iniziato a detestarlo durante i turni di guardia?
«E per curiosità, come intendi suddividere le squadre di ricerca?» chiese sospettoso Yuri.
«Io, Wave, Lama e Skye inizieremo ad avanzare in cerca di munizione e veicoli mentre voi...attenderete un nostro segnale per raggiungerci» rispose con riluttanza, provocando subito una risata canzonatoria da parte di Ronald.
«Ovviamente tutti noi del Palazzo rimaniamo indietro» era scettico ed incredulo al contempo.
«Calmo rossiccio! Non solo voi. Lasceremo qui anche George e Joseph» si intromise Lama.
«E dimmi, nel caso invece dei carri armati trovereste cavalli, chi di voi ne sa galoppare uno?» Icaro era l'unico che sembrava riuscire a mantenere la calma, nonostante i bombardamenti e nonostante l'agitazione di ognuno.
Gli occhi di Skye, assieme a tutti gli altri, saettarono tra lui e il superiore.
Saleem non fiatò e quello bastò come risposta.
«Come immaginavo» dedusse Yuri che nel frattempo fece un passo in avanti come se avesse voluto togliere Skye dalla traiettoria dei suoi occhi neri.
«Non sei obiettivo. Non puoi mandare qualcuno in spedizione quando non è in grado di reagire ad ogni eventualità. Non basta montare in sella per la prima volta, bisognerà correre per fuggire via ed evitare di morire» spiegò e Saleem scattò in piedi come una molla.
«E quindi cosa proponi?» disse a denti stretti. George e Joseph si piazzarono fra i due temendo un altro inutile scontro.
«Io e Skye siamo molto bravi a cavallo, per giunta conosciamo meglio il nemico» a quelle parole Saleem sembrò colpito e per una frazione di secondo portò lo sguardo su di lei, prima che Icaro la coprisse con il suo corpo come se cercasse ancora di proteggerla da lui.
Si sentì terribilmente in colpa, durante tutte le notti in cui Saleem le aveva fatto compagnia nel tendone, aveva raccontato solo piccoli spezzoni di cio che aveva fatto al Palazzo o alla tenuta. Ricordava di avergli spesso menzionato i cavalli, ma mai Yuri e le loro passeggiata insieme.
«Anche Joseph e Wave potranno confermartelo» in risposta i due uomini annuirono freneticamente.
«Diciamo che anche noi ora sappiamo cavarcela, soprattutto grazie all'ultima volta» sospirò l'americano e il suo stomaco si chiuse a pugno.
«Credi davvero che lascerei andare di nuovo Skye con uno di voi?» il tono sprezzante con cui lo rivelò azzittì chiunque.
Ma non lei.
Era arrivata al suo limite massimo, fece un passo in avanti per oltrepassare Icaro e adagiò un palmo sul petto del Re per farlo indietreggiare dietro di lei.
«Ora basta» disse furiosamente puntando gli occhi rossi su Saleem.
«Non vi permetterò di parlare di me come se non ci fossi né di decidere al posto mio!» chiarì. Pierre sorrise di fronte a quella scena e Joseph sembrò farlo in modo compiaciuto, anche se per un solo attimo.
«Io sono qui. E decido io per me» stabilì, togliendo la mano dal petto nudo e rovente di Yuri.
«Appena tutto questo sarà finito...» indicò la terra che tremava dopo l'ennesimo bombardamento.
«Chi vorrà venire con me in cerca di un accampamento? Ci servono cibo e munizioni» elencò, osservando ogni presente.
Cal si alzò dal tavolino. «Io» si offrì.
«No, ci rallenteresti. Sei troppo inesperto sul campo» valutò Ronald facendo lui un passo avanti.
«Io conosco il regno e so guidare sia un carro armato che andare a cavallo. Tutte qualità indispensabili» i suoi occhi lampeggiarono.
«Anch'io verrò, conosco il nemico e so ritornare al Villaggio. Inoltre so tutti i punti dove avevo disseminato armi e attrezzature per voi. Conviene verificare che Gerald non ne abbia dimenticato qualcuno» si propose Icaro. Skye provò a non far vedere quanto fosse sollevata dal fatto che si fosse proposto di seguirla.
«Anch'io voglio venire» si affrettò Wave subito dopo che Lama si era offerta volontaria.
«Ne siamo in troppi. Lama non sa andare a cavallo. Tu se vuoi puoi venire. Verrò anche io» valutò Saleem e subito dopo Joseph brontolò un «Voglio vendicare Finn. Che tu lo voglia o meno ci sarò anche io» nessuno osò contraddirlo, aveva tutte le motivazioni per partecipare.
«D'accordo, gli altri invece resteranno qui di guardia e sorveglieranno lui» indicò Maicol con la punta dell'indice.
«Potrei esservi d'aiuto» marcò quest'ultimo.
«Fuori discussione» dissero in coro sia lei che Saleem nello stesso momento in cui Icaro disse «Purtroppo è vero» il Re fece qualche passo in avanti e si piegò sulle ginocchia per poter osservare meglio negli occhi il fratellastro.
«Conosce il nemico, i suoi soldati e probabilmente le sue strategie» mormorò desolato. Come se fosse unicamente sua la colpa del perché Maicol fosse cosi crudele e meschino.
«Non puoi davvero considerare di fidarti di lui. Durante la missione potresti non aver più il controllo su lui e a quel punto...» rifletté Pierre prima di essere bruscamente interrotto.
«A quel punto cosa?!» incitò Maicol con il viso improvvisamente contratto dalla rabbia.
Erano rare le volte che l'aveva visto perdere il controllo come in quella volta.
«Credete davvero che lo voglia vedere morto?! Se fosse stato cosi, tutti voi già stareste tre metri sotto terra» i suoi occhi grigi abbracciarono con lo sguardo Ginevra poi Koraline e Ronald es infine Saleem. Tutte persone che aveva avuto l'opportunità di torturare, ma che aveva deciso di non fare.
«Non possiamo davvero prenderti sul serio» sospirò lei, passandosi una mano nei capelli inariditi.
«Davvero?! Come pensi di essere entrata nel nostro regno?» la schernì e quando vide l'espressione confusa sul suo viso, la delucidò.
«Maledizione, pensi davvero che aver trovato le frontiere vuote sia stato normale?» rise amaro.
«Le frontiere, l'elicottero, Nuova Capitale... tu sei qui perché ho semplicemente permesso che arrivassi fin qui!».
Silenzio.
Perfino Saleem non obiettò, guardò Maicol con nuovo interesse. Icaro invece non sembrò particolarmente sorpreso, come invece lo erano il resto dei presenti.
«Non capisco...perché l'hai rispedita a Dover e poi le hai permesso di ritornare allora? A che strano gioco stai giocando?» imprecò George, confuso tanto quanto lei.
«È solo un bugiardo! Non vale la pena neanche ascoltarlo a questo qui» liquidò la faccenda Ronald con un semplice gesto di mano, come se avesse potuto spazzare via la sua presenza.

"La tua amata Skye morirà presto se deciderà di restare ancora qui con o senza il mio aiuto...La lascerai ritornare a Dover da dove è venuta, solo cosi potrai accertati che rimarrà ancora in vita"

Le parole che Maicol un tempo aveva detto a Saleem durante la battaglia le vennero in mente.

"A quanto pare continui ostinata ad avere il difetto di non saper riconoscere quali sono i tuoi veri nemici e quali invece, gli amici"
Le aveva invece mormorato la nonna di Yuri.

«Ancor prima di conoscerla, mi era stato chiesto che se le cose fossero peggiorate, avrei dovuto metterla in salvo, anche se non lo volevo. Ho dovuto semplicemente rispettare la promessa che ho fatto. Anche se Skye aveva appena ucciso mia madre» confessò, continuando subito dopo.
«Ma nella promessa non era stato chiarito un punto: cosa sarebbe successo dopo averle concesso una via di fuga? Quindi ho lasciato che ritornasse ed entrasse nel regno, perché infondo ci serviva una mano. Tutto qui» scrollò le spalle e indurì il viso.
Lo sguardo di Skye scivolò su Yuri e finalmente capì il motivo per cui si fidasse del fratellastro. Maicol aveva una quantità indecifrabile di difetti. Ma aveva sempre rispettato la promessa stretta con suo fratello. Sapeva che gli era costata molta fatica non ucciderla, soprattutto quando aveva scoperto che era stata proprio lei ad assassinare Constance. Eppure aveva comunque adempiuto a quella promessa.
L'aveva aiutata ad oltrepassare le frontiere.
E li aveva scortati fuori dalla Fortezza.
"Solo una stupida può pensare che sia stato io a fargli quello" gli aveva urlato quando lei l'aveva accusato di aver inferto le cicatrici ad Icaro.

Riportò lo sguardo sull'uomo legato a terra, sul disprezzo dentro ai suoi che provava esclusivamente per lei e comprese molto più di quanto aveva mai fatto.
Lo amava davvero. E l'aveva sempre odiata per questo.
Perché dopotutto era vero che lei non lo meritava. Com'era vero che neanche Maicol meritava l'amore di Yuri.

Senza remore, si avvicinò velocemente a lui e né George né Joseph furono in grado di fermarla.
In men che non si dica, mormorii di stupore si inalzarono intorno a loro insieme allo schianto dell'ennesima bomba sulle loro teste.

Non diede il tempo ad Icaro di voltarsi, né a Saleem di intervenire.
Estrasse uno dei coltelli che Koraline le aveva indicato nel seminterrato della sorella di George.
Lo alzò formando una mezza luna in aria prima di riabbassarlo verso il basso, con tutta la sua forza.
Assieme al suono della lama che sfrecciava in giù, risuonò anche quello di un boato simile ad un tuono che squarciava il cielo.
Nella sua testa lampeggiò il ricordo vivido di una voce stanca che le sussurrava:

"Mia liberatrice, vendicami"

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