32. Dove Tutto Ha Avuto Inizio

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«Dobbiamo andarcene subito da qui» infuriò Yuri, appena ebbero rimesso piede all'interno della tenuta.

L'odore carico di polvere da sparo e sangue fresco sembrò inseguirla anche dentro le stanze che stavano percorrendo. La tensione nell'aria era palpabile, ogni passo riecheggiava come un colpo di martello nelle orecchie di tutti.

«E dove andiamo?» chiese Wave, cercando di mantenere la calma mentre con un cipiglio provava a stare al passo con Yuri, come se potesse prevederne le reazioni.

Ma era Icaro a guidare il gruppo, camminando spedito lungo tutto il corridoio con l'andamento di chi già sapeva sarebbe stato seguito dagli altri. Il suo sguardo era fisso in avanti, la determinazione di chi sa di non avere altra scelta se non quella di andare avanti.

Skye non aveva mai dato credito alla teoria secondo cui per essere un Re bisognava nascere come tale. Tuttavia, osservando Icaro in quel momento, intuì che forse c'era del vero. La sua autorità era innata, il carisma naturale attraeva tutti. Notò con la coda dell'occhio che perfino Saleem, dolente o meno, li seguiva anche se di malavoglia. Il giovane, con lo sguardo pensieroso, si perdeva sul collo lucido dell'arma che aveva scelto poche ore prima dall'arsenale, come se da essa potesse ottenere molte delle risposte che cercava.

Mentre avanzavano nel buio della tenuta, ciascuno perso nei propri pensieri e nelle proprie paure, la consapevolezza che non vi fosse più alcun rifugio sicuro li colpì come un pugno allo stomaco.

«Attenta» avvisò Wave, afferrandola per un fianco ed evitando che finisse contro lo stipite della porta.
«Grazie» smorzò, riportando l'attenzione sulle spalle larghe e possenti di Yuri di fronte a sé.
«Non è sicura la tenuta» ribatté secco.
«Niente qui lo è» lo corresse con tono divertito Maicol, allungando la testa verso il punto in cui stavano andando.

Appena entrato in cucina, il Re afferrò in fretta i primi zaini che trovò a portata di mano e, senza preavviso, ne lanciò uno a Skye. Lo zaino le colpì il petto prima di scivolarle dalle dita.
«Riempilo,» ordinò bruscamente, ignorando le chiacchiere inutili di Maicol, che si mise tra loro per attirare l'attenzione di cui aveva disperatamente bisogno.
«Quindi, scapperemo per sempre? Questo è il vostro piano?» Maicol continuava con il solito tono, ma Skye, già provata dalla notte appena trascorsa, dalla stalla e dal pontile, sentiva i nervi sul punto di cedere. Stringendo i denti per trattenere l'impulso di inveirgli contro, Skye sapeva che qualsiasi parola avrebbe pronunciato sarebbe stata solo fiato sprecato. Come se avvertisse la sua tensione, Maicol si voltò con un ghigno malvagio, la fissò con aria saccente e aggiunse rivolto a Yuri «Immaginavo che scappare fosse più nel suo stile, non nel tuo.»

«Muovetevi e riempite gli zaini con tutto quello che trovate,» ordinò bruscamente Ronald, vedendo che gli altri esitavano ancora sulla soglia. Entrarono confusi, iniziando a rovistare nei cassetti alla ricerca di qualsiasi cosa potesse tornare utile per il viaggio.

«Sei stato tu a portarci qui. Perché ora dovremmo andarcene?» chiese Saleem con tono fermo, rimanendo sotto lo stipite.

«Esatto. E non dirmi che non ci è stato utile,» rispose Yuri, alzando un sopracciglio mentre chiudeva la zip.

«Guarda che bel gioiellino ti sei procurato,» disse poi, indicando l'arma appesa al collo di Saleem. Si voltò per aiutare Skye a sistemare lo zaino sulla schiena, poi fece un cenno a Joseph.
«Pronto?» chiese. L'uomo annuì, ma prima di uscire afferrò un boccale di birra lasciato sul tavolo prima dell'invasione. Lo sollevò in un brindisi informale.
«Faremo il culo a Gerard,» promise, bevendo un sorso.
Skye non poté trattenere un sorrisetto quando Ronald sistemò le radiotrasmittenti rubate ai seguaci di Gerard. Da quel momento, oltre a munizioni e armi, avrebbero potuto intercettare anche le loro comunicazioni.
«Andiamo,» spronò il Re, una volta che tutti ebbero sistemato il proprio equipaggiamento.

REVENGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora