27. Eclissi Totale Del Cuore

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Nonostante fossero passati due giorni dal bombardamento, la città in rovina emanava ancora sbuffi di fumo grigio che si addensavano nell'aria.
Approfittarono proprio di quel fumo per addentrarsi meglio e attraversarla tutta affinché potessero sempre essere nascosti fra le macerie e le nuvole di fumo.
Era un giorno nuvoloso, il sole non era diretto su di loro ma il caldo regnava comunque incontrastato e opprimente proprio, come Skye ricordava fosse nel deserto.
Nonostante ciò, niente era paragonabile all'attraversata che lei e il Villaggio avevano affrontato per trovare e raggiungere la base segreta.
I cumuli dei resti franati formavano spesso montagne vertiginose che tutta la squadra era costretta a scavalcare con l'ansia di ciò che avrebbero potuto trovare una volta giunti sulla cima.
Dopo la terza scalata, le unghie rovinate e spezzate bruciavano nella maggior parte dei punti. Esalò un bel respiro di pazienza e riprese forza per l'ennesima discesa, evitando di mettere uno stivaletto sulla pietra sbagliata e ritrovarsi con la faccia a terra.
Sulla quarta montagna di resti, non si era resa conto che Icaro era al suo fianco finché non sentì la sua voce.
«Così è questo...quello che ammiravi dalla Torre» studiò attentamente la zona, entrambi si girarono all'indietro in cerca dell'edificio imponente che aveva appena nominato.
Lo stomaco si accartocciò su se stesso facendole venire i crampi.
Allarmata, cercò involontariamente Saleem con lo sguardo e, come immaginava, anche lui aveva gli occhi sul punto vuoto dove prima invece si ereggeva la Torre.

La Torre che ora non c'era più, era crollata.

Nonostante era sopravvissuta a molti bombardamenti precedenti, quegli ultimi erano stati cosi assidui e distruttivi da radere al suolo ogni singola cosa. Perfino quell'edificio antico.
Realizzò che Adil non sarebbe mai più ritornato a pregare lì fra quelle vetrate.
E lei non avrebbe mai più rivisto nessun alba sorgere da lì insieme al suo superiore.

Quindi...era quello che aveva provato Icaro quando il Palazzo era stato fatto in mille pezzi?
E quante città distrutte e scenari simili erano stati obbligati a vedere Saleem e la sua squadra per colpa di quella stessa guerra?

«Muoviamoci, Gerald non si fermerà solo a questo se nessuno proverà a fermarlo» spronò Yuri, tagliando quel silenzio tombale che si era adagiato su di loro come una seconda pelle.
Tutti quelli che si erano soffermati a guardare la disfatta della Torre, annuirono e procedettero a muso basso.
Prima di incamminarsi però, si scambiò una veloce occhiata dispiaciuta con Joseph e Wave.
Anche se la Torre non c'era più, non voleva dire che tutto il Villaggio fosse finito. Le restava ancora la sua squadra e tutto il regno da difendere. Sperò solo che Cal, Ginevra e gli altri fossero al sicuro.
«Quando riconquisteremo il potere, ne farai fare una ancora più bella e grande vedrai!» tentò Ronald, speranzoso di risollevarle il morale.
Ma ormai Skye era assente, divorata dal pensiero che forse aveva sottovalutato troppo la vera potenza di Gerald.
E se nessuno di loro aveva realmente delle speranze contro uno come lui?
Forse nonostante tutti i loro sforzi, avrebbero solo continuato a perdere negli innumerevoli tentativi finché non sarebbe rimasto più nulla da poter perdere.
«Dubito che una come Skye sappia davvero come regnare» commentò Maicol.
«Ma mi spieghi perché parli sempre quando nessuno ti interpella?!? E poi...resta alla larga da lei!» rimbeccò il rosso appena constatò che quest'ultimo le era fin troppo vicino per i suoi gusti.
Gli diede una leggera spinta con il gomito affinché Maicol potesse incamminarsi per primo, sotto allo sguardo attento e vigile di ognuno.

Durante il tragitto non fiatò nessuno. Immersi nei propri pensieri, camminavano meccanicamente, esausti attraversando una città che prima era stata casa loro.
Durante il tragitto, non le mancò di afferrare gli sguardi fugaci con cui Saleem sembrava squadrarla. Differentemente dall'inizio, l'espressione che aveva dipinto sul volto non era protettiva come suo solito. Era come se la stesse guardando con la lente d'ingrandimento e lei non fosse altro che uno stupido insetto.
Un po' come ritrovarsi un faro puntato addosso, davanti ad una corte marziale ad attendere la propria sentenza.
Aveva occhi così neri che a stento era possibile individuarne le pupille, in passato aveva frenato più volte l'istinto di soffermarsi ad ammirarli finché non avrebbe intravisto quei piccoli cerchi neri in mezzo a tutta quell'oscurità.
I suoi occhi azzurri invece, erano l'esatto opposto.
Cosi azzurri che talvolta assomigliavano ad il cielo di Dover appena dopo che il vento avesse spazzato via le nubi con il temporale. Le sue pupille non potevano far altro che essere ben in mostra, visibili a chiunque, come una macchia scura nel bel mezzo del cielo.
Sospettava che Saleem avesse domande a cui non era stata in grado di rispondere. Nonostante comprendeva il fatto che non avrebbe potuto sfuggirgli per sempre, continuava vergognosamente a farlo.
Non stava solo cercando di guadagnare tempo, stava semplicemente cercando di tenere una sorta di equilibrio in quella squadra improvvisata. Per giunta la mancanza di comunicazione che c'era sempre stata tra i due non l'aiutava.
Avrebbe dovuto mettere a nudo le proprie emozioni, il proprio essere, davanti a Saleem rivelandogli cose che non aveva mai rivelato a nessuno, se non a Wave che praticamente l'aveva intuito da solo. O meglio dire, che l'aveva scoperto la mattina della battaglia.

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