Nei miei sogni, lei era il mio ippocampo. Dolce abitante dell'oceano dalle impavide movenze, intelletto sregolato in un limbo mortale.
Nate ci mise poco a farsi la doccia e cambiarsi, e si presentò in salotto con un paio di pantaloncini corti neri abbinati ad una maglietta a maniche corte grigia, con ai piedi dei calzini neri in spugna.
Aveva ancora i capelli bagnati, mentre i miei si erano ormai asciugati davanti al caminetto.Mi alzai in piedi e strinsi ulteriormente il laccio che mi teneva su i pantaloni che mi stavano enormi, mentre Nate si incamminava verso la cucina.
«Allora? Ti vanno i miei pancake?» mi chiese iniziando a tirare fuori dai cassetti tutto l'occorrente per prepararli.
Mi sembrò scortese rifiutare la sua gentilezza, e così mi avvicinai a lui annuendo.«Se vuoi posso darti una mano» mi offrii.
«Non serve Arabella, però se ti va siediti qui e fammi compagnia» suggerì indicando uno sgabello dall'altro lato dell'isola.
Seguii il suo consiglio e mi accomodai, poggiando i gomiti sul ripiano in marmo nero.
Colmai subito il silenzio con la mia irrefrenabile curiosità.«Da quanto tempo conosci Ethan?»
«Da un bel po'. Siamo amici da tanti anni, ci siamo conosciuti per caso a Los Angeles quando io ero ancora al college»
«Quindi eravate compagni di stanza o una cosa del genere?» approfittai della sua distrazione per rubare una fragola fresca da una ciotola che aveva appena tirato fuori dal frigo e addentarla.
«Non direi, no. Ethan non ha mai frequentato il college. Direi più che avevamo lo stesso giro di amicizie e ci siamo incrociati. Da lì non ci siamo più persi di vista» raccontò mentre amalgamava l'impasto in una grande ciotola trasparente.
Non avrei mai pensato che un uomo potesse essere così attraente mentre preparava da mangiare. Forse era il fatto che lo stesse facendo per me a piacermi così tanto.«Quindi siete entrambi originari di Los Angeles?»
«Esatto»
Quel bastardo mi aveva mentito, non era della polizia di New York ed era decisamente fuori giurisdizione.
«Che significa che non ha mai fatto il college? Non bisogna avere un qualche titolo per diventare detective?» continuai a curiosare rubando un'altra fragola sotto gli occhi di Nate, che decise di non rimproverarmi.
«Si beh, bisogna avere un titolo ma non per forza una laurea. Ma credo stia a lui spiegarti la sua vita Arabella, non a me»
Bene, non voleva nemmeno esporsi su come avesse fatto il suo amico a diventare detective.
Era decisamente un bravo avvocato.«Ero solo curiosa» rivelai con un'alzata di spalle, finendo di mangiare la fragola.
«Credo di aver capito che la tua curiosità ti contraddistingua Arabella» sorrise lanciandomi un rapido sguardo mentre faceva colare piccoli mucchietti di impasto sulla padella già calda.
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𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓
Romance«Adesso sei mia, piccola fenice. E non potrai mai dimenticarlo. Hai il mio cuore inciso nella carne, e non puoi più scappare da nessuna parte. Ti ritroverò ovunque seguendo il profumo della tua pelle scottata, e quando ti divorerò tu non potrai fare...