17. I want someone with secrets that nobody knows

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Avevo previsto ogni cosa fin dal primo momento in cui tutto aveva avuto inizio. Ero stato incerto solo in un breve istante, in cui una sirena mi aveva fatto barcollare e perdere il controllo della nave fino a portarmi a pensare che la rotta decisa andasse interrotta. Avevo avuto l'occasione di girare quel timone e di invertire le mie scelte, perciò qualsiasi tragedia, qualsiasi naufragio, qualsiasi morte imprevista e non, sarebbe stata solo e soltanto colpa mia. Ed ero pronto ad andare avanti lo stesso, qualunque fosse il prezzo da pagare.



Gli occhi mi bruciavano e il mal di testa era diventato sempre più forte e fastidioso con il passare delle ore

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Gli occhi mi bruciavano e il mal di testa era diventato sempre più forte e fastidioso con il passare delle ore.
Ormai il buio aveva inghiottito la città intera, che ora fluttuava tra luci al neon e fari di automobili, la luna nascosta da qualche nuvola di passaggio mentre io me ne stavo nella penombra del mio attico.
Erano giorni interi che continuavo a lavorare sulla difesa di Brooks, ma sarebbe stato molto più semplice per me se quel coglione pieno di soldi non avesse ammazzato l'amante con un portacenere in vetro dopo che lei lo aveva minacciato di spifferare la loro relazione alla moglie, che era già intenzionata a chiedere il divorzio da anni.

Conoscevo il signor Brooks da quando ero solo un bambino, era un vecchio amico di famiglia e lui e mio padre erano soliti trascorrere le vacanze estive assieme in qualche isola privata, dimenticandosi di avere delle mogli e anche dei figli.

Brian, l'unico figlio del signor Brooks, aveva poco meno di 33 anni quando era morto di overdose nella vasca da bagno della sua villa di lusso sulle colline hollywoodiane.

Io e lui eravamo pressoché coetanei e con il tempo avevamo stretto un'amicizia di circostanza, data dalla vicinanza obbligata e a tratti solo apparente delle nostre famiglie.
Gli avevo detto un milione di volte di smettere con droga e alcol, ma lui mi aveva sempre risposto che avrebbe preferito morire da tossico piuttosto che vivere una vita intera sulle orme di suo padre.
Non potevo dargli torto, capivo molto bene la sensazione di impotenza su sé stessi, l'impossibilità di scelta, le notti in bianco a tentare di raggiungere e superare le aspettative di chi non era stato in grado di soddisfare nemmeno quelle di un bambino malinconico con le ginocchia sbucciate.

Io e Brian eravamo molto simili, ma avevamo deciso di affrontare la nostra battaglia in due modi opposti.
Lui si era sempre ribellato, rifiutandosi fino all'ultimo respiro di sottostare al volere del dittatore che era suo padre.
Io avevo semplicemente capito di essere migliore del mio predecessore, e avevo usato il mio talento con naturale caparbietà per fargli percepire l'inutilità che lo contraddistingueva in confronto a quello che ero diventato io.

Avevo sempre sospettato quell'infarto al miocardio fosse stato causato dal mio ennesimo successo in aula, con il quale avevo superato di gran lunga il numero delle sue vittorie e sancito il mio dominio nell'ambito penale di quasi ogni Stato dell'America del Nord.
E così, quando la giuria aveva pronunciato le parole "non colpevole", mentre io ricevevo strette di mano e pacche sulle spalle, il cuore di mio padre aveva smesso di battere, lasciando l'asistolia a regnare sul suo corpo per me morto da sempre.
Era stato uno dei più bei giorni della mia vita.

𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora