26. Cold blooded bitch

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‼️ATTENZIONE‼️
Ricordo che questo è un dark romance e tratta tematiche che potrebbero risultare disturbanti per alcuni lettori.

Vi invito come sempre a leggere i TW presenti nel Disclaimer.

Se sei ancora qui, ti auguro una buona lettura.

E ricorda di mantenere il sangue freddo.

🩸

L'ho conosciuta capendo subito avesse un luccichio in più negli occhi, una magia incantatrice che avrei seguito fino all'ossessione e che mi avrebbe portato a spegnermi, ma brillando per sempre dentro di lei.



La notte era divorata dal temporale, mentre il mio sistema nervoso tentava di sopravvivere ai pensieri poco nitidi che mi annebbiavano il giudizio, illuminati periodicamente dai lampi che avevano preso possesso del cielo nero

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La notte era divorata dal temporale, mentre il mio sistema nervoso tentava di sopravvivere ai pensieri poco nitidi che mi annebbiavano il giudizio, illuminati periodicamente dai lampi che avevano preso possesso del cielo nero.

Mi sentivo assopita, chiusa in una bolla di sapone fluttuante nell'aria inzuppata di pioggia senza che potessi decidere quale direzione prendere, limitandomi ad osservare la città intorno a me contro cui mi sarei schiantata senza pietà prima che il sole sorgesse.

Credevo l'effetto della droga che Dillard mi aveva costretta a bere si fosse esaurito su quel palco infuocato quasi quanto la mia pelle, ma a distanza di un paio d'ore da quando avevo ingerito il liquido vermiglio gli effetti non accennavano ad esaurirsi e anzi, sembravano propagarsi sempre più amplificati in ogni mia fibra vitale, tanto che ebbi paura non se ne sarebbero mai andati ma avrebbero solo continuato a peggiorare, fino a che sarebbero stati troppo per essere compatibili con la mia sopravvivenza.

Le palpebre pesavano come macigni e la fatica nel tenere gli occhi aperti era sempre più insopportabile. Le mie pupille erano fisse sulla strada bagnata, i tergicristalli a distruggere per frazioni di secondo cadenzate l'ipnosi che mi legava ad ogni goccia d'acqua gelida che cadeva sul parabrezza e scivolava fino al cofano dell'auto, spazzata via come la mia ragione dal subconscio infettato.

Era tutto talmente surreale da rendermi impossibile realizzare in che zona della città fossimo, ma qualcosa nella mia pelle d'oca mi disse non stessimo più tornando all'appartamento di Nate.

Jack aveva cambiato direzione diverse volte, sfrecciando attraverso le strade quasi deserte, illuminate dal pallido riflesso della segnaletica sull'asfalto bagnato, ma per quanto provassi a captare dove fossimo diretti, i miei occhi non riuscivano a trasmettere altro che immagini annebbiate e prive di senso ad un sistema nervoso ormai fallato.

𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora