10. Devil doesn't sleep

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Il gatto avrebbe potuto divertirsi per secoli a giocare con il topo, ma io avrei potuto rincorrerla per tutta la vita senza mai afferrarla, e se fossi morto nel farlo avrei potuto assaporare la stessa dipartita di un'ape che affoga nel miele.



Il gatto avrebbe potuto divertirsi per secoli a giocare con il topo, ma io avrei potuto rincorrerla per tutta la vita senza mai afferrarla, e se fossi morto nel farlo avrei potuto assaporare la stessa dipartita di un'ape che affoga nel miele

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Continuavo a chiedermi chi me l'avesse fatto fare di uscire per comprare dei vestiti a quella gran rompi palle di Arabella Johnson.
Nate aveva avuto la brillante idea di offrirsi per uscire al posto suo e fare delle commissioni per lei come fosse il suo maggiordomo, e aveva trascinato me con lui.

Avevamo fatto venti minuti di coda in uno stupido negozio di biancheria intima per prenderle delle mutandine che probabilmente si sarebbe tolta dopo aver passato cinque minuti con un qualsiasi uomo con il portafoglio pieno, dopodiché Nate le aveva comprato due sporte di vestiti in un altro paio di negozi e poi eravamo andati in farmacia.
Ora stavamo camminando sul marciapiede pieno di gente e l'ennesima testa di cazzo che camminava nel verso opposto al nostro mi aveva spintonato per passare.

«Guarda dove vai, stronzo!» urlai voltandomi per guardarlo, ma quel tipo non si girò neanche e proseguì per la sua strada.

«Sai, dovresti fare meditazione» mi pungolò Nate ridendo sotto i baffi.

«Non ho bisogno di meditazione, smettila di rompermi il cazzo»

«Allora hai decisamente bisogno di scopare, non fai altro che lamentarti e imprecare da quando sei entrato in casa mia. Non è che Arabella ti fa venire qualche strana voglia?»

«Non ho bisogno di scopare Nate, ho bisogno di andare avanti con l'indagine e di non perdere tempo con la puttana che stai ospitando e che tu vorresti scoparti»

Nate non parve prendere bene il mio sfogo, perché mi superò e mi si piazzò davanti facendomi bloccare di colpo.

«La devi smettere di trattarla così, non ti ha fatto niente. È una bella ragazza, è gentile ed intelligente ma tu sei troppo occupato ad offenderla per rendertene conto» sbottò arrabbiato.
«Ti ricordo che se non fosse per lei non avresti idea di come proseguire la tua ricerca quindi smettila di fare il bastardo. E si, per la cronaca ci andrei volentieri a letto»

Divenni serio e gli feci un cenno rassegnato.

Quella ragazza mi aveva dimostrato di essere perspicace già un paio di volte ma continuava a non convincermi.
Se era così sveglia e intelligente perché si prostituiva? Non aveva alcun senso.
Due indizi non fanno una prova, perciò sarei rimasto della mia idea: era solo una stupida ragazzina che si divertiva a farsi scopare da uomini ricchi per soldi.

L'unico problema del suo lavoro era che alla maggior parte degli uomini non interessava avere il suo consenso, la usavano per il suo corpo e basta.
Con il suo bel faccino attirava i peggiori stronzi, come quell'idiota che la aveva picchiata in discoteca una settimana prima.
Lei non me lo aveva detto in modo chiaro, ma lo avevo immaginato dal modo in cui aveva cercato di nascondere la ferita sulla fronte.
Avrebbe dovuto sapere di correre quel rischio.

𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora