25. Wicked games

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‼️ATTENZIONE‼️
Vi ricordo di leggere i TW presenti nel Disclaimer. Questo è un dark romance e presenta tematiche che potrebbero risultare disturbanti per il lettore.

Io vi ho avvertiti.


Siete pronti a piazzare la vostra offerta?


Buona lettura...


Da tempo dentro di me c'era una scheggia, un unico piccolo frammento fragile su cui ero inciampato e che si era insinuato dentro la mia carne fino ad infettarmi, a corrodermi, al punto di farmi credere di non avere più alcuna speranza di sopravvivenza. Ma poi era arrivata lei, che era vita pura distillata in quel corpo tanto bello quanto fragile, che mi guariva e mi ammalava al tempo stesso.



I giorni erano passati freddi ed eterni, tra folate di vento gelido che facevano volare nell'aria fiocchi di neve cristallizzati e timidi raggi solari che non vedevano l'ora di lasciar posto al luccichio delle comete

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I giorni erano passati freddi ed eterni, tra folate di vento gelido che facevano volare nell'aria fiocchi di neve cristallizzati e timidi raggi solari che non vedevano l'ora di lasciar posto al luccichio delle comete.

Era ormai metà febbraio e in tutti quei giorni non avevo più ricevuto biglietti anonimi o strani pacchetti contenenti fotografie inquietanti, come se chiunque si fosse divertito a spaventarmi ogniqualvolta mi fossi dimenticata della sua esistenza ora fosse svanito nel nulla.

Avevamo vissuto quel mese abbondante in attesa Dillard trovasse altre quattro ragazze che fossero di suo gradimento per poter organizzare la serata che tanto aspettavamo, e finalmente il momento era arrivato.

Quel sabato pomeriggio Jack aveva ricevuto una sua chiamata, e ci aveva avvertiti l'asta si sarebbe tenuta quella stessa notte.
Da quando Nate aveva posato il cellulare, avevo iniziato a cercare tra le mie cose un vestito adatto ad un evento di quel tipo e avevo scartato quasi tutto ciò che avevo recuperato dal mio appartamento.
Non avevo idea di come mi sarei dovuta vestire per essere venduta ad un'asta, e francamente non credevo avrei mai dovuto scoprirlo.
Era tutto troppo vecchio, troppo visto, troppo banale, troppo appariscente o troppo poco provocante.
Poi, avevo pescato dal fondo del borsone un vestitino che non ricordavo nemmeno di avere, e avevo intuito quella sarebbe finalmente stata l'occasione giusta per indossarlo.

Per stemperare la tensione che mi aveva instillato la voce di Jack quando ci aveva comunicato avremmo dovuto essere pronti in poche ore, mi ero fatta una lunga doccia bollente con lo scopo di svuotarmi la mente sconquassata di pensieri.

Una volta uscita, completamente bagnata di acqua e di quelle paure che mi si erano solidificate addosso come cera tra la neve, mi ero data un filo di trucco sul viso e avevo lasciato i capelli ricadere in morbide onde sulle spalle.

𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora