23. You'd rather something toxic

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Buonasera cuoricini, siete pronti?❤️‍🔥

Vi ricordo sempre di lasciare la stellina al capitolo, vi vedo che vi dimenticate🌝

Buona lettura🐦‍🔥

Se avessi potuto avere lei, non avrei più desiderato altro. Ma si sa, i desideri sono solo stelle troppo lontane per essere raggiunte, e lei brillava come una galassia intera distante anni luce da me.



Il sonno mi aveva accolta e rapita come una nube tossica di vapore perlaceo, ma ora potevo sentire il mio corpo ribellarsi a quel dormire sospettosamente quieto e tentare di riemergere contro ogni necessità dal torpore prolungato

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Il sonno mi aveva accolta e rapita come una nube tossica di vapore perlaceo, ma ora potevo sentire il mio corpo ribellarsi a quel dormire sospettosamente quieto e tentare di riemergere contro ogni necessità dal torpore prolungato.
Voltai il viso e mi poggiai con la guancia sul cuscino, le coperte calde ad avvolgermi tenendomi al riparo dal mondo esterno e consentendomi di rimanere protetta nel mio inconscio tartassato di pensieri inconsistenti.

Non riuscivo a percepire da quanto fossi in quel letto, ma sapevo per certo di non aver fatto i miei soliti incubi. Era stato un sonno placido e rigenerante, che mi aveva calmata e trasportata altrove come una piuma sollevata dalla superficie dell'acqua di un laghetto e guidata da un'ondata di vento estivo verso l'oceano aperto.

Tastai il materasso alla mia destra sperando di sentirci il corpo familiare di Nate, ma la mia mano toccò solo lenzuola fredde che sembravano non aver mai ospitato qualcuno all'infuori di me.

Aprii lentamente le palpebre e tentai di mettere a fuoco la stanza ancora calata nel buio quasi totale, salvata dalle tenebre solo da uno spiraglio di luce pallida proveniente dalla vetrata alla mia destra.

Una volta che i miei occhi si furono abituati all'ambiente circostante me li stropicciai e mi voltai sul fianco destro, ricordandomi solo durante il leggero movimento della ferita fresca sul lato opposto. Mugugnai per il fastidio e mi accoccolai meglio tra le lenzuola, richiudendo gli occhi ancora assonnati.

Mi rannicchiai su me stessa, il palmo di una mano ad accogliere la guancia fresca mentre l'altro stringeva il tessuto della maglietta che avevo addosso. Stavo probabilmente per riaddormentarmi, quando un sospiro infranse il silenzio in cui mi ero chiusa, facendomi spalancare gli occhi e sobbalzare nel letto per lo spavento. Mi ci vollero diversi secondi di palpitazioni e confusione prima di realizzare provenisse da una figura maschile voltata di spalle ed intenta ad osservare il cielo da dietro la vetrata, le tende scure aperte il tanto che gli bastava per guardare la luna circondata dalle stelle altrimenti nascosta dal tessuto pesante.

«Allora sei rimasto davvero» sussurrai sbadigliando e mettendomi seduta a fatica, osservando la figura di spalle contro luce senza riuscirne a cogliere alcun particolare, ma percependo ormai dissolto l'inutile senso di pericolo in cui ero strizzata poco prima.

Uno sbuffo gli uscì dalle labbra e notai il capo piegarsi all'indietro, mentre percepii le braccia prima probabilmente incrociate davanti al petto scendere lungo i fianchi e le mani infilarsi nelle tasche dei pantaloni della tuta.

𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora