Di nuovo tu!

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-Ottime notizie!- esulta Thomas entrando in casa.
-Quali sarebbero?- domando, distogliendo lo sguardo dal libro che sto leggendo. E meno male, perché in un certo senso mi stava annoiando.
-Oggi al lavoro ho fatto una bella impressione al mio nuovo capo e lui è rimasto sorpreso del mio operato in ufficio. Così tanto da concedermi un piccolo bonus sul mio stipendio di questo mese.-
-Ma è una buona notizia mio tesoro.- Ruth gli va incontro e lo riempie di baci, fino a farlo quasi soffocare. -Secondo me dovremmo festeggiare.-
-Sono d'accordo mia cara mogliettina perciò, vestitevi bene che stasera si esce a cena.-
-Vorrei tanto poterti accontentare caro, ma sai bene che non tutta la nostra roba è arrivata.-
Mio padre sorride, sembra quasi che non abbia capito una parola di quello che ha appena detto mia madre. -Tranquilla. Il posto che ho scelto non ha bisogno di abiti di gala. Sono certo che avrai qualcosa di carino nella tua bella valigia grande quanto una macchina- scherza.
Lei ci riflette per un breve istante e dice: -In effetti...-
-Allora non perdete tempo. Sbrigatevi!-

Meno di un'ora dopo siamo già sulla nuova auto di papà, mentre percorriamo una delle strade principali di Sydney: fatta tutta di enormi palazzi in cemento e vetro, sedi di banche e uffici di ogni genere. Il posto scelto da Thomas è nella parte periferica della città e di primo acchito può sembrare un quartiere di dubbio gusto, ma non lo è.
Il locale si chiama: Bella Italia e dalle recensioni sembra essere una delle pizzerie più gettonate della città. Una volta dentro veniamo investiti da un forte odore di fritto; non ho mai avuto un debole per i piatti tipici italiani, però so che alcuni sono deliziosi e la pizza è fra questi.
Veniamo accolti da un ragazzo molto giovane vestito di nero e sembra che abbia la mia età.
-Buonasera signori, avete una prenotazione?- domanda. Un gran sorriso sulle labbra troppo sottili.
-Sì, ho prenotato a nome Miller!- dice Thomas.
Il ragazzo controlla sulla sua agenda, fa un segno con la penna accanto al nome e dice: -Perfetto. Prego, seguitemi.-
Il cameriere ci fa sedere in uno dei tavoli di legno nell'angolo della sala più grande della pizzeria, arredata con quadri dei paesaggi più caratteristici dell'Italia. "Qui si capisce subito che il proprietario non è mai stato in Italia, sono un po' troppo banali e classiche come fotografie" penso, guardandomi attorno.
Un secondo cameriere si avvicina e ci chiede cosa vogliamo da bere: mia madre ordina un bicchiere di vino rosso, mio padre dell'acqua gasata e io opto per una semplice soda al limone.
-Carino come posto. Non è vero?- domanda Thomas, addentando un grissino con voracità.
-Sì, dai. Non è male- la risposta di Ruth non è del tutto convincente e conoscendola bene, sperava che Thomas ci portasse in qualche locale chic.
Una volta arrivate le bevande e ordinato da mangiare, mi alzo dalla sedia per andare in bagno e sciacquarmi il viso, ma non faccio in tempo ad entrare che vengo quasi travolto da uno dei camerieri intenti a portare tre pizze enormi e ricolme di ogni sorta di condimento. Poi lo guardo con attenzione e rimango basito: è il ragazzo di questa mattina presto.
-Scusami...- dico con imbarazzo.
-Di nulla...- la voce gli muore in gola e non appena realizza chi sono: -Sei tu. Che coincidenza...- sorride quasi compiaciuto.
Un secondo cameriere si palesa: -Josh. Sbrigati i clienti aspettano.-
-Arrivo!- Si sofferma un istante a guardarmi. -Torno al lavoro... se no chi lo sente il capo?-
Mi scappa una mezza risata ed entro in bagno. Sciacquo il viso con abbondante acqua, ho le guance che vanno a fuoco. "Che strana coincidenza, ha ragione". Scuoto la testa e cerco di non darci troppo peso.
Appena sono al tavolo, i nostri ordini sono già arrivati.
-Il servizio qui è molto efficiente. Sono stati velocissimi, sopratutto il ragazzo che ci ha servito. Come ha detto che si chiama?- domanda Ruth a mio padre.
-Josh!- Thomas risponde con la bocca ormai piena.
Poi mia madre si rivolge a me. -Ha la tua età Anthony ed è anche molto carino...- ammicca.
-Mamma. Posso mangiare in pace per favore?-
Alzo leggermente lo sguardo verso la sala e in quel momento fa il suo ingresso Josh con altri piatti, pronti per essere servirti a dei clienti poco lontano da dove siamo noi. Anche lui posa lo sguardo su di me e mostra un sorriso a dir poco magnifico, sento le guance avvampare ancora e, istintivamente, abbasso la testa.
"È davvero molto bello, non posso negarlo, però devo stare con i piedi per terra. Devo essere un robot. Non posso neanche immaginare che cosa ci possa essere dietro quella maschera di perfezione".

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