Pensieri

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-Devo dire che una mangiata così non la facevo da tanto- dice Thomas, appena usciti dalla pizzeria.
Ruth lo fulmina con lo sguardo, come se avesse appena detto una delle peggiori bestemmie. -Stai dicendo che a casa non mangi di gusto?-
Lui si accorge di ciò che ha appena pronunciato e si giustifica con: -Ma no, mio tesoro. Stavo solo dicendo che ha casa le grandi abbuffate non le facciamo.- La abbraccia da dietro e le mordicchia un lobo dell'orecchio. -I tuoi manicaretti sono i migliori che abbia mai mangiato.-
-Sei il solito!- Lei si lascia ammaliare e cede alla passione improvvisa di mio padre, si gira verso di lui e lo bacia con trasporto.
Tossicchio e dico a voce alta: -Scusate, ma io sono ancora qui! Non potete aspettare di essere in camera vostra!-
Entrambi mi guardano senza provare imbarazzo.
-Hai ragione Ragazzo!- esclama Thomas.
-Scusaci...-

Appena mi trovo in camera mia, non posso fare a meno di pensare a Josh. Averlo incontrato per due volte consecutive lo stesso giorno mi pare una cosa da romanzo rosa: uno dei tanti che mi è capitato di leggere. Eppure questa è la realtà. È capitato, ma non significa nulla. È solo un caso, una coincidenza. "Ma perché mi sto facendo tutti questi film mentali?"
Mi stendo sul letto cercando di riposare un pò, ma non ci riesco, ho la testa colma di tanti pensieri. "La devo smettere!"
Spengo la lampada sul comodino e lascio che tutto quello che ho vissuto oggi mi dia un pò di pace e di tregua. Non posso permettere alla mia mente di prendere il sopravvento.

Quando mi sveglio questa mattina è ancora molto presto, ma stavolta non andrò a correre anche se nel profondo lo vorrei, ma non è per evitare di incontrare Josh. È perché oggi dovrò recarmi con mia madre a vedere il liceo che dovrò frequentare tra dieci giorni, quando inizierà l'anno scolastico.
Già sento l'ansia che fa capolino, al solo pensiero di essere un estraneo in mezzo a una branco di sconosciuti chiassosi.
Mi faccio coraggio e scendo per la colazione, in questo momento sono solo nel silenzio della casa. Come un automa mi preparo qualcosa di semplice e mentre mangio, ne approfitto per dare uno sguardo ai Social. Ho diverse notifiche, un paio di esse sono di un mio caro amico che mi chiede come sia la mia nuova vita qui a Sydney.
Gli rispondo come meglio posso, cercando di non far trapelare il mio disagio. Ammetto che mentre gli scrivo provo un senso di malessere mescolato alla nostalgia. E in un attimo mi torna alla mente tutta una serie di episodi che sono stati anche piacevoli.
Come per esempio: il primo bacio dato ad un ragazzo della mia scuola e che poi si è dovuto trasferire, le uscite con amici e... il primo rapporto intimo avuto con il figlio più grande dei miei vicini di casa.
All'epoca avevo sedici anni e lui venti appena compiuti; si trattava di un ragazzo davvero affascinante e in cuor mio sapevo che non avrei mai potuto avere una speranza con lui, e invece una sera...
Mi trovavo a casa da solo ed ero intento a guardare la televisione quando suonarono alla porta. Appena la aprii e mi resi conto di chi avessi davanti, il cuore perse un colpo. Lui era li, in piedi sulla soglia di casa mia, un gran sorriso sulle labbra mentre mi chiedeva se fossi in possesso di uno strumento da lavoro che non so nemmeno cosa sia e a cosa serva nemmeno adesso.
Era una scusa bella e buona: chi si metterebbe a fare lavori manuali all'ora di cena? Mi confessò subito che era stato un pretesto per vedermi, aggiungendo che era da tempo che aveva messo gli occhi su di me, accorgendosi del fatto che anche io lo stessi ammirando da lontano.
Mi prese il viso tra le mani e mi riempii di baci, io mi lasciai andare alla passione che emanava il suo corpo e le sue labbra. In breve tempo eravamo distesi sul divano completamente nudi, i nostri corpi già intrecciati in una catena perversa e desiderosa fondersi ancora di più.
Appena mi penetrò provai una fitta di dolore; cercai di resistere sotto i suoi colpi, aggrappandomi a quel corpo che bramavo da tanto. Lui fu particolarmente abile anche nel  darmi piacere e fare in modo che provassi un vero orgasmo.
Un'esperienza simile a quella non si presentò più bella mia vita e lui, subito dopo il rapporto, quando gli chiesi se ci saremmo rivisti, mi rispose che non sarebbe stato possibile dato che sarebbe andato via a causa di uno stage che avrebbe dovuto fare all'estero. E in effetti la settimana successiva partì.
Sospiro pensando a che fine abbia fatto, sono stato così stupido da non domandargli nemmeno un contatto.
Guardo il telefono e mi metto a cercare sui social il suo nome, ma poi mi blocco quando nella mia mente si palesa il volto di Josh.

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