Il mattino seguente ricevo un messaggio da Josh. E mi chiede di raggiungerlo in locale davanti alla spiaggia, non lontano da Rose Bay. Rispondo che ci sarei andato non appena avrei finito di sistemarmi. "Vorrà chiedermi qualche dettaglio in più riguardo alla giornata di ieri a casa di Amber. E non è da escludere che voglia delle delucidazioni, dato che quando ci siamo sentiti in serata sono stato molto vago, inventando una bugia per non stare troppo al telefono. Siccome non sono molto abile nel mascherare determinate emozioni, si sarà sicuramente reso conto che qualcosa non andava in me.
Prendo un bel respiro profondo e provo a richiamarlo. "Tanto vale togliersi questo peso".
-Pronto, Anthony.-
-Ciao Josh...- Mi trema la voce.
-Stai bene?-
-No, cioè volevo dire sì.-
-Cosa ti turba?-
-Nulla...-
-Anthony. Le bugie non le sai proprio dire.- Scherza.
-Sì, c'è una cosa che ti vorrei dire.- In sottofondo sento un clacson che suona ripetutamente. -Ma che succede?-
-Nulla. È che...- la conversazione si chiude.
-Pronto? Pronto!-
"Oddio. Oddio no". Mi sale il panico.
Esco di casa a e mi metto a correre per le vie delle città come un forsennato. Nel frattempo provo a richiamarlo, ma parte subito la segreteria. Nella mia mente si palesa una visione macabra,m fatta di sangue e morte. Poi però, la parte razionale di me, o ciò che ne è rimasta, mi suggerisce che gli sia semplicemente scaricato il telefono.Prima di raggiungere a Rose Bay, noto un gran numero di persone attorno ad un'ambulanza e una vettura ferma sul ciglio della strada e, guardandola bene, mi sembra di riconoscerla. È la macchina di Damien.
Lui se ne sta seduto sul marciapiedi, sguardo assente mentre un agente di polizia gli pone numerose domande. Domande che lui sembra non sentire.
Mi avvicino facendomi largo tra la folla, poi tutto il mondo mi crolla attorno. Josh è steso sulla barella dell'ambulanza, il volto coperto da tagli e sangue, vederlo in quelle condizioni, mi provoca una fitta di dolore al cuore. Vorrei poter urlare, ma è come se avessi la voce intrappolata in una gabbia chiusa a chiave dalla disperazione e dal folle desiderio di svegliarmi da questo incubo. Perché è questo ciò che sto vivendo in questo momento. Un incubo.
-Portate via il ragazzo. Lo interrogheremo in centrale- dice uno degli agenti.
-Mi scusi. Che è successo?-
-Un incidente.-
-E il ragazzo nella barella?- chiedo tremando.
-Purtroppo è morto sul colpo.-
Il poliziotto continua a parlare, ma non sono in grado di sentire una parola di più. È come se non fossi in grado di comprendere nemmeno un verbo. Sento un suono sordo al posto delle parole, ovattate dall'immenso dolore che mi attanaglia l'anima. In questo momento mi sto dando tutta una seria di colpe per quello che è accaduto. "È colpa mia. Solo colpa mia. Non avrei mai dovuto chiamare. Avrei dovuto essere più sincero con Josh. E opra lui è morto. È morto a causa mia e della mia debolezza".
Rose Bay è poco lontano da qui, posso sentire le onde del mare che si infrangono sugli scogli e che accarezzano la sabbia con il suo tocco delicato, fresco e brillante. Ci sono numerose famiglia di fianco a me, ma ormai non sono più in grado di vederle, non le sento, non le capisco. Sono uno spirito indefinito che ha solo voglia di essere trascinato via dalla corrente. Lontano da tutto e da tutti. In un luogo dove non esiste il dolore, ma solo luce e amore.
Mi tolgo le scarpe e le poso delicatamente sulla riva, un pallone colorato mi sfiora la caviglia e un bimbo mi viene incontro desideroso di poter continuare con il suo gioco. Faccio finta di non vedere quei colori arcobaleno. Faccio un passo avanti all'altro, l'acqua mi da una bella sensazione, come se volesse farmi capire di essere pronta ad avvolgermi nel suo abbraccio. Lo stesso abbraccio che mi riservava Josh.
Mi lascio cullare da questa bella sensazione di beatitudine con le onde dell'oceano che mi trasportano verso l'ignoto ed esse cantano una melodia armoniosa.
È così che me ne voglio andare: con il Canto del Mare.
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Il canto del Mare
RomanceAnthony si è appena trasferito dall'inghilterra all'Australia per cambiare aria dopo essere stato in coma per sei mesi a causa di un'aggressione omofoba. Qui, nei sobborghi di Sydney dovrà fare i conti ancora una volta con l'amore.