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Finalmente anche questa giornata è finita. Non ne potevo più di stare chiuso dentro quelle quattro mura ad ascoltare i professori con i loro monologhi. Anche se ammetto che la lezione di letteratura inglese mi è piaciuta particolarmente, poiché si parlava di uno dei miei autori preferiti: Shakespeare.
I miei compagni di classe, invece, non erano molto inclini a voler partecipare alle lezioni. Un paio di loro, compreso Josh, sono stati rimproverati aspramente per essersi quasi addormentati. Ammetto che una mezza risata mi è sfuggita e che non ho potuto fare a meno di incrociare lo sguardo di Josh durante quei momenti.
Fuori dalla scuola Amber mi segue per un breve tratto di strada prima di salire sulla vettura di sia madre, ricordandomi della gita alla spiaggia per il giorno seguente.
Questa volta Josh non mi accompagna, anzi prende una strada diversa. Forse il colloquio di questa mattina lo ha fatto desistere, e capire, che non dovrebbe perdere tempo con uno come me. Che non appena sento la parola aggressione si mette a piangere e ha un attacco di panico.
Forse dovrei provare a essere più gentile, lui lo è stato con me. Il problema sono io che non mi apro abbastanza, che mi chiudo a riccio anche al minimo ostacolo. È un concetto di vita che devo estirpare. Però il fatto di aver accettato di uscire con Amber e altre persone che non conosco è un buon punto di partenza.

Rientrato a casa, e dopo aver salutato Ruth, corro subito in camera mia per sbrigare i compiti. E non sono pochi.
Alla sera, quando finalmente Thomas fa ritorno dal lavoro, approfitto della cena per dare la notizia ad entrambi.
-Domani pomeriggio torno per l'ora di cena- annuncio, subito dopo aver mandato giù un boccone di carne grigliata.
Thomas e Ruth mi guardano di sottecchi. Ma è mio padre a fare la domanda: -Vai da qualche parte?-
-Sì, esco con Amber. La mia compagna di banco...-
-Ah. Ero convinto che ti piacessero...-
Capisco subito cosa vuole dire e intervengo: -Oh, no. Non per un appuntamento. Mi ha solo invitato a passare un pomeriggio insieme. E poi ci sarà anche suo fratello e altri due ragazzi.-
-Ci sarà anche Josh?- chiede Ruth.
Thomas la guarda confuso. -Josh? Ma chi, il cameriere di quella pizzeria?-.
-Certo. Sono nella stessa classe...-
Thomas sogghigna. -Ma pensa un pò che coincidenza.-
"Ecco un altro che pensa alle coincidenze".
-Allora posso andare?-
Entrambi si guardano, ma è sempre mio padre a rispondere: -Per me non c'è problema. Se questo serve a farti integrare meglio. Vai pure. La pensi anche tu così, mia cara?-
Ruth si limita ad un semplice cenno con la testa.
-E dove andrete?- domanda Thomas, addentando il suo filetto.
-Alla spiaggia di Rose Bay.-
-Ah. Sembra un posto interessante.-
-Lo è.-
Apro Google e gli mostro le foto della spiaggia in questione: circondata dal verde e da numerose case immerse nel verde.
-Non fare troppo tardi e con i compiti come ti sei organizzato?-
-Li farò dopo cena.-
-E con chi andate?-
Il terzo grado è iniziato.
-Con suo fratello. Ci viene a prendere e ci riaccompagna.-
-Ti fidi dopo quello che è successo?-
-No, non mi fido tanto. Ma dovrei almeno provare a fidarmi delle persone. Non posso vivere per sempre in un limbo.-
Thomas non sembra del tutto convinto della risposta, ma non aggiunge altro.
Di nuovo mi metto a pensare a Josh e alle sue premure.

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