Confessioni

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Non ho chiamato Josh e non ho nessun a intenzione di farlo. Preferisco restare in silenzio dopo quello che ho visto. Dopo quello che ho dovuto ricordare. Potrebbe sembrare un atteggiamento infantile, ma non me ne importa nulla.
Il cellulare squilla e so che si tratta di lui. Quando leggo leggo il suo nome sullo schermo luminoso, faccio finta di nulla. Lo lascio lì sul comodino, ignorandolo. Mi alzo e vado alla libreria e cerco un volume abbastanza grosso da tenere le mente impegnata per tutta la sera. Così scelgo di iniziare a leggere: Guerra e Pace. Uno dei romanzi della letteratura russa che avevo in mente di iniziare già da parecchio tempo. Ma che poi non ho mai avuto il coraggio di affrontare.
Scendo in soggiorno e trovo mia madre intenta a rammendare una vecchia tovaglia appartenuta alla sua nonna materna.
-Perché hai scelto di scendere per leggere?- chiede senza staccare gli occhi dal suo lavoro.
-Non mi andava di restare di sopra da solo.- Mi siedo sulla poltrona accanto al camino e inizio la lettura.

Il tempo passa, scorre via come la sabbia di una clessidra e insieme ad esso scorrono anche le pagine di questo romanzo. Uno dietro l'altro, parola per parola.
Ruth si alza dalla sedia, piega la tovaglia in quattro e se ne va in cucina per preparare la cena. Osservo l'orologio appeso al muro, sono le 18 e mio padre dovrebbe tornare da un momento all'altro, mentre fuori l'atmosfera è peggiorata. Dense nuvole cariche di pioggia e fulmini si avvicinano alla città come l'onda di uno tsunami accompagnato dal vento.
-Spero che tuo padre non sia stato trattenuto al lavoro. Guarda che tempo orribile che c'è...- Ruth è vivamente preoccupata e anche io comincio ad esserlo.
-Papà, sa cosa fare... ricordi i numerosi temporali che hanno investito Londra l'anno scorso?-
-Sì, ma questi sono diversi, sono più violenti. L'ho letto su Google...-
Cerco di trattenere una risata. Da quando Ruth ha scoperto l'esistenza di Google non fa altro che usarlo per chiedere qualsiasi cosa, anche la più semplice e insignificante.
-Mamma... non dovresti dare retta a tutto quello che trovi su internet.- Mi alzo e vado verso la finestra. Libro stretto tra le mani.
Il vento soffia e sbuffa con molta intensità, e le nuvole nere come la pece si fanno sempre più vicine e minacciose.
Poco dopo l'auto di Thomas fa il suo ingresso nel garage, io e Ruth tiriamo un respiro di sollievo mentre le prime gocce di pioggia cominciano a cadere.
-Eccomi famiglia. Brrrr fa freddo fuori e che tempo- cantilena appena varca la soglia.
-Iniziavo a temere che ti fosse successo qualcosa- dice Ruth.
-Mia cara moglie, cosa dovrebbe accadermi se non essere portatori via dal mio capo- ride.
Intervengo io: -pensava che il cattivo tempo ti avesse fatto fare un incidente. Lo ha letto su Google.- Devo trattenere di nuovo le risate. Ma lei non perde l'occasione e dio potermi guardare male.
-Forza venite. La cena è quasi pronta. Andate a lavarvi le mani.-

A tavola tutto si svolge con assoluta naturalezza come tutte le sere. Si parla del più e del meno, si ride, si scherza e si discute della giornata che sta per volgere al termine.
-Anche oggi ho sorpreso tutti al lavoro. Anche se ho come l'impressione che un paio di miei colleghi mi odino.-Thomas fa una faccia perplessa, ma non se ne cura più di tanto. -E a te com'è andata?- domanda guardandomi.
-Tutto ok. Il solito...-
-E Josh?- chiede mio padre.
Non rispondo subito, ma lascio passare un minuto abbondante. -Non saprei... oggi non c'era.-
-Era strano questa mattina e aveva la faccia tumefatta- interviene Ruth. -Saresti così gentile da spiegarci quello che gli è successo?-
Ho gli ovvi di entrambi che mi scrutano, mi dentro come se fossi sotto esame e la cosa non mi piace per nulla.
-Te l'ho detto...- mi rivolgo a Ruth. -È un attaccabrighe. Non c'è altro da aggiungere!-  Prendo in mano un pezzo di pane e lo sbriciolo in mille frammenti farinosi.
-Ma questa sua "natura violenta" sarà nata da qualcosa, un evento o un commento- dice Thomas.
In effetti ha ragione, tutto è cominciato con quel commento che ha fatto Robert, se solo fosse stato zitto tutto sarebbe andato nel verso giusto. Ma pensandoci bene, forse se non avesse detto nulla non sarebbe emerso il lato aggressivo di Josh. Scuoto la testa e mi rendo conto che forse sto dando dei giudizi troppo affrettati. A sentir parlare Amber sembrerebbe che Robert e Josh non si sopportano già da tempo: antichi rancori celati troppo a lungo.
-Allora? Non rispondi a tuo padre?- incalza Ruth, alzando leggermente il tono di voce.
Prendo fiato e che faccio? Spiattello la verità su me e Josh e sul nostro bacio? Ormai indietro non si torna...
-Un nostro compagno di classe ha fatto un commento sgarbato su me e Josh.-
-E come mai?- Domanda Thomas.
Chiudo gli occhi prima di rispondere: -Ecco... io e Josh ci siamo appartatati e baciati nel cortile della scuola...-

Il canto del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora