Incontri inaspettati

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"Jennifer, datti una calmata ti prego. È il sesto negozio da sposa che giriamo.", sospiro.
"Muovi il culo, ragazza!"
Jennifer cammina a passo deciso ed entra nel settimo negozio. Prova una decina di vestiti, scartandone tutti e dieci con commenti del tipo "Merda" "Ma che roba è questa?" "sembro una tazza" e cose così. La mia migliore amica entra nel camerino con il suo undicesimo vestito ed io vago per il negozio. Un abito in particolare richiama la mia attenzione, non è a sirena come piace a Je, ma è davvero bello. È semplice, senza gonne ampie o tulle, cade dritto nella siluette del manichino. Il colore è bianco avorio e il corpetto è tempestato di diamanti. La commessa mi guarda, studiando la mia reazione.
"Mi scusi, sarebbe così gentile da darmi quest'abito?", chiedo.
Lei annuisce allegramente.
"Ma certo signorina, devo solo andare a prenderlo nel magazzino."
Poi minuti dopo torna con il vestito 42 che le avevo chiesto. Lo afferro per la gruccia e mi avvio verso il camerino. Busso due volte, Jennifer mi apre e spalanca la bocca appena mi vede con il vestito in mano.
"Vuoi provarti un vestito?", chiede sbigottita.
"No, lo proverai tu.", ribatto io.
Lei ride.
"Neanche per sogno, che merda è quella?", scuote la testa. Sto andando su tutte le furie.
"Infila questo cazzo di vestito o giuro che arrivi all'altare senza capelli.", ringhio.
"Oh..okay, lo proverò. Vabene, tranquilla."
Torno serena ed annuisco, mi fa segno di uscire e così faccio, raggiungendo il punto esatto dov'ero prima. Sbuffo, dove sarà? Sarà scappata? Prendo il cellulare dalla borsa e digito il suo numero, sperando che risponda. Giuro che potrei...dei singhiozzi mi richiamano all'attento. Una disperata Jennifer si guarda allo specchio, con gli occhi colmi di lacrime, trasformandosi ancora di più in un panda.
"È-è così bello...", dice. Gira la sua figura di lato e i singhiozzi aumentano.
"Oh Jenny, dai non piangere.", mi avvicino a lei e le sfioro la schiena. La mia amica sorride e tira su col naso.
"Basta con queste stronzate! Prendo questo e vaffanculo.", afferma Jennifer. Si guarda allo specchio, scoppiando in una risata fragorosa che poco dopo si trasforma in pianto.
Corre a cambiarsi per non rovinare il vestito con il trucco e poi paga, fortunatamente l'abito non viene molto.
Mentre usciamo dal negozio la fermo, allarmata.
"Sei incinta, Jennifer?"
Lei si ferma con il caffè a mezz'aria e poi ridacchia.
"Perché mai dovrei esserlo, Charlotte?"
"Beh, perché scoppi a piangere, poi torni stronza, poi ridi e poi torni a piangere." confesso, sono preoccupata.
"Ma ovvio che no, io e Richard siamo sicuri su quel punto. Lui usa..." viene interrotta dal mio braccio.
"Okay, okay Jennifer. Non lo voglio davvero sapere.", rido.
Lei annuisce ed alza gli occhi al cielo.

Passiamo il resto della mattina a camminare per negozi con l'intento di trovare un abito anche per me, ma alla fine non lo troviamo e siamo costrette a rimandare la ricerca. Per pranzo ci fermiamo in un ristorante messicano, sistemandoci in un tavolo vicino la finestra.
"Charlotte, il ristorante è davanti la caserma dei pompieri.", gira la testa e sorride. Poi compie un gesto che mi manda su tutte le furie, alza la mano e saluta. Giro lo sguardo alla mia sinistra, dove c'è la finestra, e al di là del vetro vedo il pompiere salva gatti. Mi sta guardando, così lo saluto anche io. Borbotta qualcosa al suo amico e ridono insieme. Cosa gli avrà detto?
"Jennifer, giuro che..." mi interrompe con un dito.
"Smettila Charlotte, l'abbiamo semplicemente salutato.", dice lei. Un ghigno le attraversa il volto ed io decido di rimanere tranquilla e di concentrarmi sul mangiare.
Forse mi riesce anche troppo bene, dato che adesso il pompiere è qui. Seduto accanto a me. Respiro, coraggio, coraggio, coraggio. Per fortuna oggi non sono vestita- a detta di Jennifer- di merda. Ho una camicetta azzurra, dei jeans chiari e le mie scarpe sportive preferite; le Converse.
"Ci si rivede", dice lui. Solo adesso mi rendo conto che accanto a Jennifer c'è l'altro pompiere. Oh tutto questo non mi piace.
"Ciao..", dico io. Lui appoggia la testa sul braccio e si sporge a guardarmi.
"Non mi sono nemmeno presentato, mi chiamo Mason. Piacere."
Oh quegli occhi azzurri.
"Charlotte, piacere." sorrido e continuo a mangiare.
"Allora Charlotte, da quant'è che non mangi?", chiede Mason.
Che razza di domanda è?
"Da stamattina, perché?", lo fisso torva.
"Stai letteralmente divorando quel cibo, sei graziosa quando mangi."
Le fossette spuntano ancora e giuro che posso morire, ora.
"Non lo so...mi piace il messicano.", sussurro.
"Sei graziosa anche quando arrossisci.", sorride teneramente.
Scambia sguardi con il suo amico, sguardi complici. Questa storia non mi piace.
Borbotto un grazie e lui riprende a parlare.
"Sai stasera qui vicino c'è una festa, di una confraternita; sono dei miei amici. Ci vuoi venire?"
Ringrazio Dio quando Jennifer mi salva inventandosi una grande balla.
"No mi dispiace stasera c'è il mio addio al nubilato. Lei è la mia migliore amica, ci deve essere.", taglia corto. Mason sembra davvero divertito, lancia occhiate al suo amico ma non può sfuggirmi quel sorriso. Lo fisso impresso nel mio cervello, perché è il sorriso più bello che io abbia mai visto.
"Mi dispiace che tu non possa esserci, Charlotte. Noi ce ne andiamo ora." poi si avvicina al mio orecchio e sussurra:
"Sai, i pompieri devono lavorare." ha la voce roca e milioni di brividi percorrono il mio corpo, lui sembra accorgersene e sospira. Il suo amico lo richiama e ci salutano con un caloroso 'ciao'. Si avviano verso l'uscita, quando vedono due ragazze le salutano con un "Salve signore" e dei gesti teatrali con le mani, ancora divertiti ma non capisco bene da cosa.
"Richard è mille volte meglio di quel depravato. Parlavamo del suo lavoro e lui sembrava che stesse parlando con le mie tette. Poveri ragazzini con gli ormoni scatenati.", dice Jennifer.
Anche se ha solo vent'anni, sembra che la sua mentalità sia quella di una cinquantenne.
Rimaniamo nel ristorante a mangiare e parlare, le dico grazie per la grossa bugia o 'cazzata' come dice lei, per non farmi andare a quella stupida festa. Ma comunque quel Mason con l'aria da duro, i tatuaggi ovunque e gli occhi profondi mi intimorisce. Devo stargli lontana, ma credo che il destino non sarà dalla mia parte.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora