L'incendio

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I giorni seguenti passano in un soffio, lasciando sempre il vuoto nel cuore. I problemi si sono raddoppiati quando ho iniziato a sentire la sua mancanza, a cercare i suoi occhi nei sogni ed immaginare di tracciare i suoi tatuaggi con un dito.
Guardo il soffitto, sospirando e sbuffando. Non mi sono mai sentita così in vita mia. Il rumore dell'antincedio mi avverte che sta bruciando qualcosa. Corro per le scale, cercando di non respirare troppo l'odore. I miei, come sempre, sono a lavoro e mia nonna è chiusa in camera sua con la tv ad alto volume; non sente molto bene.
La paura si avventa su di me quando cerco di scendere al piano di sotto, ma tutto è coperto da fiamme che bruciano. Risalgo immediatamente le scale, sperando che non raggiungano il piano di sopra. Busso alla porta della stanza di mia nonna, ma non ottengo nessuna risposta. Improvvisamente l'odore di bruciato si fa più intenso e l'allarme continua a suonare, mia nonna sembra non sentire. Busso ancora e ancora, in assenza di risposte prendo la rincorsa e mi scaglio contro la porta, tentando di buttarla giù. Inutile dire che non si muove nemmeno di un millimetro. Continuo a saltare, a cercare di buttarla ma non ci riesco. Le fiamme salgono al piano di sopra oscurando per un attimo la mia vista, mi stanno per cedere le gambe quando mia nonna apre la porta.
"Cos'è questa puzza di fumo?" urla per sovrastare l'allarme. Io entro come una furia, apro il suo armadio ed afferro un bel po' di cose, cercando di fare una corda che ci aiuterà a scendere dalla finestra.
Dopo aver creato la corda la indico a mia nonna.
"No no, tu sei pazza! Io non scendo da lì!" grida.
"Vuoi morire carbonizzata?" urlo. Lei mi guarda incerta e poi si catapulta vicino alla finestra. Lego la corda sul manico della finestra, sperando che non si sleghi. Mia nonna si aggrappa e supera il cornicione, scendendo molto lentamente, anche troppo. La puzza si intensifica sempre di più. Stringo forte la maniglia, così la corda non può cadere. Nel frattempo mia nonna è salva, dall'altra parte della strada, tiro un sospiro di sollievo e scendo anche io. Devo fare moltissima attenzione poiché la corda è davvero messa in un punto poco sicuro. Mi aggrappo con le gambe al muro e proprio mentre sono ad un metro da terra, la corda si stacca. Portandosi la maniglia e facendomi volare, per fortuna atterro sull'erba. Ci vuole culo, direbbe Jennifer.
Le fiamme si propagano ancora ma non nella facciata esterna, tutto il fumo è ancora all'interno. Solo una volta arrivata accanto a mia nonna, la casa prende letteralmente fuoco.
"Ho chiamato i pompieri." dice mia nonna tossendo un po'.
Annuisco, "Ce la siamo viste brutta." dico.

Rimaniamo sul ciglio della strada, aspettando i pompieri che non tardano ad arrivare. Scendono dall'automezzo e tirano le pompe contenenti l'acqua. Sono davvero molto vicini alle fiamme, ed anche io visto che proprio il pompiere scende dal secondo furgone. Cammina spavaldo, quando, però, si accorge dov'è sembra per un attimo spaesato. Mi cerca con gli occhi e quando incontra il mio sguardo mi raggiunge correndo.
"Dio mio, stai bene Charlotte?"
Tenta di sfiorarmi la guancia, però rimane con la mano a mezz'aria quando io gli lancio uno sguardo di fuoco. Annuisco, un po' scossa dall'accaduto.
Mia nonna sorride sornione.
"Voi due vi conoscete?"
"No." affermo io.
"Sì." dice Mason. Nonna Matilde ci guarda spaesata, poi presta attenzione a lui.
"Hai gli occhi di un azzurro che conosco troppo bene."
Lui sembra imbarazzato e le sorride timidamente.
"Signore, io vado a fare il mio dovere." dice.
Raggiunge i suoi compagni e con le pompe riesce a spegnere gran parte dell'incendio. Ma è proprio adesso che il mondo ha smesso di girare; Silvestro era in casa. Mi alzo di scatto, urlando: "Silvestro, il gatto in casa!"
I ragazzi si scambiano occhiate, Mason e il suo collega decidono di verificare la sua presenza e percorrono il perimetro del giardino. Fortuna che avevo il telefono in tasca, almeno posso telefonare Jennifer.
Compongo il suo numero con mani tremanti ed aspetto una sua risposta.
"Lotte!"
"Ciao.." la mia vice trasparisce le mie emozioni.
"Cos'hai tesoro?"
"C'è stato un incendio, a casa mia. Tutto è bruciato, non rimane niente. Io e nonna ci siamo messe in salvo ma Silvestro..." scoppio in lacrime, pensando alla mia palla di pelo in mezzo alle fiamme.
"O mio dio, arrivo subito."
"No, davvero Jennifer va bene così..."
Ma ormai ha chiuso. Mi guardo intorno, cercando Mason o qualcuno con Silvestro in braccio.
"Eccolo, eccolo!!" urla un pompiere con la mia palla di pelo in braccio.
"Era finito dietro la casa, fortunatamente sta bene." mi dice.
Accarezzo la palla di pelo, Mason mi affianca con un'aria distrutta.
"Charlotte, mi dispiace davvero molto. L'incendio ha praticamente distrutto tutta la casa. Qualcuno ha dimenticato il fuoco aperto... Silvestro ha appiccato l'incendio, lanciando qualcosa sul fuoco."
I suoi occhi mi scrutano, come per capire se sto bene o no.
"Capisco.." sussurro.

"Dio mio! La tua casa, Lotte!" urla Jennifer. Scende dal suo automezzo e si affianca a noi.
"Cosa ci fa lui?" indica Mason.
"È venuto a spegnere il fuoco."
Lei annuisce pensierosa e poi si avvicina a Nonna Matilde.
"Beh, grazie Mason a te e agli altri ragazzi." dico.
"Prego." risponde. Invece di andare dai suoi compagni rimane lì a fissarmi.
"Beh? Credevo te ne andassi."
"Non se ne parla, io resto qui." afferma.
Sorrido ed alzo un sopracciglio. La mia migliore amica viene verso di noi.
"Dove andrai ora? La tua casa è in condizioni pietose." dice.
"Devo aspettare i miei, poi loro decideranno che fare."
Proprio ora spuntano i miei genitori, che guardano spaesati la casa, il gatto, me e la nonna.
"Oddio! Cosa... State bene?"
Mia madre ci abbraccia, con la voce rotta un po' dalle lacrime.
"Si stiamo bene." diciamo in coro io e la nonna. Mio padre, da direttore d'anzienda, non si è fatto prendere dal panico. Digita sul suo smartphone una serie di numeri, poi torna da noi.
"Charlotte, io la mamma e nonna andremmo a stare da Will, tuo zio. Questa casa...ormai non rimane più nulla..."
Anche lui ha l'aria triste.
"Io...io deciderò cosa fare, comunque andrò da qualche parte non vi preoccupate."
Stringo le mani di mia madre e l'abbraccio, facendo lo stesso con mio padre. Loro si avviano dopo aver cercato qualcosa dentro la casa, vestiti, lenzuola, asciugamani ma tutto è bruciato.
Rimaniamo io, Mason e Jennifer seduti sul ciglio della strada.
"E tu Charlotte, verrai da me." dice la bionda. Proprio quando sto per rispondere, Mason mi procede.
"Verrai da me." spara.
Ho sentito bene?
"Cosa?!" diciamo all'unisono io e Jennifer.
"Vuoi venire a vivere da me?" chiede con quell'irresistibile luccichio agli occhi.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora