La verità del campo dei tulipani

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"Io lo sapevo! L'ho sempre saputo!", strilla Jennifer dall'altro capo del telefono.
"Quello è uno stronzo! Quando è successo?", aggiunge.
Sono passati due giorni da quando Mason è sparito, senza dare spiegazioni. Devo dire che la mia vita un po' è cambiata, ora nelle mie giornata mi chiedo molte volte cosa c'è che non va in me.
"Due giorni. Però stai tranquilla, spaventerai di sicuro Richard." dico io.
Mi butto come un sacco di patate sul letto, con il telefono in vivavoce. Odio sentire le urla di Jennifer dritte al timpano.
"Due giorni e non me l'hai detto?!"
"Ma sei in viaggio di nozze, Jennifer! Cosa dovevo fare? Chiamarti e parlarti dei miei problemi? Già è tanto che ti ho chiamato oggi." sbuffo.
Quando capirà Jennifer che deve smetterla di preoccuparsi per tutto? Non riesce a godersi nemmeno una vacanza.
"No, no e ancora no! Dovevi chiamarmi la sera stessa. Io e Richard stiamo benissimo qui, anche se la mattina ho molta nausea e la maggior parte delle volte passiamo le mattinate in bagno. Però mi fa davvero piacere sentirti, mi manchi un po'."
"Anche tu, ma non volevo rovinarti la vacanza." ammetto.
Diciamo che la vita qui è proprio noiosa senza lei, anche mio padre e mia madre la pensano così.
"Senti Charlotte, io ti volevo chiedere una cosa...ma non credo tu ora vorrai venire..."
"Dimmi."
Prendo la mia pagnotta arrostita, poggiata sul comodino sopra un piatto. Ne mordo un pezzo, aspettando la sua risposta.
"Ecco...vedi, la mega famiglia di Richard fa una festa, per sua madre. Mi ha detto di portare anche te, ci sarà anche...Mason, ma non sei obbligata. Lo sai, vero?"
La pagnotta cade sulla mia pancia, bruciandomi.
"Oh cazzo cazzo." borbotto io.
"Lotte, sei ancora lì? Tutto ok?" chiede Jennifer.
Rimetto la pagnotta sul piatto e soffio sulla pancia.
"Sì, mi è caduta la pagnotta sulla pancia, era appena arrostita e bruciava un po'."
"Oddio, stai bene?"
Persino per telefono non smette di preoccuparsi.
"Sì Jennifer e sì credo che verrò alla festa del tuo sposo. Nessuno mi vieta di divertirmi, tantomeno Mason." dico decisa. Sarà una festa, nessuno scontro o cose così.
"Bene, la festa sarà domani sera. Noi torniamo domani pomeriggio, ci sentiamo, ok?" dice ancora preoccupata.
"Ma vuoi star tranquilla? Sarà solo una festa, dannazione." dico.
"...Si, vabene scusa." sento una voce di sottofondo, quella di Richard, poi sento delle risate.
"Lotte, devo andare. Ciao ciao." dice Jennifer, trasportata dall'amore. Sospiro ed accarezzo il corpo di Silvestro, che nel frattempo è venuto sul mio letto in cerca di coccole. Andare in casa di Richard, dove ci sarà anche Mason, non sarà male. Almeno credo. Cosa potrebbe succedere? Niente.
Qualcuno bussa alla porta della mia stanza ed io urlo un "avanti."
Nonna Matilde entra sistemandosi gli spessi occhiali.
"Tesoro, cosa fai?"
"Ciao nonna, mangiavo una pagnotta."
Silvestro fa dei strani versi, ora la sta mangiando lui la pagnotta. Alzo gli occhi al cielo, il gatto mangia sempre tutto.
"Ti andrebbe di accompagnarmi in un posticino?" domanda lei.
"Sì, dove?"
"Sei sempre la solita curiosa. Andiamo dai."
Annuisco e seguo mia nonna che, prontamente, afferra la maniglia della porta annunciandomi che cammineremo un po'.
Passiamo tutto il paese, salutando le vicine, il reverendo ed i bambino che giocano per strada. Addirittura il reverendo mi ferma, dicendomi che dovrei sposarmi come ha fatto Jennifer. La realtà, caro reverendo, è che potrei essermi innamorata di uno stronzo, dice la mia Charlotte interiore.
"Ma dove stiamo andando, nonna?"
"Ai campi."
Mi fermo in mezzo al marciapiede, per metabolizzare la notizia.
"Tutto ok, tesoro? Stai bene?" chiede mia nonna.
"S-si." la concedo con un gesto della mano e ripartiamo.
Ci sono un' infinità di campi, non deve per forza essere quello con i tulipani.
Ma invece è proprio quello.
"Sai nipotina mia, ho sempre amato i tulipani. Da adolescente venivo qui per vedere un ragazzo in particolare, era proprio bello, con due occhi azzurri come il cielo."
"Stavate insieme?"
"Oh no, quell'uomo ha sposato una vera e propria stronza. Nessuno voleva il nostro amore, mio padre non tollerava la sua presenza e viceversa il suo. Così la nostra storia d'amore finì e prendemmo due strade diverse."
Non credevo mia nonna potesse amare qualcuno oltre il nonno. Ma l'amava davvero?
"Amavi nonno?"
"Certo che no. Il mio cuore è rimasto fra questi tulipani e nel sorriso del mio unico vero amore."
Rimaniamo in silenzio, guardando la meraviglia di fronte ai nostri occhi. È bello come la prima volta che ci sono venuta, con Mason.
"Coraggio, ti voglio far vedere una cosa."
Attraversiamo la strada spianata ed arriviamo alla casetta del nonno di Mason. Mia nonna legge sul mio viso la confusione e dice:
"Questa la costruì Jon, il mio amato, molti anni fa e non era arredata, l'aveva costruita per noi, prima del suo matrimonio. Ricordo che voleva costruirla sopra l'albero..."
"Ma un nido di uccelli ha rivendicato la sua proprietà, pungendo Jon e costringendolo a creare la casa in basso.", la interrompo io. Il nonno di Mason non ha creato la casa per sua moglie, bensì per il suo amore impossibile; mia nonna.
La donna annuisce, persa nei suoi pensieri.
"Mi manca così tanto, vorrei averlo sposato."
La nonna è triste, sull'orlo delle lacrime.
"Dai andiamo a casa, fra poco è sera."
"Si nipotina, tuo padre starà chiamando già la polizia." dice.
Ridacchiamo insieme, è proprio vero; mio padre ha sempre la paura di perdere componenti della famiglia.
Dovrei raccontare a Mason la realtà del campo di tulipani? No, preferisco tenerlo per me. Un delizioso segreto, da tenere tale.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora