Nulla vale quanto un tuo abbraccio

6.2K 227 2
                                    

"Allora?" mi guardo ancora un po' allo specchio. "Sei fantastica Lotte, tutto andrà bene. Hai preso la valigia?" mi domanda. Annuisco e le indico la valigia vicino la porta. Sistemo il vestito con le mani, per renderlo più presentabile. "Smettila Charlotte, stai benissimo. Aiutami a prendere i vestiti." 

Non proprio benissimo. Questo pomeriggio ho dato un fantastico show per tutti; sono scoppiata a piangere come una cretina. Non ho mai amato dire bugie, ma adesso mi vedo obbligata. Scegliamo tre paia di jeans e alcune magliette incluse le mie amate camicette. Jennifer mi osserva preoccupata. "Sei pronta ad entrare in scena?" mi domanda, non posso far altro che annuire. Prendo il trolley e mi avvicino alla porta di uscita. Jennifer prende le chiavi della sua auto e partiamo a tutta velocità. 

"Cerca di non esporti troppo con Mason, o se vuoi farlo vedi di farlo bene." è preoccupata quanto me e la cosa mi sorprende. Annuisco distrattamente, mentre le macchine sfrecciano di lato a noi. Sbircio dal finestrino del passeggero il mio make-up, curato in ogni dettaglio. Dal rossetto all'eyeliner, anche il mio abbigliamento è curato in ogni dettaglio. Il mio abito svasato verde senza maniche, con le decollete nere ed una collana molto semplice di color oro. Sospiro quando ci fermiamo davanti al palazzo. 

"Tranquilla e per ogni evenienza, chiamaci." dice indicando la sua dolce pancia. Sorrido e l'abbraccio, scendo dall'auto e prendo il mio trolley dal bagagliaio. Jennifer parte, adesso sono sola, l'idea di scappare mi passa per la testa ma la reprimo subito. Mi dirigo verso il portone che per mia fortuna è aperto. Salgo le scale facilmente, il trolley è leggero.

'Mason Walker' 

 Dice il cartellino della sua porta, l'ansia mi trafigge lo stomaco. Suono con mano tremolante e lui mi apre subito. Indossa una camicia bianca con le maniche alzate fino al gomito, dei pantaloni scuri e un sorriso smagliante. Mi squadra da capo a piedi, immediatamente arrossisco. "Ciao piccola..." sussurra vicino alle mie labbra, mentre entro in casa. "C-ciao." sibilo, presa in contropiede dal suo fascino. "Com'è andata la tua giornata?" avvolge il braccio intorno alla mia schiena. "E' andata bene, la tua?" domando. "Molto bene, scommetto che finirà anche meglio." dice sorridendomi. Mi stringe la mano e con l'altra mi sfiora il viso. Ma che fa? 

"Che stai facendo?" la mia voce è ormai un velo. "Sei la mia ragazza, no? Non posso baciare la mia ragazza?" mi domanda divertito. Lo guardo male e scuoto la testa. "Non ci sono i miei genitori, non dobbiamo fingere." dico e lui si avvicina ancora di più. "Qualcuno ha detto che sto fingendo?" mi sfiora il collo con un dito. "Mason sta lontano da me, hai detto che saremo una coppia solo in loro presenza." lo sposto con una mano. "Non l'ho mai detto, ho solo detto che saremo stati insieme per la serata. Ma se tu vuoi che le cose vadano così, mi sta bene.." mi fa l'occhiolino e va in cucina. Un sorriso da ebete si forma sul mio viso, perché deve rendere sempre tutto così complicato? Poso il trolley nella mia vecchia stanza,che ha ancora le lenzuola disfatte. Meglio, crederanno che ho dormito qui. Sistemo la valigia chiusa sotto il letto e getto vestiti di qua e di là, alcuni li ripongo nell'armadio e posiziono due reggiseni; uno nel bagno ed uno nella mia stanza in mezzo alle altre cose. Quando sono soddisfatta torno da Mason che cucina uno dei suoi piatti prelibati. Tolgo con un balzo le fastidiosissime scarpe e rimango a piedi nudi. Tiro su i capelli con un elastico ed affianco Mason. "Posso aiutarti?" chiedo, lui mi mangia con gli occhi e scuote la testa. E' fantastico. "Apparecchio la tavola?" e lui annuisce, mentre mi fissa. Sorrido per il suo strano comportamento e prendo la tovaglia. 

Dopo aver apparecchiato rimetto le scarpe e corro al bagno per sistemarmi. Sciolgo i capelli e controllo se sono apposto, è tutto perfetto. Annuisco e torno di là, Mason è steso sul divano con una birra in mano, senza scarpe. "Mason muoviti! Saranno qui da un momento all'altro." annuisce e continua a bere la birra. Che nervi. "Alza il culo!" grido, proprio in quel momento il campanello suona. Lancio le scarpe eleganti a Mason che ridacchia, divertito dal mio isterismo. Prendo un respiro ed apro la porta, affiancata da Mason. 

Mia madre ci sorride, sempre bella anche con la sua età. Ha indosso un semplice tubino nero è davvero bella. Mio padre, invece, è un po' affannato, forse per le scale. "Siete bellissimi!" esclama mia madre. Se solo sapesse, se solo sapesse... basta, non posso pensarci tutta la serata. Apro tutta la porta e li faccio entrare. "Bella casa, complimenti." dice mio padre. Mason lo ringrazia e ci accompagna in salotto. "La cena sarà pronta fra pochi minuti." ci annuncia e se ne va. Annuiscono meravigliati e si siedono sul grande divano. "Come stai, bambina mia?" mi domanda mio padre. "Molto bene, ho trovato lavoro." 

Si scambiano occhiate e poi sorridono felici. Mio padre dice: "Volevamo proporti un posto da segretaria nella nostra azienda, ma vedo che te la sei cavata da sola. Ottimo lavoro figliola." sorrido, grata delle sue parole. "E dove lavori?" chiede curiosa mia madre. "In un bar, si chiama Fire." lei annuisce e si guarda intorno. "Nonna?" "Non stava molto bene, ha preferito restare a casa." risponde mia madre. L'avranno sicuramente costretta, lei è il tipo che se ne frega se sta male. Mason fa capolinea nella stanza e ci avverte che la cena è pronta. 

Ha preparato un ottimo spezzatino e un rollè di pasta frolla con gli spinaci. E' tutto davvero buonissimo. Mio padre e mia madre sembrano apprezzarlo, non smettono di fargli i complimenti. "Sei bravissimo." dichiara mio padre, fra un boccone e l'altro. Mason sorride, il suo sorriso timido. Quello più bello. "Quindi voi due state insieme?" dice mia madre dopo aver terminato di mangiare. Noi due annuiamo, lei mi fa capire che è contenta con un mega sorriso. 

Sento qualcosa muoversi sotto il tavolo, è Mason che cerca la mia mano. Mi sfiora un ginocchio e milioni di brividi si fanno largo dentro di me, quando la trova me la stringe forte. Ricambio la stretta e lo guardo, persa nei suoi occhi azzurri. A fine cena mia madre vuole sapere dov'è Silvestro e lì ci casca il mondo. "Sai mamma...ecco..." inizio io, ma Mason mi interrompe. "Stava davvero male oggi pomeriggio, così abbiamo fatto un salto dal veterinario e lui ci ha detto che il suo pelo troppo lungo gli ha portato problemi. L'abbiamo portato a farsi bello e domani mattina lo riprenderemo."

Sono tutte stronzate, ma almeno mia madre se la beve. Finiamo di cenare ed io mi allontano per preparar il dessert e metterlo nei piattini. E' una torta fatta in casa...l'avrà fatta lui? E' un uomo con mille potenzialità. Torno in sala da pranzo e lo servo a tutti, quando è il turno di Mason poggio il piattino sul tavolo, e gli schiocco un bacio sulla guancia da dietro le spalle. E' un gesto che lascia sorpresa anche me, ma devono capire che stiamo insieme. Mi guarda di traverso ed alza un sopracciglio. Sì caro Mason, l'ho fatto.

"Ragazzi, si è fatto tardi. Noi andremo.. " dice mia madre alzandosi. Li accompagniamo in religioso silenzio verso l'uscita, prendo i loro cappotti e li indossano. Sta finendo tutto, finalmente. "Fatti sentire più spesso, mi raccomando." sussurra mia madre mentre l'abbraccio. Annuisco e le do un bacio sulla guancia. Mio padre, non contento, mi chiede: "Mi fai vedere dove dormi?" 

Cazzo. 

Annuisco e percorriamo insieme il corridoio, apro la porta ed accendo la luce. "Dovevo metterla in ordine, ma ho fatto tardi dal lavoro oggi." spero di sembrare sincera. Lui si guarda intorno e poi mi lancia un'occhiataccia, ha sospettato qualcosa? Sono pronta ad ammazzarmi. "Sei sempre la solita." sorride e mi abbraccia, ricambio e tiro un sospiro di sollievo. Stavo avendo un infarto. Torniamo da Mason e mamma che si salutano in modo cordiale. "Buona notte!" dicono in coro mamma e papà. "'Notte! Vi voglio bene." dico io, e Mason mi stringe a sé con fare protettivo. "Anche noi." dice mio padre. Apro la porta e ci salutiamo per l'ennesima volta, sono sfinita. Appena Mason richiude la porta ci accasciamo sul pavimento e sospiriamo. "Ce l'abbiamo fatta."

 Annuisce. Fissa il suo sguardo nel mio. "Resti qui, con me?" mi domanda. Che faccio, resto o no? "Si."il suo volto si illumina. "Stiamo ancora insieme..no?" sbuffo ed alzo gli occhi al cielo. Dove vuole arrivare? "Dormi con me? Solo dormire piccola, io e te." 

Il mio cuore istintivamente si anima e mi ritrovo ad annuire. Io voglio dormire con lui, mi è mancato troppo. Corro in bagno e tolgo il vestito, sopra la lavatrice noto una maglietta nera e la indosso, mi arriva a metà coscia. La luce della sua stanza è accesa ed io entro in punta di piedi, mi stendo di lato a lui e cerco di dormire. Non è facile con lui accanto. Proprio mentre sono quasi nel mio sonno, un forte braccio mi afferra per la vita e mi stringe. Sento il petto di Mason sulla mia schiena e il suo fiato sul collo. Sorrido quando con la bocca mi sfiora il collo e le orecchie. "Mi sei mancata così tanto." sento dirgli prima di cadere nel mondo dei sogni. 

   

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora