Ti amo

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La madre di Mason ci squadra, dalle nostre mani intrecciate al viso. E' davvero imbarazzante, soprattutto quando mi guarda negli occhi e sussulta, con una mano poggiata sul cuore. "Mi ricorda così tanto tuo padre, gli occhi sono identici." sussurra al figlio. "Scusa tesoro, sono una maleducata. Piacere, mi chiamo Marilyn.." spalanca la porta e ci fa entrare. Mi porge la mano, tremante, la stringo. "Io sono Charlotte." le sorrido, lei ricambia. "Il pranzo è quasi pronto, è un bene che siete venuti così tardi. Solitamente pranzo sempre dopo, il cucito mi ruba tutta la mattina." ci fa accomodare nel soggiorno. I divani sono rivestiti da una fodera con stampe floreali, la stanza è davvero carina e si capisce subito che Marilyn deve avere molta cura per le sue cose.
Di fronte ai divani c'è un tavolo di legno scuro e nella parete c'è un caminetto, sopra è tappezzato da foto incorniciate, di due bambini in particolare.
"Quella è mia sorella, Jocelyn." dice, notando il mio interesse per le foto. Non mi ha mai parlato di sua sorella, credevo fosse figlio unico.
"Non vive più qui, abita a Londra. Studia per diventare medico o qualcosa del genere, mi manca molto." il suo sguardo è fisso sulle foto, con aria triste ne sfiora una.
Mi piacerebbe molto incontrare Jocelyn, magari anche lei ha una passione per i tatuaggi, o una per i piercing. Forse è carina quanto Mason, o forse hai miei stessi occhi.
Guardiamo le foto ancora per un po', fin quando la madre ci chiama per andare a pranzare. Con un grembiule, molto grande per la sua figura esile, ci fa strada per la sala da pranzo. Devo ammettere che la casa di Marilyn è davvero grande.

Il pollo è posto sul tavolo, apparecchiato con una dolce tovaglia a fiori.
Proprio nella sala da pranzo vedo la prima foto del padre di Mason, insieme alla moglie. Stessi capelli di lui e gli occhi del mio stesso colore. Prendo posto vicino a Mason, di fronte a sua madre, un po' ansiosa perché non sa come comportarsi. È naturale, lo sono anche io, così ansiosa che mi piacerebbe poter avere un libro fra le mani, per poter viaggiare altrove.
Il primo a servirsi è Mason, che si schiarisce la voce. "Piccola, ne vuoi?" io annuisco e avvicino il mio piatto, mentre sento lo sguardo della madre su di me, Mason mi rivolge un sorriso rassicurante. Il trillo del mio telefono distrae l'apparente quiete che si era creata, mi scuso e lo estraggo dalla tasca dei jeans.
Ho comprato un criceto, e mi manchi. Quando vieni da me? Dice il messaggio di Jennifer, sorrido e metto il silenzioso; più tardi le risponderò. Quando torno a mangiare, Marilyn mi guarda attentamente, scrutando il mio viso e i miei movimenti.
Ringrazio il cielo quando torna a guardare il figlio, che mangia come se non mangiasse da giorni.
"Ho visto Jessica l'altro giorno, sai?"
sussurra. Con la coda dell'occhio vedo Mason muoversi paonazzo sulla sedia, con un impercettibile segno della testa le intima di continuare.
"Mi ha chiesto come stai, se hai passato quella fase della tua vita. Quando ha saputo di tuo padre è rimasta male, era dispiaciuta. È incinta, sai?" dice, prendendo un altro pezzo di pollo. "Sembrava felice, sta davvero bene." continua. La mascella di Mason è contratta.
"Mamma..." sibila, facendo cadere la forchetta sul piatto.
"Mace, non darti colpe...ti prego, sono io a dovermene dare. Hai trovato l'amore della tua vita e va bene così, mangia." i suoi occhi sono diventati glaciali, quasi annaquati.

Il pranzo procede in religioso silenzio, e al suo termine la madre di Mason mi invita a sedermi in soggiorno. Fra la libreria prende un grande album di foto, un po' rovinato. Si siede accanto a me ed inizia a sfogliare le pagine.
"Sai, Jocelyn mi manca sempre. Lei era la stella di casa, vederla andar via è stato molto traumatizzante. Somiglia molto a Mace, anche caratterialmente. Ma ha gli occhi del padre." sorride, cambiando pagina. Le foto che seguono sono imbarazzantissime, Mason nudo, Mason che mangia un mega gelato nudo, Mason che fa il bagnetto. Poi ci sono quelle in cui Mason e Jocelyn, appena adolescenti, studiano in casa, foto di Jocelyn che prepara una torta. Pian piano le foto di Mason scompaiono, rimangono ritratti di Marilyn e gli altri componenti della famiglia, fin quando l'album viene chiuso.
"Mi manca molto la mia vecchia famiglia, ho fatto molti sbagli da giovane.." sussurra, guardando nel vuoto. Timidamente le sorrido. "Le assicuro che lei ha creato la cosa più bella della mia vita, e gliene sono grata." dico piano. Mason fa capolinea, con il solito profumo di menta che riempie tutta la stanza. "Mamma, ho finito i piatti. Noi ce ne andremo, devo portare la mia donzella a casa." le dice. Si scambiano un dolce e triste abbraccio, un momento dolcissimo così tanto che mi sento fuori posto. Quando lancio un'occhiata supplicante a Mason, lui sembra capire e si stacca dall'abbraccio. "Mace, telefonami più spesso. E portami questa ragazza a casa più spesso, l'adoro." mi sorride, ed io a mia volta. Inutile descrivere la mia faccia quando mi avvolge le braccia al collo e mi schiocca due baci sulla guancia. "Ciao tesoro, spero di avere un nipotino al più presto." ridacchia, quando vede la mia espressione scioccata. Mason mi appoggia una mano sulla vita e saluta per l'ultima volta sua madre. Nessuno dei due osa parlare nel tragitto fino a casa, nemmeno ai semafori rossi. Varchiamo la soglia dell'appartamento, adesso che anche io pago la mia parte di tasse, è diventato ufficialmente nostro, Mason parla per primo.
"Come ti è sembrata?" chiede mentre apre la porta. Subito Silvestro viene da noi, facendo le fusa.
"Tua madre è molto dolce, ti vuole bene." dico mentre poso il cappotto. Quando vado nella mia stanza per cambiarmi e mettere qualcosa di comodo, sento il mio telefono squillare. Mi rispondi? :(, dice il messaggio di Jennifer.
Ero a casa della madre di Mace, ti racconto tutti i particolari dopo. xx, rispondo io.

"Credo che mia madre ti adora." annuncia Mason mentre fa capolinea in soggiorno.
Sorrido e accarezzo Silvestro, messo comodo sul divano accanto a me.
"È caduta nel tuo fascino, un po' come me." sussurra. Mi giro a guardarlo, a pochi centimetri da me.
"Sai che eri proprio carino da bambino?" ridacchio, lui si mette le mani in faccia.
"Hai visto le foto?" dice paonazzo.
"Sì, tutte." dico ridendo.
"Quanto mi piace il tuo sorriso." la sua voce è un velo. Si avvicina al mio orecchio e sfiora il mio collo con il naso. Sento dei strani movimenti sulle mie gambe, Silvestro è scappato.
"Mh...quando il gatto non c'è..." inizia lui.
"I topi ballano!" mi aggrappo al suo collo e lo bacio. Lo bacio con tutta me stessa, lo bacio con tutto l'amore.
"Gattina selvaggia..." ride Mason. Mi sfila la maglia del mio liceo e rimango solo in reggiseno.
"Se ti amo..." sussurra ad un centimetro dal mio cuore, che batte all'impazzata. Da quando l'ho incontrato non ha mai smesso di battere.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora