Niente promette bene

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L'apperente relax inizia a scemare quando mi accorgo che sono le sei. Salto immediatamente fuori dalla vasca, facendo schizzare un po' d'acqua. Cazzo. Osservo la pozza d'acqua che si è formata attorno a me, prendo un panno asciutto e asciugo il pavimento. Guardo la mia figura sullo specchio della toilette, le braccia esili e le clavicole in bella vista, non sono mai stata magra e prava ne è il mio acceno di fianchi, mi avvolgo in un'asciugamano. La mia aria è stanca e spossata, non importa, devo rendermi presentabile. Caccio via il poco trucco che rimane dalla giornata di oggi, e mi concedo qualche secondo sul da farsi. Mascara e matita? Andrà benissimo. Applico velocemente entrambi e sistemo eventuali sbavature. Mentre mi spoglio dell'asciugamano, il mio sguardo salta sul tatuaggio. Bellissimo come sempre, un pensiero si insinua nella mia testa...i miei genitori l'avranno visto? Scuoto la testa, evidentemente no. Spazzolo i capelli e li lascio al loro strano movimento. Torno in camera e spalanco l'armadio, pronta a scegliere qualcosa di adatto, semplice se non fosse che non so dove andremo.

Scarto ogni vestito o cose esagerate, per una sera voglio essere all'altezza del strano look di Mason. Acciuffo u paio di jeans denim e ci abbino una semplice t-shirt nera, abbastanza stretta. Infilo i miei anfibi e la giacca di pelle che Jennifer mi ha regalato, perché a lei non sta più molto bene.
Guardo il mio look da dura e decido che può andare, di certo se mi vedesse mia nonna le verrebbe un infarto. Sono sempre stata una brava nipote, anche se lei ha sempre amato il look estroverso - così come la personalità - di Jennifer, perciò sarebbe felice di vedermi conciata così.

"Io vado", dico ai miei coinquilini. Loro alzano la testa dal divano, avvinghiati come due cozze.
"Ciao Charlie, stai attenta." mi canzona Richard, lui mi ha sempre chiamato Charlie. Jennifer poi aggiunge: "Se hai bisogno di qualcosa chiamami." ed io annuisco, da fedele amica non posso dirle di no.
Quando arrivo sotto casa, la moto di Mason è parcheggiata vicino a me. Solo che lui non c'è, mi guardo intorno ma due grandi mani si posizionano su i miei occhi.
"Buonasera." dice Mason con voce roca, mi libera gli occhi e posiziona una rosa davanti a me. Inizio a balbettare, imbarazzata come sempre.
"G-grazie.."
Lui mi guarda con un sorriso a trentadue denti ed intreccia le dita alle mie. "Sei bellissima." mi guarda con quegli occhi azzurri cielo. Anche lui non è male, ha una t-shirt nera e i suoi jeans preferiti, e per finire in meraviglia gli anfibi simili ai miei.
"Il verdetto?" sghignazza divertito. Deve essersi accorto che lo fissavo. Scoppio a ridere e getto la testa indietro, "Stai davvero bene anche tu." dico imbarazzata. Prendo la rosa dalle sue mani, profuma di menta, è il suo odore. Quel sorriso è micidiale, potrebbe uccidere milioni di donne in un secondo. Mi porge il casco - ormai diventato mio - ed io lo indosso con facilità.

Cerco in tutti i modi di apparire sexy mentre salgo sulla moto, sotto lo sguardo vigile di Mason, curioso e divertito. Muovo lentamente le gambe e sistemo il mio didietro in modo che possa provocarlo. Lui si irrigidisce e smette di ridacchiare. Salta con un gesto fulmineo sulla sella e mette in moto, è così sexy qui sulla moto. Beh, lui è sexy sempre. Gli stringo la vita quando la velocità aumenta, immediatamente le scosse si fanno sentire.

Accosta il bolide davanti al ristorante di messicano, se ne è ricordato.

"Sapevo ti sarebbe piaciuta la serata" mi dice Mason mentre mangiamo la nostra gustosa cena messicana. È sempre stato la mia droga, questo ristorante.Abbiamo parlato del più e del meno, lui è sempre stato dolce...o almeno ha cercato di esserlo, anche quando il cameriere mi faceva gli occhi dolci. Mason ha stretto i denti, riuscendo a non esagerare.
"Mangi così velocemente." sorride. È imbarazzante.
"Avevo fame." ridacchio e do una scrollata alle spalle.
Un ragazzo si avvicina a noi, questa volta non è il cameriere.
"Mason? Mason Walker?" dice piano. Mason alza la testa e sembra davvero colpito di vederlo qui.
"Jack! Gran pezzo di merda, che ci fai qui?" gli da una pacca sul braccio.
"Volevo prendere qualcosa e portarlo a casa, ma accidenti. Credevo non ti facessi più vedere in giro dopo quell'episodio." sussurra, come se i pensieri fossero usciti da soli. Mason si agita sulla sedia e mi sorride. Un sorriso forzato e molto spento, che episodio?
"Me la sono cavata bene. Eccomi qui." sibila, lanciando un'occhiataccia a Jack. Che ovviamente lui non recepisce.
"Non vieni più alla confraternita, passa questa sera. Ci sarà una festa, probabilmente di qualche ragazzo. Birra gratis." strizza l'occhio e poi si volta a guardarmi.
"Ciao, Jack." mi porge la mano, fredda e ruvida.
"Charlotte.." sorrido e lui ricambia. La sua attenzione ritorna su Mason, sul suo volto si forma un cipiglio di confusione.
"Non vorrai venire per la tua dolce amica, andiamo amico. È una festa non può succedere niente. Tutti saranno lieti di vederti." detto questo sparisce e Mason tira un sospiro di sollievo.
"Meno male.." sussurra.
Lo guardo di sottecchi, il volto contratto dalla preoccupazione, gli occhi socchiusi e pensierosi.
"Ci voglio andare, alla festa." dico.
Ci voglio andare e scoprire cosa ha fatto Mason, di quale guai ed episodio tutti parlano.
"Non se ne parla nemmeno. Noi andiamo al cinema." la mascella contratta, mi fa capire che è arrabbiato. Non può decidere per me.
"Non puoi decidere cosa faccio o no, ti prego andiamo..." dico con tono dolce. Raggiungo la sua mano sul tavolo e l'accarezzo dolcemente. Lui mi fissa e scuote ancora la testa, poi ci ripensa.
"Andiamoci."
Spero che Lucy non gli salta addosso o che altre ragazze gli girano intorno come piovre. Odio essere gelosa, ma il pensiero di Mason con qualcun'altra, mi fa ribollire il sangue.
Dopo aver pagato, Mason mi prende per mano e mi aiuta a salire sulla moto. Anche se ormai lo so fare, e amo sentire il rombo che fa quando accende il motore. Arriviamo molto in fretta alla confraternita, il colore rosso spicca fra gli altri palazzi. Entriamo e subito la solita musica commerciale si impossessa dei nostri poveri timpani. Fra la folla incrociamo Jack, George, Lucy e persino Sharon. In lontananza vedo anche Demon, che mi saluta calorosamente.
"Ciao Charlotte!" mi abbraccia goffamente. "Ehi Demon." sorrido. È un ragazzo davvero dolce. Mason mi stringe la mano. Alzo lo sguardo verso di lui, la mascella ancora contratta, mi indica un divano in mezzo a tutta la folla. Ci allontaniamo con molta difficoltà, spintonati dai corpi sudaticci degli universitari. Una volta raggiunto il divano, mi accorgo che siamo soli e che la folla si è spostata. Tiro un sospiro di sollievo. Mason, accanto a me, prende le mie gambe e le appoggia alle sue. Il gesto che tanto amiamo fare e che sembra banale, ma per noi non lo è. È il simbolo della nostra strana coppia, e mi piace. Quando sistemo la testa sulla sua spalla, godendomi la pace apparente, Lucy si ferma davanti a Mason.
"Così mi hai già dimenticato." dice con sguardo diffidente a quest'ultimo. Questa ragazza deve essere sempre nei paraggi?
Mason, per tutta risposta, mi schiocca un bacio sulla nuca. Lei sbianca e si agita, come una gallina.
"Ho fatto di tutto per te!" grida.
"Lucy, vattene a cercare un altro, per stasera." sibila Mason.
"Mi stai dicendo di no per una sfigatella da quattro soldi? Rinunci ad una notte di scintille per lei?" ancora quello sguardo, come se lei potesse essere migliore.
"Sparisci, vai via." dice a denti stretti Mason.
"Cos'è, lei non sa che hai combinato? Non sa quale persona di merda sei?" ridacchia e sistema i capelli di lato.
"Lucy, ha detto di andare via. Levati dai coglioni." dico.
La fulmino con lo sguardo, niente promette bene.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora