La festa decisiva

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Il rumore della porta mi fa sobbalzare dal divano, sono solo le tre di pomeriggio. I miei sono a lavoro e mia nonna è dalla vedova Williams. Sarà sicuramente...
"Sono tornata brutta stronza!" urla una voce femminile, Jennifer.
Corro verso l'entrata, saltandole addosso.
"Una settimana senza te mi è costata fatica." dico
È proprio vero; qui senza di lei niente ha la stessa consistenza. Persino Silvestro non aveva più quella felicità che trasmette Jennifer.
"Io me la sono spassata, mio marito ed io abbiamo combinato un sacco di casini nell'hotel. Credo ci abbiano messo nella lista nera.", ride.
"Come stai oggi? Il bambino tutto ok?" ,chiedo mentre raggiungiamo la cucina.
"Sì tutto apposto, muoio dalla voglia di sapere se è maschio o femmina."
Afferra la sua tazza di caffè, bevendone una grande quantità.
"Ti ricordo che stasera c'è...c'è la festa a casa di Richard. Sei sicura di volerci venire?" domanda.
"Certo che sì! Non mi farò rovinare una bella serata da Mason. Devo portare qualcosa? Vino? Una torta?"
Lei ridacchia e scuote la testa.
"No tesoro, porta solo la tua solita bellezza." mi fa l'occhiolino.
"Ma adesso Charlotte, io vado dai miei, wow è davvero strano da dire."
Esce dalla cucina, portando con se il profumo alla lavanda che utilizza solitamente.
Stasera andrà tutto bene. Continuo a ripetermi.
"Andrà tutto bene." sussurro.

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Dopo goffi tentativi di applicare l'eyeliner e un po' di mascara, sono pronta per la festa. Il mio fedele abito mi accompagna; un vestito lungo fino al ginocchio, blu pastello con ricami in pizzo che scendono dolcemente sulle gambe. La cosa che adoro di più è la scollatura a barca. Diciamo che non è proprio da me indossare abiti del genere, infatti me lo regalò Jennifer per il mio diciannovesimo compleanno.
Cinque colpi di clacson mi avvertono che Richard e Jennifer sono sotto e mi stanno aspettando. Afferro la borsa che uso nei casi speciali; una pochette nera borchiata.
Non sei proprio tu, penso. Infatti sembro molto Jennifer, tranne che per gli occhi a panda.
Quest'ultima fa un fischio di approvazione appena entro nell'abitacolo della Jeep di Richard.
"Lotte, ma sei uno schianto! Guarda i capelli, come li hai fatti? Sono stupendi."
Per loro ho impiegato buone due ore.
"Ho passato la piastra e poi ho fatto la coda. Però erano troppo piatti, così ho cotonato un po' la parte superiore." affermo con dei gesti.
"Sono meravigliosi."
Il resto del viaggio procede in silenzio, un silenzio non imbarazzante; semplicemente non sappiamo su cosa conversare.
"Arrivati!" urla Richard. La sua casa è una villetta, con piscina e casetta in piscina. Mentre scendiamo dalla macchina, Jennifer mi ferma strattonando un braccio.
"Quando vuoi andartene devi solo dirlo, vorrei andarmene anche io. Non sopporto la madre di Richard, è così perfettina." alza gli occhi al cielo.
"Tranquilla, ci divertiremo." la rassicuro io.

Dire che l'abitazione è grande, è davvero un eufemismo. È molto moderna, con finestre sparse ovunque. Un grande camino è posto sulla parete del soggiorno. Non sapevo che Richard avesse così tanti soldi da permettersi tutto questo.
La madre del neo sposo raggiunge me e Jennifer con un caloroso sorriso, la mia amica sbuffa, dipingendosi sul volto un falso sorriso.
"Carissima Jennifer! Che piacere rivederti!"
Si abbracciano goffamente.
"Come stai, il bambino ti da problemi?"
"Oh no Annie, ho vomitato le prime settimane ma adesso sto molto meglio. Ti voglio presentare la mia migliore amica, Charlotte."
Jennifer mi lancia uno sguardo di aiuto.
"È un piacere conoscerla signora, la sua casa è davvero molto bella!"
Alzo un po' il tono della voce, perché la musica è troppo alta.
"Chiamami Annie! Grazie mille, sei la benvenuta!"
Non è poi così male Annie, parliamo della campagna, di cio' che voglio fare in futuro e sembra interessata all'azienda dei miei genitori. Produce utensili da cucina ed è una fra le più note.
Jennifer, dopo l'estenuante chiacchierata con la padrona di casa, mi trascina fuori in giardino, dove si trova Richard. I due parlano con i familiari presenti, molti di loro accarezzano la pancia a Jennifer e lei si commuove. Il giardino è davvero grande, così decido di camminare lungo tutta l'area. Molte sdraio vicino la piscina sono occupate da uomini e donne, alcuni si baciano altri invece chiacchierano. Eppure sento una presenza, una forza che mi costringe a guardare tutte le coppie. Ed eccolo lì, Mason in tutta la sua tenuta da stronzo alle prese con una piovra vivente. Il bacio è davvero appassionato, con lingue che vibrano e si scontrano. Sento però, una strana fitta al petto. Ti aveva detto che non faceva per te. È vero, ma come posso guardare l'unico che mi ha fatto battere il cuore mentre bacia un'altra? Le lacrime iniziano a pizziarmi gli occhi. Devo allontanarmi da qui. Cerco di correre sui miei trampoli e raggiungo la parte posteriore della casa, il giardino qui è decorato con gazebi e poltroncine. Scelgo la poltroncina più illuminata, slaccio il laccetto dei tacchi sulla caviglia e porto le ginocchia al petto. Avevo promesso che mi sarei divertita, avevo detto che Mason non mi avrebbe rovinato la festa. Avevo detto a Jennifer che non mi importa nulla di lui, ma non posso negare di provare qualcosa. Questo qualcosa adesso sta bramando dalla voglia di uccidere la piovra bionda, ma invece sono qui sola a rimpiagermi. Cosa mi dovrei aspettare da lui? Non lo conosco nemmeno, eppure al campo dei tulipani sembravamo così intimi.
L'odore di fumo si fa largo fra le mie narici, non sono sola.
"Charlotte..."
Rabbrividisco ed il mio cuore accelera.
"Mason." cerco di rimanere tranquilla, ma il mio tono di voce non mi aiuta.
"Se hai visto qualcosa, ti prego...perdonami. Io non sapevo che tu..." la sua figura compare sulla mia visuale, mentre prende posto sulla poltroncina di fronte la mia.
"Cosa cambia? Mi hai detto che io non ho bisogno di te, che non puoi. Perché mi chiedi perdono?"
Stupidamente incrocio i suoi occhi e me ne pento subito, il suo sguardo mi rende troppo debole. Distolgo i suoi occhi dai miei, e concentro l'attenzione sull'erba sotto di noi.
"Ecco io...non lo so, però..."
Sembra sinceramente confuso. Mi alzo dalla poltroncina, afferrando le mie scarpe e gli sputo tutta la verità in faccia.
"Mi tratti a meraviglia e poi scappi, dicendomi che sei troppo stronzo, che non puoi, che non ho bisogno di te. Cosa ne sai di cosa ho bisogno io? Poi ti vedo qui a baciarti con una ragazza e poco dopo vieni a scusarti. Quando decidi ciò che vuoi sarà troppo tardi."
Gli punto un dito contro, Mason butta via il fumo e sospira.
"Sono così confuso. Insomma, nessuno è mai entrato nel mio cervello in così poco tempo. Mi confondi, non so mai come comportarmi. Quelle poche volte che ci siamo visti continuavo a sentire le scosse, non mi è mai capitato. Mi destabilizzi." dice tutto d'un fiato. Il mondo smette di girare e concentro l'attenzione su di lui.
"Sei così dolce, ingenua e simpatica. Nessuna è mai stata così, io prendo ogni ragazza a caso e ci passo solo la notte. Vedi, con te è diverso. Tu sei da venerare, ed io proprio non posso."
Getta la sigaretta e va via, come fa sempre. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Sono davvero esausta di tutto questo, devo dimenticarmi Mason Walker altrimenti saranno guai.

La festa finisce in nottata ma io non sono molto attenta alle conversazioni, perché ripenso ancora alla parole di Mason. "Nessuna è mai stata così" "Mi destabilizzi." "Con te è diverso." Devo davvero darci un taglio.
Jennifer e Richard partono verso la macchina ed io li seguo come un cane bastonato. Non ho detto niente a Jenny, ora non posso proprio, ma credo lei abbia capito tutto dalla mia faccia. Sussurro un 'grazie' ed un 'buonanotte' prima di uscire dall'automezzo. Entro in casa trascinandomi nella mia stanza, consapevole che da stasera, anzi, da quando l'ho incontrato; Mason non ha fatto altro che cambiarmi la vita.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora