Fidati di me

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Ciao a tuttiiii, scusate il ritardo...ero in vacanza e non ho avuto proprio tempo per scrivere, perdono.

Baci e buona lettura, Katia


L'autunno ha lasciato spazio ad un forte, ventoso e freddo inverno. Dalla morte di nonna Matilde, sono cambiate molte cose, è passato un mese...un mese di solitudine e poca voglia di andare a lavoro, mangiare o addirittura dormire. Mason mi è sempre stato vicino, anche nei momenti di crollo, i miei genitori hanno cambiato casa, trasferendosi in campagna, mentre Jennifer e Richard hanno iniziato a modificare la mia vecchia stanza nella loro casa, in una splendida stanzetta per la futura nascitura. Ed io...io adesso sto bene, meglio di prima, se ricordo ancora la prima notte con Mason.

"Non dobbiamo farlo se non vuoi..." diceve fra un bacio e l'altro, dalla mascella al collo. Salendo e scendendo in una morsa straziante. "Ti prego" ripetevo, convincendo entrambi che quello era il momento giusto. Mi guardò negli occhi e piano piano entrò in me, con la testa che pulsava, gridai un urlo di dolore, che ben presto si tramutò in un urlo di piacere.

Avvampo quando ricordo il mio primo orgasmo, infilo la testa sotto le coperte e mi giro lentamente nel letto matrimoniale di Mason, che mi guarda con gli occhi azzurri felici e tranquilli. Tranquillità. Ormai è quello che vedo in lui, e in me. "Buongiorno piccola." sussurra con voce assonnata. Ho imparato che anche di prima mattina, Mason è terribilmente bello. "Buongiorno." gli schiocco un bacio sulla guancia e mi appoggio alle sue spalle, calde e possenti. Sento un brivido scendere dal collo, schiena, braccia e gambe. L'effetto che mi fa Mason, è indescrivibile. "Ieri mi sono dimenticato di avvertirti...oggi devo andare a pranzo da mia madre." alzo la testa ed incontro i suoi occhi. "E?" lui esista prima di rispondere, "E voglio che tu vieni con me."

Di pranzi con i genitori ne ho abbastanza, ma la speranza nei suoi occhi mi fa capire che lui ci tiene davvero. Dovrei andare con lui? E se la madre mi odierà? Lo guardo, gli occhi accesi di fiducia, le labbra piegate all'insù e le fossette in primo piano.

"Vengo con te." sussurro.

In poco tempo mi ritrovo il suo viso sul mio, mi perdo in quegli occhi azzurri. Così famigliari, un tempo misteriosi. Mason è cambiato, ed io con lui. Le sue labbra, una volta un enigma, che adesso sono la mia casa, sfiorano le mie e mi scappa un sorriso quando sento la vibrazione famigliare che si propaga in tutto il mio corpo. Quel sorriso che cattura con un bacio e lo rinchiude dentro il suo cuore.

"Cosa faresti senza di me?" scherzo io, mentre ci vestiamo per andare a lavoro. Chiudo il bottone dei miei jeans e sistemo il colletto del maglione. Quando mi giro verso la sua figura, lo ritrovo ad allacciarsi l'ultimo bottone della camicia. "Signorina, io senza lei starei meglio." mi guarda di sottecchi. "Ah sì? Allora ti mollo." alzo il mento con aria di sfida. Mason si avvicina a me come un predatore. "Non lo faresti mai." le punte dei nostri piedi si toccano, il suo viso, incorniciato dalle fossette, è un misto di orgoglio e malizia. Le sue mani afferrano la mia vita, il suo viso ad un centimetro dal mio. Mi sembra di volare, ma effettivamente sto volando, le braccia forti di Mason mi stringono per la vita e mi posizionano sulla sua palla destra. La faccia sulla sua schiena e le gambe a penzoloni. "Mettimi giù!" grido. "Mai, almeno così non mi lasci." dice divertito. Muovo tutto ciò che riesco a muovere, agitandomi come un uccello strozzato, quello che ottengo però, sono delle sculacciate e grasse risate.

"Stt, rischiamo di svegliare Silvestro." mi ammonisce. Sbuffo e prendo una posizione rilassante, non mi metterà mai giù. "Mi piacciono questi jeans..." dice ad centimetro dal mio punto più debole. Stronzo. "Faremo in ritardo! Muoviti!" gli do una pacca sul sedere, cercando di mantenere l'autocontrollo. Vai Lotte. "Giusto, giusto.." dice lui. Arriviamo alla porta ed acciuffo con un rapido movimento la mia borsa, provocando in Mason risate senza fine. Anche mentre chiude la porta di casa, ride come un matto. Si gira con uno scatto verso le scale, è così veloce che per poco non cado. Inutile muovermi, non mi metterà giù. C'è quel sorriso da ebete che non mi ha mai abbandonato, da stamattina. Mentre scende le scale, inizia a saltellare, cantando. Lo ucciderei. "Ti odio! Stasera niente sesso." Mason si ferma di colpo, mi cinge la vita con le braccia e mi posiziona nello scalino sotto il suo. Oh la sua espressione è degna di una foto, gli occhi spalancati e la bocca aperta. Mi guarda, in attesa che io dica qualcosa. "Si mi hai sentito, mio caro Mason." giro i tacchi e continuo a scendere le scale ma, purtroppo, non riesco a trattenere le risate. Arrivo al piano terra con le lacrime agli occhi e il fiatone, Mason spunta poco dopo, con un sorrisetto sul viso. "Sapevo che stavi scherzando." si avvicina e chiude le sue mani a coppa sul mio viso. La mia attenzione è rivolta tutta verso il suo bellissimo piercing, che mi regala sensazioni stupende. "Non ne sarei così sicura, se fossi in te." riesco a dire. Quando lui sorride, spunta un sorriso anche a me. "Mi farai perdere la testa, un giorno. Con quel sorriso.."

Sento qualcosa sciogliersi, probabilmente il mio cuore. La Charlotte interiore mi guarda con aria fiera, alzando una super coppa. "Ti amo, Mason." sussurro un attimo prima che le sue labbra siano sulle mie, in un vortice di emozioni.

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"Charlottina! Il tuo boy è qui fuori!" grida Abby dalla cucina, mentre io pulisco i bagni. Ormai al bar tutti mi chiamano Charlottina, persino Demon, che adesso sta con Abby. Sono una coppia un po' strana, un giorno si amano e l'altro si odiano. Credo di non aver mai visto una relazione come la loro. Poso il mio grembiule e prendo la borsa, mi infilo nel cappotto, sistemo la sciarpa e, prima di uscire, saluto tutti i miei colleghi. Mason è appoggiato sulla moto, anche se fa freddo, quello è il nostro unico mezzo di trasporto. Alza lo sguardo dal marciapiede e mi sorride, il mio cuore inizia a battere velocemente. "Dolcezza, sei pronta ad affrontare mia madre?" mi domanda. Prendo il mio casco e lo sistemo sulla testa, mentre rifletto sulla sua domanda. Sono pronta? Beh...non lo so. Annuisco, poco convinta. "Piccola, andrà tutto bene. Non ti preoccupare, fidati di me."

Sentire le sue parole è rassicurante, ma è anche colpa della madre se lui aveva tutti quei problemi, non sarà molto facile parlarle. Per niente. Saliamo sulla moto e, come al solito, Mason sfreccia per le vie a tutto gas. Il tragitto è abbastanza lungo, abbiamo attraversato tutto il centro città ed ora siamo in una stradina abbastanza isolata. Le case sono molto vecchie, ma svoltando a destra, tutto prende vita. Il quartiere che si presenta davanti ai nostri occhi è davvero grazioso, le case sono colorate e piene di fiori. I bambini giocano per le vie, felici. Con un ultimo rombo, la moto si spegne, scendiamo dal bolide e sistemiamo i caschi. Mason afferra la mia mano e ci dirigiamo verso una casetta, viola-lilla. Suona il campanello, mi stringe la mano e mi lancia uno sguardo pieno di tranquillità e sicurezza, ciò di cui ho bisogno in questo momento. La porta si apre, rivelando una donna bassina, consumata dall'età e probabilmente dai sensi di colpa. Appena incontra il sorriso di Mason, i suoi occhi prendono vita. Sono azzurri come quelli di Mason, anche i lineamenti sono molto simili.

"Mace, tesoro mio.."

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora