Se ti guardo mi arrendo

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Una musichetta strana si diffonde in tutta la stanza, dev'essere il mio telefono. Mi sporgo dal letto, cercando il telefono a tentoni. Mason si lamenta e bisbiglia qualcosa, poi torna a dormire. Sblocco lo schermo, cinque messaggi e due chiamate. Tutti da parte di Jennifer, sono le sei e trentacinque. La richiamo immediatamente.

"Com'è andata?" mi domanda subito. Raggiungo il corridoio e mi appoggio alla parete. "E' andata a meraviglia, forse meglio del dovuto." sorrido. Lei fa un urletto di gioia "Meno male! Sono davvero felice per te." "Come mai sei già sveglia, hai qualche problema, vuoi che venga da te?" non si sa mai, è incinta e le può capitare di tutto. "No tranquilla, avevo una strana voglia di mele e mi sono svegliata. E tu piuttosto sei rimasta a dormire nella tua stanza?" "Sì, diciamo...che no, ho dormito con Mason" lei ridacchia. "Poi voglio sapere tutti i particolari, adesso vado. A stasera, ciao tesoro." alzo gli occhi al cielo "D'accordo, ciao Jennifer." dico con tono dolce. Mi muovo verso la cucina e noto che la tavola è esattamente come ieri, i piatti sono tutti sporchi e mi toccherà lavare tutto. Raccolgo i capelli in una coda ed inizio a sparecchiare.

Stanotte ho dormito benissimo, meglio di quanto non dormivo da anni. Sento di poterlo perdonare, di poter ricominciare, mi ha dimostrato tante volte che lui ci tiene ancora a me ed io voglio davvero dargli una seconda possibilità. Immergo i piatti nell'acqua con il detersivo e li strofino, sono ridotti davvero male. Sento una strana suoneria provenire dalla stanza di Mason, sarà la sua sveglia. Infatti dopo cinque minuti è pronto per uscire, ma è prestissimo. "Ciao piccola, vado a correre. Non andare al bar a piedi, ti accompagno io." sorrido ed annuisco, certo che questi risvegli sono proprio ottimi.
Torno a lavare le posate e, dopo aver finito, corro in camera mia per decidere cosa mettere. Non che io abbia molta scelta. Prendo dei jeans abbastanza strappati ed una t-shirt lunga e larga e il cappotto che ho indossato ieri. Indosso le mie scarpe col tacco e mi risistemo il trucco della sera prima. Sono le sette in punto quando Mason torna grondante di sudore.
"Scappo a farmi la doccia e poi andiamo." mi fa l'occhiolino. Si chiude in bagno e subito sento l'acqua scorrere, chissà cosa pensa quando è solo, chissà se pensa a me. Mi sistemo sul divano e fisso lo schermo della tv enorme, mi ha sempre affascinato la grandezza di un semplice televisore.

Quando finalmente esce dal bagno pulito e con il suo solito profumo alla menta, usciamo di casa.
"Stai benissimo così." mi sfiora il viso mentre mi chiude il casco, milioni di brividi si fanno largo dentro di me.
Sfrecciamo a tutta velocità, sembra di volare. I semafori sono quasi tutti verdi e ci consentono di arrivare prima a lavoro, Mason accosta accanto al bar e mi aiuta a cacciare il casco.
"Allora...io voglio chiederti una cosa." si volta a guardare la vetrina del bar che riflette i nostri corpi e le dita intrecciate, mi sorride compiaciuto.
"Ti va di uscire con me?" chiede tutto d'un fiato. Rimango completamente spiazzata da questa sua improvvisa domanda. Ci penso qualche secondo, giusto per godere un Mason davvero speranzoso. Quando annuisco il suo sorriso si accende.
"D'accordo, ti passo a prendere stasera alle sette. A dopo piccola.." chiude le mani a coppa sul mio viso e mi schiocca un bacio.
"Mason!" lo richiamo.
"Si?"
"Più tardi passo a prendere le mie cose, alle quattro...appena finisco il turno." lui annuisce e e mi ricorda che la chiave è sotto lo zerbino. Lo saluto con un bacio volante che lui afferra e lo stampa sulle sue labbra. Sorrido e scuoto la testa, il nuovo Mason...quello estremamente ansioso e nervoso, mi fa ridere.
Quando entro nel bar Maxì mi si piazza davanti. Guardo l'orologio oltre le sue spalle, sono in orario.
"Siete tornati insieme? E stai benissimo oggi." grida euforico e guarda il mio look, oggi molto estremo. Lo fisso di sottecchi, annuisco.
"Che bello! Non ce la facevo più a vederlo fuori dalla vetrina che ti fissava."
Un attimo, cosa? Mason mi fissava dalla vetrina. Il mio sguardo confuso spinge Maxì a parlare ancora.
"Pensavo te ne fossi accorta tesoro, era impossibile non notare il suo interesse per te." mi sfiora un braccio con fare amichevole.
Così Mason mi spiava, basta solo questo per far accendere il mio cuore. È fantastico.
Abby fa il suo ingresso, facendo tintinnare le stecchette che stanno sopra l'entrata.
È tutta rossa in viso, è davvero arrabbiata. Io e Maxì ci scambiamo uno sguardo d'intesa, in questi casi è meglio tornare a farci gli affari nostri.
"Non potete nemmeno capire! Un cretino mi è venuto addosso mentre camminava, era tutto preso nei suoi pensieri che non mi ha nemmeno visto! Dio, non me ne va una giusta."
Urla esasperata Abby. Sistema le sue cose sul bancone e poi fissa in trance una donna appena entrata, alquanto spaventata dalle sue urla.
"E lei, cos'ha da guardare?!" sbotta. Qua succederà un disastro se non la fermiamo.
"Coraggio Abby, andiamo." dico con cautela e la strattono per il braccio, lei annuisce. Prendiamo i grembiuli e li indossiamo.
"Dovevi vedere che faccia tosta! Un pompiere da quattro soldi." scuote la testa rassegnata, ridacchio per il suo insulto. Quando torniamo al bancone, Abby diventa bianca in volto e poi subito rossa.
"È qui! È qui quel disgraziato!" urla con una forchetta in mano. Mi giro nella direzione sulla quale si concentrano le sue attenzioni, e mi ritrovo un Demon davvero imbarazzato. Mi saluta con la mano, e poi guarda Abby.
"Scusa per prima, non ti avevo visto...mi dispiace." sussurra. Lei lo squadra e sembra pensarci sú, poi annuisce. "Figurati, tutto okay. Piacere sono Abby." dice e gli tende la mano.
È impossibile come un bel visino possa far cambiare idea a noi donne, e soprattutto ad Abby.

A fine turno passo a prendere le mie cose a casa di Mason, getto i vestiti nella valigia ed esco. I piedi mi fanno malissimo dopo una giornata con i tacchi, sono stata un idiota, potevo portare delle scarpe di ricambio. Chiudo la porta con la chiave e la ripongo sotto lo zerbino.
Mi incammino verso casa di Jennifer, quando una macchina suona alle mie spalle. Mi volto e vedo la testa di Richard sbucare dal finestrino.
"Coraggio, sali." mi dice. Apro lo sportello posteriore ed entro, in quello accanto a Richard c'è Jennifer. "Siamo appena tornati dalla ginecologa." annuncia. "Sì, cos'ha detto?"
"Che la bambina cresce sana e tutto sta andando bene." dice felice e serena. Per la sua età è molto presto avere un bambino, ma lei ha fatto tutto in fretta. Vivendo emozioni su emozioni in meno di due anni, emozioni che anche io vorrei vivere. Le sorrido, poi mi ricordo dell'uscita con Mason.

"Stasera ho un appuntamento." dico in un sussurro. Jennifer strabuzza gli occhi neri dal trucco, e mi guarda con aria maliziosa.
"Con Mason?" chiede divertita. Annuisco e mi guadagno un'occhiataccia da parte di Richard dallo specchietto.
"Charlotte, devi stare attenta a mio cugino. Ha combinato un sacco di guai da ragazzo.."
Il mio cuore scoppia all'improvviso, di cosa sta parlando?
"Solo, cerca di stare con gli occhi aperti." mi avvisa, poi.

Quando arriviamo a casa corro in bagno ed entro nella vasca, sperando che un bel bagno caldo possa eliminare le frasi di Richard. So che Mason è sempre stato stronzo, ma fin dove può arrivare? Le bollicine mi accarezzano dolcemente il corpo ed io mi rilasso, abbandonando la testa sul bordo della vasca.

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora