Dimenticare?

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"Lucy hai già individuato a chi rompere il cazzo per tutta la serata?" ironizza Demon. È davvero bello, con la sua barba scura. La mora ridacchia, facendo oscillare i capelli da una parte all'altra. "Puoi ben dirlo, tesoro." lancia uno sguardo malizioso a Demon. Io bevo un altro sorso del mio drink, solo con questo potrò andare avanti tutta la serata. Sharon si avvicina a noi, è davvero graziosa; sembra un angelo. "Come stai Charlotte?" mi chiede. "Bene, credo..." forzo un sorriso. Mason è seduto sul divano, molto più lontano da me. Non mi guarda, sta parlando con George ed ogni tanto sistema i capelli indietro. Qualcuno porta in camera altri drink ed altre sostanze. Io prendo un altro fedele amico e con calma mi gusto il sapore delle bollicine e di quello che c'è dentro. Il ghiaccio riecheggia sbattendo sul vetro, il bicchiere è davvero molto semplice.
"Hai intenzione di esaminare il bicchiere per tutta la serata?"
"Io...no..." le parole mi muoiono in bocca quando osservo Mason in piedi poggiato al muro, con Lucy addosso intenti a palparsi. Una forte fitta mi attraversa lo stomaco, il senso di nausea si impossessa di me.
"Charlotte, stai bene?" domanda Demon. Ma certo, sono una grandissima stupida. Mi ha sempre detto che non vuole storie d'amore, ha trattato Sharon in quel modo, si è sempre comportato da stronzo ed io gli sono sempre stata dietro, ho accettato di andare a vivere da lui. Ho condiviso pezzi della mia vita con lui, ho sperato che fosse quello giusto. Non ho mai dato ascolto a Jennifer quando mi diceva che era uno stronzo. Non ho dato nemmeno ascolto a lui, quando mi ha portato al campo dei tulipani, dicendomi che non ho bisogno di lui. Ma infatti io non ho bisogno di lui, devo stargli lontano e preservare la mia salute mentale. "Non avevo intenzione di passare la serata ad ispezionare il bicchiere, cosa si fa di solito qui?" domando a Demon. Il divano su cui siamo seduti mi sembra troppo grande per tutti e due, mi avvicino di più a lui. "Solitamente si gioca, non sono giochi molto belli. Sai..." lo zittisco. "Non importa, giochiamo." sorrido. Lui annuisce.
Un grande cerchio si è formato al centro della stanza, così mi avvicino anche io. "Allora, tutti pronti per giocare??" urla George. Anche Mason e Lucy si stanno avvicinando, cerco di non incontrare il suo sguardo perchè non mi va di farmi vedere debole. Mi avvicino di più a Demon, distrattamente alzo lo sguardo ed incrocio il viso di Mason. Mi fissa con intensità, e poi guarda Demon, quando Lucy se ne accorge lo richiama infilando una mano nella tasca posteriore dei suoi jeans, avvicinandolo a lei. Oh, è assurda.
Chiedo a Demon come funziona questo gioco ed è un semplice obbligo o verità, però c'è una piccola variazione. Alla fine di ogni obbligo bisogna bere uno shot.

La bottiglia è al centro del cerchio, siamo tutti seduti in trepidante attesa non si fermi su uno di noi. Guardo per un attimo Mason e Lucy che sono seduti quasi di fronte a me. Lui ha una gamba stesa in avanti e l'altra piegata, con le mani cerca di far stare fermi i capelli. La sua attenzione, però, non è per me. Gli occhi mi pizzicano e distolgo lo sguardo da quella scena che odio. La bottiglia si ferma su George, la seconda volta si ferma su Demon.
George gli fa la fatidica domanda. "Obbligo o verità?" lui risponde con un'alzata di spalle. "Verità." George lo guarda ridacchiando, ci pensa alcuni secondi e poi dice: "È vero che non c'entri niente con la storia di Mason?"
Il mondo smette di girare, quale storia? Demon accanto a me sbuffa "No, non c'entro niente, quante volte ve lo dovrò dire?"
Sento il fuoco dello sguardo di Mason su di me, che sta succedendo?
La bottiglia, per fortuna, torna a girare. Si ferma proprio su di me, poi gira ancora e si ferma su...Mason. Devo fare io la domanda, perché la bottiglia si è fermata su di me per prima.
"Obbligo o verità?" sussurro, quasi nessuno riesce a sentirmi. Tengo le gambe incrociate e guardo le mie mani. "Obbligo." dice con voce roca. Tutti ridacchiano e mi arriva persino all'orecchio qualche obbligo da fargli fare. "Ti obbligo a venire con me in bagno, per favore." lo guardo impassibile. Lucy si è irrigidita, Sharon mi sorride e George mi dice di non fare troppo rumore e di non urlare e mi fa ridere di gusto. Dopo un'eternità Mason annuisce e ci dirigiamo in bagno, lui è lontano da me, freddo come un ghiacciolo. Non è il Mason di questi ultimi giorni. Mentre raggiungiamo il bagno sento il suo sguardo sulla mia schiena, apro piano la porta una volta arrivati alla nostra meta. L'odore di detersivo è molto forte, nessuno ci ha ancora vomitato, evidentemente. Mason si appoggia al muro e mi guarda, con la solita aria da duro e le braccia conserte. "Perché mi hai fatto venire qui?" mi domanda. Non ho il coraggio di guardarlo, ma devo farlo, perciò raccolgo tutto il mio coraggio e lo guardo.
"Cosa ti è successo questa sera..?" la mia voce è un velo.
"Niente, mi sto divertendo. Hai qualcosa in contrario?" sorride beffardo. Scuoto la testa, incapace di parlare. "Niente in contrario, sono solo una tua amica. Devo andare al cesso, sei pregato di uscire dal mio campo visivo, fra meno di due secondi. Grazie." l'alcool nel mio corpo mi rende audace e sincera. Lui sghignazza e non si muove di lì.
"Perché è così, tu sei una mia amica. Una fra le tante che uso per divertirmi, e poi sei anche più vicina a me. Posso usarti quando voglio." Questo è troppo. Una risata isterica mi esce dalla bocca.
"No tesoro, io non sono una tua amica. Tanto meno sarò ancora vicina a te, ma sai che c'è? Va' da Lucy, lei è sempre disponibile."
Le lacrime pian piano fanno il loro ingresso, trionfanti di farmi vedere debole. Mason mi guarda, il suo sguardo si addolcisce. Si avvicina piano, con delicatezza mi sfiora la guancia. "Mi fai diventare matto."
La mia indole femminista esce armata di scudo e di spada, facendo da parte la piccola me che tiene davvero a Mason. "Mi spiace farti ammattire, ma io non sono un giocattolo." taglio corto. "Charlotte, sai che non intendevo quello..."
"Lo intendevi eccome, io torno a casa. E stai tranquillo che me ne andrò molto presto dal tuo appartamento."
Singhiozzo ancora un po', guardandolo dritto negli occhi. Non ha niente da ridire, così esco e vado a cercare Demon. È seduto sulle scale, quando mi vede scatta in piedi. "Dio...stai bene?" mi guarda come se fossi un esperimento. Annuisco. "Mi accompagni a casa?"
Circonda con una mano la mia schiena e mi stringe a lui. Usciamo dalla grande casa, e nei parcheggi ci fermiamo di fronte ad una Jeep.
Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto, prima di scendere, aggiunge: "Ti prego, sta' lontana da Mason." leggo nei suoi occhi preoccupazione e mi ritrovo ad annuire. Ma io voglio davvero star lontana da Mason?

Un dolce imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora