CAPITOLO QUARANTATRE

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GIULIA 

SEI GIORNI DOPO

26/07

Dopo essermi vestita così

 mi dirigo in ospedale da Leo 

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 mi dirigo in ospedale da Leo 

mi ha mandato un messaggio quasi due ore fa dicendomi che la Lisandri l'ha convocato 

ciò significa solo una cosa: dimissione 

io mi sono svegliata poco fa e, dopo aver lasciato un biglietto a Davide dicendo che andavo in ospedale, subito sono corsa lì

Appena entro in ospedale vedo Leo e gli vado incontro 

"Allora? Ti hanno dato il passaporto?" - chiedo 

Lui alza lo sguardo incrociandolo con il mio e noto che ha lo sguardo spento e gli occhi pieni di lacrime 

"Ooo che succede?" - continuo 

"Non c'è più speranza per me Giulia!" - mi dice 

"Che stai dicendo?" - chiedo non capendo 

"Ho di nuovo il cancro...capisci?! Questa è una battaglia persa! Ormai sono un morto che cammina!" - mi risponde mentre alcune lacrime gli rigano il viso 

"Non è vero" - dico scioccata dalle sue parole 

"Ho il cancro Giulia! Al cervello stavolta!" - mi dice e io lo abbraccio 

Lui scoppia a piangere 

ha paura di non farcela stavolta 

non vuole più sottoporsi a cicli di chemio o cose del genere 

è stanco di lottare 

mi dice anche che ha lasciato Cris per non farla soffrire, inventando la scusa di stare con Nina, la ragazza nuova

la stessa ragazza con cui io mi sono scontrata nei corridoi 

 Cris non sa neanche che ha di nuovo il cancro, lo so solo io 

Che cavolo di guaio 

Dopo che Leo mi ha detto che voleva stare un po' di tempo da solo mi dirigo verso camera di Rocco per salutarlo 

lui però non è in camera 

che strano 

Ho provato anche a chiamare Cris al telefono per sentire come sta ma non mi risponde 

LA SERA 

LEO 

Sono le due di notte e poco fa Vale mi ha chiamato dicendomi di andare sul tetto 

"Ciao Leo" - mi dice sorridendo appena arrivo lì

Dopo mesi che non ti fai sentire, chiami per un incontro a questa cazzo di ora?" - chiedo 

"Ma chi ti credi di essere, Napoleone?" - continuo incazzato 

"Non volevo farmi vedere dai medici" - mi dice 

"Perché?" - chiedo 

"Perché non sono venuto a fare un controllo" - risponde 

"Bravo! Bel coglione che sei! E perché non li hai fatti? Eri troppo impegnato nella campagna di Russia eh?" - dico 

"Ma vaffanculo! Se la devi mettere così è inutile!" - mi dice 

"è inutile infatti" - dico 

"Dimmi perché cavolo sei venuto qua" - continuo 

"Perché volevo sapere come stavate te e Rocco" - mi risponde 

"Perché ancora non siete usciti da questo maledetto ospedale" - continua 

"Ah e adesso ti interessa di quello che succede a me e Rocco?" - chiedo 

"Non dire balle Vale! E finora perché non sei venuto a trovarci?" - continuo 

"Non è così semplice Leo" - risponde 

"è che sei così stronzo che neanche riesci a dirlo vero? Ma che cazzo ti è successo Vale? Neanche ti riconosco più" - dico avviandomi verso la porta 

"Leo avevo paura" - dice e io mi blocco girandomi di nuovo nella sua direzione 

"Paura di cosa?" - chiedo avvicinandomi 

"Paura di quello che potrei avere" - continua lui 

"Io non ci voglio più ritornare in questo ospedale Leo! Il solo fatto di entrarci mi fa venire da vomitare! Voglio stare con la gente normale! Non voglio lasciare la mia vita e la mia scuola un'altra volta!" - conclude mentre una lacrima gli riga il viso 

"Stai ancora male?" - chiedo 

"Non lo so! Non lo voglio sapere capito?" - mi dice 

"Si, ho capito che sei solo un vigliacco" - dico 

dopo aver passato un altro po' di tempo a discutere gli strappo il braccialetto rosso dal polso 

noi braccialetti non siamo vigliacchi 

...



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