CAPITOLO 4

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VEGA

Una sirena suonò e mi svegliai di soprassalto, facendo cadere la borsa con dentro il ghiaccio ormai sciolto. Mi guardai intorno e ricordai gli eventi del giorno prima. 

Mi sentivo un po' meglio e mi alzai per mangiare qualcosa, trovando le ragazze già in piedi in cucina a preparare la colazione. 

"Buongiorno" le salutai e loro ricambiarono con sorrisi timidi. 

"Come ti senti?" mi chiese Roxi, preparando del caffè. Il mio stomaco brontolò e mi avvicinai al frigo per prendere delle uova. 

"Meglio, grazie." Il silenzio calò su tutte noi e mi girai dopo qualche secondo verso di loro. Si guardavano di sottecchi e con la testa bassa e lo sguardo affranto mangiavano. 

Incrociai le braccia e sollevai un sopracciglio, curiosa. "Che c'è?" chiesi guardandole una ad una. 

Talia sospirò. "La prima prova" disse. 

"Sì?" la incitai con lo sguardo e vidi Michelle agitarsi sulla sedia. Le altre ragazze del nostro gruppo, che non conoscevo, entrarono in cucina e noi ci zittimmo. Aspettammo che uscissero con del cibo in mano e Lea prese la parola. 

"Guarda, qui siamo nemiche. Lotteremo l'una contro l'altra" indicò con il mento le ragazze appena uscite, che non ci avevano degnate nemmeno di uno sguardo. Eravamo tutte in modalità sopravvivenza. Nessuna voleva diventare Dama e sicuramente ognuna di noi aveva le sue strategie. Alcune avrebbero provato a perdere anche se non conoscevamo le conseguenze per chi non sarebbe diventata Dama e questo il Direttore l'aveva calcolato, per questo ci aveva osservate. "Quindi?" chiesi.

"Quindi se per vincere dovrò tradirvi, io lo farò" disse Roxi. 

"Anche io, non voglio morire" la seguii Lea piangendo. Il Direttore era stato chiaro: se non ci fossimo impegnate nelle prove per cercare di vincere, ci avrebbe uccise. Quindi chiunque avesse voluto perdere, avrebbe dovuto agire con prudenza e furbizia. 

E non sapevamo nemmeno che fine facessero quelle che avrebbero perso, ma tutto ci sembrava meglio di diventare Dame. Le altre annuirono con la testa bassa e le guardai, contrariata. 

"Va bene, come volete. Ma io non resterò a guardare se a qualcuna di voi dovessero fare del male."

"Non capisci" mi rimproverò Michelle "Non avrai scelta. Ti costringeranno. Hai visto cosa ti ha fatto Madame?" Girai la testa e serrai la mascella. Sapevo che avevano ragione, solo non riuscivo ad accettarlo. 

Era contro la mia natura sottomettermi, non ci sarei mai riuscita. Sospirai e annuii. 

Finimmo di mangiare in silenzio e dopo un po' gli uomini della sicurezza entrarono e ci ordinarono di prepararci perla prima prova. 

Uscimmo dopo neanche mezz'ora, il sole brillava nel cielo e un leggero venticello muoveva la mia coda. Nel grande parcheggio c'erano già tutte le altre ragazze, con la tuta come noi, e i membri delle Famiglie assegnati ad ogni gruppo. 

Madame era in piedi davanti a noi e ci dava le spalle. La guardai con rabbia ed odio e immaginai di piantarle tra le scapole un belcoltello. Le avrei strappato i capelli e tolto a suon di calci quel sorrisettomalvagio dalla faccia. Strinsi i pugni e mi conficcai le unghie nella carne. 

"Smettila o ti punirà" mi sussurrò Talia guardandomi di sottecchi. Inspirai e cercai di rilassare i muscoli. Ci condussero nella sala dove ci avevano divise il giorno prima e aspettammo. 

"Finalmente possiamo cominciare!" il Direttore apparve sulla soglia, nel suo completo nero ben stirato. "Abbiamo dovuto rimandare la prima prova a oggi perché abbiamo avuto dei problemi" mi guardò con rabbia "ma è tutto risolto ora, quindi possiamo dare inizio alla selezione!". 

LE SETTE DAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora