CAPITOLO 11

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VEGA

Una donna dietro di me armeggiava con alcune ciocche dei miei capelli, creando delle morbide onde, mentre un'altra applicava del rossetto rosso sulle mie labbra screpolate. Erano giorni che non dormivo bene e rivivevo le scene di queste settimane nella mente ogni volta che chiudevo gli occhi.

"Questi capelli sono orribili, fate qualcosa per renderla presentabile" sbottò Madame alle donne che si occupavano di Xenia.

Ora che le Sette Dame erano state trovate, era solo lei a supervisionarci e non faceva altro che umiliarci e insultarci, ma non ci facevo più così tanto caso.

Era passata una settimana dalla fine della terza prova. Una settimana di totale apatia e freddezza. Umiko, Mireia, Xenia, Iris, Zoe e Laia avevano vinto come me.

Non parlavo molto con loro, persino con Umiko, ma volevo solo stare sola.

Ci avevano dato una settimana per riprenderci fisicamente, per guarire dai graffi e dalle prove delle atrocità che ci avevano costrette a compiere. E ora ci stavano agghindando come delle bomboniere per la Presentazione alla società, che si sarebbe tenuta quella sera stessa. Ci trattavano come delle bambole di pezza da rendere bellissime per compiacere la gente e non deludere le loro aspettative.

"E voi, fate qualcosa per quella pelle. Si vedono ancora i lividi" ordinò con tono freddo Madame, alle mie spalle. Non mi aveva più picchiata dopo l'ultima prova, ma sapevo che moriva dalla voglia di farlo. Del resto, io non avevo smesso di essere una spina nel fianco. La provocavo ogni volta che potevo, sperando che mi percuotesse per sfogare la mia rabbia su di lei. Ero diventata un mostro, lo sapevo, ma se avesse alzato le mani avrei avuto un motivo per ricambiare. O almeno così mi ripetevo.

Serrai la mascella e la guardai dallo specchio con odio, mentre lei usciva dalla stanza. Le donne mi applicarono un po' di correttore sulle spalle e cercarono di nascondere le chiazze violacee sulla mia pelle. Poi si allontanarono quando ebbero finito e mi lasciarono sola ad osservare il mio riflesso. Per la prima volta dopo settimane mi vedevo truccata e sistemata, ma nessuna emozione ad illuminare il mio volto. Umiko di fianco a me sospirò guardandomi e si alzò dalla sedia, venendomi dietro, con un bigodino in testa.

"Smettila".

Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. "Di fare cosa?".

"È questo il punto. Non fai niente. Devi reagire" mi disse con sguardo compassionevole. Mi alzai di scatto dalla sedia anche io e mi girai, osservandola negli occhi con sguardo arrabbiato. "Pensi di conoscermi, Umiko?" scandii furiosa. "Stanne fuori" le dissi brusca. Serrò le labbra e si fece da parte, mentre io la superavo per indossare il vestito rosso a sirena che mi aspettava appoggiato all'appendiabiti.

Era esattamente della stessa tonalità dei miei capelli, con dei ricami di pizzo nero qua e là. Lo indossai e scoprii che mi andava bene, nonostante in quel periodo fossi molto dimagrita. Mi guardai allo specchio e odiai tutta quella finta perfezione, così presi una salvietta struccante dai tavolini e tolsi il correttore dalla spalla. Il livido spiccò di nuovo sulla mia pelle pallida e sorrisi, soddisfatta. Madame entrò quando anche le altre ebbero indossato i loro vestiti e ci guardavamo tutte, stupite del risultato. Nonostante la situazione, eravamo tutte molto belle. A Xenia avevano sciolto le treccine ma diviso a metà i capelli, creando dei codini bassi ai lati della testa, lasciando che cadessero morbidi sul seno. Un vestito celeste le fasciava il corpo slanciato, con del pizzo bianco sulla scollatura. Mireia invece indossava un lungo abito verde smeraldo con del tessuto in pizzo sopra, che le risaltava gli occhi azzurri e i capelli biondi, sciolti e lucenti. Laia era magnetica. La sua folta chioma nera le ricopriva quasi del tutto le spalle lasciate scoperte da uno stretto abito nero con la scollatura a cuore. Aveva un'aria tenebrosa e non sarebbe stato difficile immaginare che ruolo le avrebbero assegnato. Zoe e Iris erano fantastiche nei loro vestiti abbinati al colore dei capelli. Iris indossava un vestito grigio, che risaltava sulla sua carnagione, mentre Zoe un abito di pizzo bianco e il rossetto rosso che le dava un tocco audace. Le osservai tutte e per un momento dimenticai il motivo per cui ci avevano rese così belle. Davanti allo specchio, Umiko cercava di chiudere la cerniera del suo vestito e sbuffava ogni volta che si incastrava nel tessuto, nervosa. Era bellissima. Sospirai e mi avvicinai a lei, scostandole le mani dalla zip e aiutandola a chiuderla. Mi guardò dal riflesso, con sguardo corrucciato.

LE SETTE DAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora