CAPITOLO 12

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DANIEL

Uscii da quel cazzo di bagno con un'erezione che faceva male e la rabbia che montava nel petto. Strinsi i pugni lungo i fianchi e puntai il Direttore a qualche metro di distanza da me, che appena mi vide si irrigidì e si allontanò dal gruppo di vecchi rimbambiti con cui stava parlando. Lo raggiunsi e saltai i convenevoli.

"Prepara i documenti, domani verrò a prenderla".

"Cosa? Domani? Non è possibile Daniel. Ha dei doveri qui dentro".

"Non me ne frega un cazzo dei suoi doveri, era questo l'accordo!".

Non mi resi conto di aver alzato la voce fino a quando alcune persone si girarono per guardarmi con disappunto. Schioccai la lingua al palato e strinsi i pugni per non fare a pezzi qualcuno. Vega mi aveva trasformato in una persona impulsiva e istintiva e questo non andava affatto bene. La razionalità e la prudenza mi avevano fatto arrivare dov'ero in quel momento e non potevo permettermi distrazioni.

Ma rinunciare a lei era escluso.

Feci un respiro profondo e mi sistemai la giacca, riacquistando la lucidità e la compostezza.

"Non farmi ripetere, Richard. Lo sai che non mi piace. Domani lei sarà lontana da qui e rispetterà i suoi doveri dalla mia cazzo di villa" sibilai in modo che potesse sentire solo lui. Non aspettai una risposta e andai via da lì, pronto a sfogare la mia rabbia sul sacco di boxe.

Ore dopo ero sudato per tutto quello sforzo, ma non stremato abbastanza da cancellare il suo viso dalla mia testa. Mi tolsi dalle nocche le fasce sporche di sangue, aiutandomi con i denti, con l'affanno e mille pensieri per la testa. Dovevo risolvere quanti più problemi possibili prima dell'arrivo di Vega, ma avevo una sola notte.

Ed era già molto tardi.

Uscii dalla mia palestra e salii nella mia villa, mi feci una doccia veloce e indossai un completo Armani. Presi una pistola e tre caricatori, per ogni evenienza, e indossai i miei occhiali da sole anche se era tarda notte. Uscii di casa e salii sulla mia macchina, diretto a Bourbon Street. Guidai per una quindicina di minuti in completo silenzio, con una sigaretta in una mano e l'altra sul volante.

Parcheggiai e seguii la strada che quel Charlie mi aveva indicato, con persone che bevevano, gridavano e festeggiavano in tutti i vicoli. Bourbon Street anche di notte era piena di gente e luci colorate, che non toglievano a questa città quell'aria elegante e quasi mistica che la circondava. Alcuni mi osservavano incuriositi, altri non facevano caso a me, mentre io seguivo il percorso sul mio telefono che avevo più volte controllato per capire se Charlie mi avesse mentito o meno. Svoltai in una stradina cupa e trovai la lanterna di cui mi aveva parlato prima che gli sparassi. Caricai la pistola e la nascosi dietro la schiena, poi bussai.

Mi aprì una donna alta, con un vestito striminzito addosso e un rossetto rosso che in altre occasioni mi avrebbe eccitato, ma non in quel momento.

E non dopo che il rosso mi portò di nuovo a lei con la mente.

Serrai i pugni e la scacciai via dalla mia testa. Dovevo restare lucido.

"Ti stavamo aspettando".

La ragazza bruna di fronte a me mi sorrise maliziosa e mi invitò ad entrare. Corrugai la fronte, non capendo, ma la assecondai e mi guardai intorno. Ero in una taverna. Interamente di legno, ma lussuosa. Tutto era lucido e ordinato, privo di quell'aria rustica e accogliente tipica di quei posti. Nell'aria si sentiva odore di sigari e champagne, ai tavoli c'erano poche persone e diverse cameriere giravano per la taverna.

"Vieni, lui è nello studio". La seguii lungo un corridoio, senza fare domande, ma intuì che mi stesse portando dal proprietario della baracca. La domanda era: mi conoscevano? Come? Io ovviamente avevo indagato su tutti lì dentro, anche grazie a Jake e Jane. Ci fermammo davanti ad una porta di legno con delle rifiniture d'oro e bussò tre volte. Poi aprì senza attendere una risposta e mi fece segno di entrare. La osservai guardingo e lei ne approfittò per squadrarmi lasciva dalla testa ai piedi, mordendosi il labbro inferiore. Sospirai senza fare rumore ed entrai, con la mano sulla pistola.

LE SETTE DAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora