DANIEL
Rimasi sveglio tutta la notte a guardare Vega che dormiva nuda e a pancia in su con la bocca rossa e gonfia leggermente schiusa, i capelli sparpagliati sul cuscino bianco e le braccia ai lati della sua testa. Nel sonno sembrava vulnerabile e indifesa, il seno sodo che ore prima avevo morso e baciato, saliva e scendeva seguendo il ritmo del suo respiro calmo.
La coprii con il lenzuolo e rimasi a fissare la donna che mi aveva completamente fritto il cervello, pensando anche a quanto la stessi mettendo in pericolo tenendola con me. L'avevo resa un bersaglio ancora più interessante per Dale e se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Vega era una donna forte e resiliente, ma non era giusto che dovesse pagare per i miei errori.
Le tolsi un ciuffo di capelli dalla guancia e sospirai, consapevole di dover trovare una soluzione definitiva alla questione. In realtà, una ne avevo già in mente, ma la odiavo e cercavo da due ore di trovarne un'altra altrettanto efficace.
Ma la verità era che non c'era un'altra soluzione.
Avrei dovuto mettere Vega su uno dei miei jet privati e mandarla in un'isola molto lontana da qui, dove nessuno potesse trovarla e metterla in pericolo.
Lontana da me.
E avrei dovuto farlo già da tempo. Quello che mi legava a lei era così forte che mi annebbiava la ragione. Avevo promesso a me stesso che l'avrei fatta mia solo quando anche lei avrebbe ricambiato i miei sentimenti o qualunque cosa fosse quello che ci univa, ma non ero riuscito a resistere e, vista la piega che avevano preso i pensieri nella mia testa, non me ne pentii affatto. Mancavano tre giorni all'operazione in casa Garcia e per allora, Vega doveva andare via.
Mi alzai piano per non svegliarla e recuperai il telefono per organizzare la sua partenza. Scesi in cucina per farmi un caffè e avvicinai il telefono all'orecchio. Erano le sei di mattina, ma Jake mi avrebbe risposto. Conoscevo le sue abitudini.
"Prima o poi ti bloccherò, giuro. Cosa vuoi così presto?", rispose il mio migliore amico dall'altra parte del telefono.
"Ho bisogno di un documento d'identità e un passaporto falsi, poi il nome dell'isola più bella e lontana da qui, dove nessuno mai potrebbe essere trovato", ordinai senza giri di parole.
La felicità della notte con Vega era stata spazzata via in un attimo da quello che stavo per fare. Nonostante sapessi che era la scelta giusta, non riuscivo a stare meglio, quindi ero tornato ad essere il solito stronzo burbero e scontroso.
"Stai organizzando la tua luna di miele? O ci vuoi spedire un problema?". Sentivo Jake digitare sul suo computer e sospirai perché sapevo che non sarebbe stato d'accordo.
"Più o meno ...", rimasi vago e presi la tazzina, portando il caffè alle labbra.
"Daniel, cosa stai combinando? Chi ci devi spedire?". Jake improvvisamente si era fatto serio e aveva smesso di agitare le mani sulla sua tastiera in modo impazzito.
Feci un bel respiro e finii il mio caffè, prendendo tempo.
"Daniel?", mi richiamò.
"Vega. Ci devo spedire Vega".
Seguì un minuto di silenzio e io passai nervoso la mano tra i miei capelli, consapevole che presto Jake mi avrebbe riempito di domande.
E invece lo sentii solo sospirare.
"Capisco perché lo fai, ma sei sicuro di voler allontanare la cosa più bella che ti sia capitata negli ultimi anni?".
Il suo comportamento mi spiazzò e davvero non avevo la risposta alla sua domanda.
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LE SETTE DAME
RomanceLui era il mio Baron Samedi, il mio Signore della Morte. Non importava quanto mi ribellassi o quanto trasgredissi le regole, la mia vita ormai era nelle sue mani. Lei era la luce intensa nel mio buio, tumultuosa pace nel caos della mia vita e linf...