8장: celebrare

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Gli occhiali di Changbin si sfilarono cadendo sulla tastiera, con la testa rivolta verso il basso, gli occhi che si chiudevano da soli. Jia stava bevendo il suo quinto caffè con gli occhi chiusi, cercando di restare sveglia. Mentre Jeonghan era addormentato sul tavolo, aveva lottato duro per non finire in quel modo, ma non ci era riuscito. Seungmin entrò osservando quella scena, nessuno si era accorto della sua presenza. Così si ritrovò a bussare con le nocche, mentre cercava di non ridere. Era una scena alquanto divertente, ma sapeva che i ragazzi stavano lavorando davvero tanto. Changbin sussultò, così come Jia che si versò il caffè addosso. Il ragazzo addormentato alzò la testa mentre si asciugava la saliva.

«È così che lavorate?» Changbin aprì e chiuse gli occhi, con le labbra socchiuse, guardandolo. Aveva davanti a sé un angelo, una luce biancastra dietro alle sue spalle e con il viso che era luminoso.

«Sei vero?» Domandò prima di grattarsi entrambi gli occhi, «Sei un illusione?»

«Binnie-ya.» Rise appoggiandosi alla porta, il ragazzo si grattò di nuovo gli occhi, «Qui in carne ed ossa.» Si avvicinò al proprio ragazzo appoggiando le mani sulle guance.

«Non avevi un esame?» Seungmin roteò gli occhi al cielo prima di soffermarsi di nuovo su quella figura, «Sto sognando.»

«Mi sogni così spesso?» Sussurrò malizioso, questa volta toccò a Changbin arrossire.

«Sei il vero Dohyung.» Sospirò togliendo il suo tocco, non necessitava nemmeno di essere sfiorato.

«Probabilmente nei suoi sogni sono meno fastidioso.» Jia rise coprendosi il viso, «Ci scommetto casa.»

«Ya, quella è casa anche mia.» Seungmin rise guardandolo, «Hai già dato l'esame?»

«No, me ne sono scappato... certo che l'ho dato.» Guardò il tavolo pieno di bicchieri di caffè, «Ho preso ventotto e Jeongin mi è venuto a prendere alla stazione. Aigoo, qui è un casino.» Iniziò a prendere i bicchieri vuoti, mentre il suo fidanzato lo guardava ripetendo mentalmente tutto quello che gli aveva detto.

«Hai preso ventotto. Perché me lo dici così? Come se niente fosse?» Seungmin rise buttando nella spazzatura quei bicchieri di carta, «Questa sera dobbiamo festeggiare.»

«Io ho ancora fame.» Si lamentò avvicinandosi all'ingegnere.

«Ti ho lasciato due tranci di pizza.» Seungmin si illuminò iniziando a saltellare verso il punto indicato da Changbin, «Come mai Jeongin?»

«Era nei paraggi.» Esclamò prima di mordere la pizza, «Ah, Jisung hyung mi ha scritto. Ha chiesto se può passare settimana prossima, ci deve parlare di una cosa.»

«Perché settimana prossima? Questa non può?» Si voltò per guardarlo, il ragazzo con le guance gonfie scosse il capo, «Sta diventando peggio di Chan hyung.»

«Ma che! Chan hyung non so niente. Se so qualcosa è grazie a Jeongin.» Si lamentò prima di prendere la lattina di acqua gassata al limone, «Dobbiamo riuscire a vederci tutti.»

«Come sta Jeongin?» Seungmin si fermò a pensare, una risposta che avesse senso.

«Non male, se la sta cavando bene.» Changbin sapeva che era stato il suo migliore amico nella vita precedente e che ci teneva a lui.

«Va bene, finisci di mangiare e poi vattene.» Seungmin mise il broncio, «Le chiavi stanno nella borsa.»

«Lo so.» Mise in bocca la crosta della pizza, «A casa mi aiuti con quel cazzo di questionario?»

«Non sarò mai lasciato in pace.» Chiuse gli occhi buttando la testa sulla tastiera.

«Ti sei scelto un coinquilino problematico.» L'ingegnere voltò il capo annuendo, «Colpa tua.»

Piece of a Puzzle || Seungbin (Book 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora