Piece of a Puzzle || Seungbin (Book 2)

13장: perché ti amo

Tw: mental breakdown, autolesionismo, abuso sessuale

Dopo che Changbin aveva portato il proprio ragazzo nella loro camera da letto, dopo averlo aiutato a distendersi sul letto e avesse controllato che le ferite non si fossero aperte, portando a bagnare la stoffa di rosso, passò una mano tra i capelli di Seungmin. Il ragazzo era in silenzio, con gli occhi chiusi e lacrime amare che scendevano lungo quel viso. Changbin aveva deciso di amare una persona fragile come Seungmin, anche se decidere era una parola complicata da usare. Non poteva comandare sentimenti così profondi, ma aveva deciso di accettare ed accogliere una persona come lui nella sua vita. La cui anima era lacerata da ricordi che non poteva minimamente comprendere, perché lo studente non aveva mai parlato di aspetti del suo passato, non aprendosi mai. Probabilmente perché troppo difficile per lui, l'ingegnere non avrebbe mai insistito. Aveva accettato di amarlo, di fargli vivere una vita serena. Gli aveva donato la propria vita durante il rituale magico e quando entrambi si erano svegliati, Changbin aveva fatto di tutto per riportarlo da lui e non farlo allontanare più. Aveva accettato la persona che era, non voleva farla andare via dalla propria vita e nell'accettare quella persona, aveva fatto i conti su quanto sarebbe potuto essere difficile delle volte. Come in quel momento, eppure non avrebbe mai potuto immaginare a quanta forza aveva bisogno di mostrare per Seungmin. Era difficile per Changbin, avrebbe voluto piangere, stringere il corpo del ragazzo a sé e se avesse potuto, se solo esistesse una magia, si sarebbe preso tutto il dolore e i ricordi negativi di Seungmin per sé. Avrebbe sopportato quel fardello, ma non era possibile. Riusciva ad essere solo empatico, con il cuore che si accartocciava a quella visione, a cotanta sofferenza. Alla consapevolezza che lui non avrebbe mai potuto fare molto, abbastanza. Eppure l'unica cosa che era certo era che sarebbe stato forte per entrambi, perché nel momento in cui Seungmin avrebbe vacillato, Changbin sarebbe stato la sua colonna portante ed avrebbe tenuto tutto dentro per sé. Come aveva deciso di non mostrare la sua paura nel vedere lo studente pieno di sangue, la paura di perderlo dopo averlo fatto tornare indietro.

Dopo minuti interminabili di silenzio, dove l'ingegnere si era seduto sul letto osservando il fidanzato con estrema preoccupazione. Lo vide aprire gli occhi.

«Puoi continuare a lavorare al questionario?» Gli domandò piano, come se si stesse sforzando di far uscire la sua voce.

«Va bene.» Anche se avrebbe voluto insistere, chiedendo di farlo rimanere lì a fianco con lui. Si alzò sospirando, era così preoccupato per la condizione di Seungmin.

«Puoi...» La mano dello studente si chiuse intorno al polso di Changbin, una presa leggera, senza forza, senza insistere, che fermò immediatamente il ragazzo, «Non l-lasciarmi solo...?» Sussurrò con le lacrime agli occhi, l'ingegnere si morse il labbro inferiore sentendo un nodo alla gola, lo stomaco stringersi. L'ingegnere sarebbe scoppiato a piangere da un momento all'altro, «Ti prego.»

«Non vado da nessuna parte.» Si portò la mano di Seungmin alla bocca baciandola, per poi appoggiarla sul letto.

Si trascinò in cucina con le lacrime che scorrevano lungo il viso, un peso sul petto che iniziava a liberarsi pian piano che le lacrime scendevano lungo la guancia. Sconforto, una sensazione di non poter aiutare l'unica persona che amava veramente. Onde dolorose urtavano il petto di Changbin, come nuvole bianche che dopo un lungo temporale si inseguivano, gli occhi chiusi: aveva paura, era terrorizzato che avrebbe potuto perdere di nuovo la persona più importante della sua vita. Una strana inquietudine, che gli stava togliendo il fiato, lo avvolgeva mentre si appoggiava al tavolo alla ricerca di aria per i suoi polmoni. Gli stringeva il cuore in una morsa che andava e veniva, che toglieva le forze al corpo dell'ingegnere. Cadde sulle proprie ginocchia singhiozzando rumorosamente, sorprendendo si portò le mani alla bocca chiudendo forte gli occhi.