48장: casa libera

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Minho scese dal letto, liberò le sue gambe dalla stretta al petto ancora avvolto dai suoi pensieri, ed iniziò a camminare nella direzione di Jisung che stava al portatile mentre giocava ad un gioco "Ori and the Will of the Wisps" con le cuffiette ed un po' di cibo al lato sinistro. Il pilota lo aveva invitato nel pomeriggio a stare a casa sua, una dimora così grande e sfarzosa che Minho si sentì subito un parassita al suo interno anche se era consapevole che Jisung non lo considerava in quel modo; ma in cuor suo temeva che la famiglia Han non fosse contenta che suo figlio fosse così vicino ad un ragazzo di rango così basso. Minho aveva difficoltà ad arrivare a fine mese, per non parlare del mese di luglio ed agosto dove gli avevano garantito metà del suo stipendio, ed era in grado di arrivare a concludere il mese solo perché viveva con Seungmin e lui non pretendeva molto, dividevano spesso le spese per la casa.

Le dita di Minho si fermarono sulle cuffie nere di Jisung, spingendole con delicatezza verso il basso. Il pilota mise subito in pausa il gioco e si voltò con la sedia verso il più grande, guardando il ragazzo con preoccupazione.

«Jis...» Le mani di Minho sfioravano la pelle del collo del pilota, il quale lo stava guardando teso come la corda di un violino, «Non voglio andare dallo psicologo.»

«Hyung, ti ho detto di pensarci e di non...» Minho iniziò a scuotere la testa più volte, «Minho?»

«Non posso permettermelo, ho già difficoltà ad arrivare a fine mese e questa sarebbe una spesa aggiuntiva. Non me la posso permettere.» Jisung si passò la lingua sulle labbra, guardando il più grande, «Stavo cercando su internet, i costi per seduta sono così alti. Non fa al caso mio.»

«Avevo già messo in conto che te l'avrei pagata io.» Ma Minho scosse più volte il capo chiudendo gli occhi, «Guarda che non è un problema, lascia fare a me.»

«Non posso farti spendere così tanti soldi per me, non sono nessuno.» Gli sussurrò distogliendo lo sguardo, non riusciva a sostenere quello sguardo intenso, «Volevo solo avvisarti.»

«Non è vero che non sei nessuno...» Iniziò a dire Jisung bloccando i fianchi di Minho con le proprie mani, il calore di quel tocco penetrava nelle profondità del tessuto fino ad arrivare a toccare la sua pelle, i suoi muscoli, «Tu sei tutto per me, una delle persone più importanti nella mia vita e a cui tengo di più.» Minho distolse lo sguardo mordendosi il labbro, non voleva approfittare di lui, «Non stai approfittando di me, quando te l'ho proposto avevo già messo in conto questa cosa. Posso usare per una volta tutti i soldi che ho, per qualcosa di davvero utile? E non le solite stronzate per cui le uso?» Non ricevette alcuna risposta da parte del più grande, «Li uso per comprarmi cose come: cibo spazzatura o inutilmente costoso, videogiochi, macchine, attrezzi di alta qualità e vestiti di marca. Perché per una volta che voglio usarlo per qualcosa di giusto, il tuo percorso in terapia, non posso?»

«Perché sono stanco di essere il parassita nella vita di tutti i miei amici.» Si liberò dalla presa alzando la voce, Jisung lo guardò allontanarsi e toccarsi le braccia, «Non è giusto.»

«Non sei un parassita nella nostra vita, noi ti vogliamo bene e ci preoccupiamo per te.» Il pilota si alzò e fece alcuni passi verso Minho, «Hyung, ti prego fai fare a me per una volta.»

«Hai già rischiato la vita per me, hai fatto abbastanza.» Gli rispose senza guardarlo, Jisung strinse la mano intorno al viso di Minho costringendolo a guardarlo: «Quindi? Lo farei altre mille volte.» Il respiro del più grande si trattenne, nel sentire quella voce roca e quello sguardo su di sé, «Lo farei per il resto della mia vita.»

Il cuore di Minho iniziò a battere forte, così forte che iniziò a preoccuparsi che forse il suo cuore stava escogitando una fuga dalla sua gabbia toracica.

Piece of a Puzzle || Seungbin (Book 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora